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Il Mondo di Emiliano

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‘Solo l’amore per il pallone fa dimenticare le cose brutte e ricordare quelle belle’

Nato e cresciuto a Rivolta d’Adda, la sua famiglia gestiva una trattoria in riva al fiume Adda. Si appassionò al calcio sin da piccolo, driblando le piante nel bosco e giocando all’oratorio. Il sogno di giocare in Serie A lo realizzò con le maglie del Torino e dell’Atalanta nel ruolo di ala, prima e dopo invece quasi 10 anni nella Cremonese in varie categorie. Tutte e tre le squadre l’ha poi allenate raggiungendo traguardi storici. Tornando all’oratorio, la sua fede si era svilupata dai salesiani, nel collegio di Treviglio. Una volta fece da chierichetto durante la messa celebrata da Angelo Roncalli, che era il cardinale in visita al collegio di Treviglio, il quale sarebbe diventato poi Papa Giovanni XXIII. La fede è stata una sua compagna preziosa, con Dio aveva un rapporto personale, silenzioso. ‘Ho pregato che mi aiutasse a vincere una partita, poi mi sono chiesto: ma se aiuti me allora fai perdere il mio avversario, che Dio della giustizia sei? Ero io che dovevo vincere, io soltanto’.

Poche pennellate che servono a introdurre Emiliano Mondonico, personaggio fuori dagli schemi del calcio italiano, mente sopraffina, mai banale, senza peli sulla lingua nei commenti. Negli ultimi anni di vita era diventato ambasciatore CSI (Centro Sportivo Italiano). Allenava tra gli altri gli studenti delle scuole medie di Rivolta d’Adda, gli ex alcolisti e gli ex tossicodipendenti. Il “Mondo” sottolineò l’importanza dello sport nell’educazione alla vita, coinvolgendo emotivamente i giovani portandoli a meditare su quella che è l’importanza sociale di un calciatore e quanto questa possa incidere sulla propria vita e su quella del prossimo. ‘Mi sono accorto che non bisogna andare lontano per aiutare gli altri, basta guardarsi intorno, ma soprattutto mi sono accorto che alla sera, quando ti guardi allo specchio, se hai aiutato qualcuno ti senti bene’. Questo era il pensiero di Emiliano. E’ stato un maestro di vita per tutto il CSI, un portabandiera dello sport in oratorio, con la sua energia ha trasmesso i valori più puri del calcio.

‘Mai molare’ – ‘Si può vincere senza arrivare primi’

‘Poche ore dopo la partenza di Emiliano, – dichiara la figlia Clara -, ci siamo chiesti cosa potessimo fare in concreto per non “lasciarlo andare via”, per continuare con il messaggio e con lo spirito che fino all’ultimo lo avevano animato: uno spirito solidale, fatto di aiuto attraverso lo sport, rivolto a chi era rimasto più indietro o, semplicemente a chi dalla vita aveva ricevuto meno sorrisi. Nasce così l’idea di fondare una associazione a lui intitolata. Un impegno da portare avanti a testa alta e con la schiena dritta, senza mai mollare. Proprio come avrebbe fatto lui’.

Baffi, pizzetto e quel sorriso da guascone, il tifo dichiarato per la Fiorentina, la passione sfrenata per i Beatles e i Rolling Stones.

Le sue imprese incredibili da mister puoi riviverle: clicca qui

Un amico di passione del calcio, sempre disponibile, era intervenuto sia in radio che sul sito. Ecco le tre interviste effettuate con noi:

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Ci manchi Mondo!

Fonti foto: Avvenire.it

Stefano Rizzo

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