Home Interviste in Esclusiva Auguri ad Emiliano Mondonico: “Se non fai fatica non ottieni nulla”

Auguri ad Emiliano Mondonico: “Se non fai fatica non ottieni nulla”

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Abbiamo intervistato, in occasione dei suoi 70 anni, l’ex allenatore di Atalanta, Torino, Napoli e Fiorentina, chiedendogli qualcosa sul campionato e sulla Champions League. Qualche ricordo tra cui il famoso episodio della sedia alzata al cielo nella partita contro l’Ajax

Nato a Rivolta D’Adda (Cremona) il 9 marzo 1947. Ex ala di Torino e Atalanta. Come allenatore ha ottenuto cinque promozioni in A (Cremonese 1984, Atalanta 1988 e 1995, Torino 1999, Fiorentina 2004), con l’Atalanta ha sfiorato la finale di coppa delle Coppe (1988, eliminato in semifinale dal Malines), con il Torino ha perso quella di coppa Uefa (1992, contro l’Ajax). Ultime panchine: Cremonese (serie C), Albinoleffe (serie B) e Novara (serie A).

 

Martedì il Napoli ha detto addio alla Champions. Per il carattere dimostrato non pensa debba rimpiangere di non averci creduto fino in fondo all’andata al Bernabeu? Riuscirà almeno a riacciuffare la Juve nel ritorno di Coppa Italia?

Penso che a volte le sconfitte siano meglio delle vittorie. Il Napoli ha fatto capire quanto è forte, compatto e quanto debba puntare in alto. Si è dimostrato all’altezza di una grande squadra e sicuro dei suoi mezzi. Secondo me contro i bianconeri può farcela.

Si aspettava un campionato così esaltante da parte dell’Atalanta? Di chi i meriti?

Non mi aspettavo un’Atalanta che punta alla Champions e ne sono felice. Il merito, in questi casi, va a tutti. Il segreto è il lavoro della squadra e l’importanza data al settore giovanile.

Cosa si aspetta dal big match con L’Inter?

Punto tutto sull’Atalanta, perché l’obiettivo del gruppo sarà rendere ancora più concreto il sogno Champions.

Passiamo invece ai demeriti viola. I tifosi, in particolare, sono inferociti per la brutta eliminazione in Europa League, ma non è che il campionato vada meglio. Che succede?

La Fiorentina sembra aver introiettato la seguente frase: “l’importante è partecipare”. Si è calata in questo mood. A parte qualche raro exploit (vedi la partita con la Juve) non ha mai dato l’anima, non ha mai faticato veramente. Non mi trovo affatto d’accordo con questa fisionomia della squadra che non ha la mentalità vincente. “Il partecipare” è la smania di chi organizza, vedi De Coubertin con i giochi olimpici, ma non deve essere il pensiero di chi entra in campo.

Cosa pensa di Belotti e di questa stagione spettacolare?

Era con me all’Albinoleffe e già ne parlavano bene. Su di lui posso dire che non ho mai visto un giocatore che ha messo tutti d’accordo in quanto a giudizi. Ha sempre raccolto l’unanimità di consensi.

L’allenatore che le piace di più del nostro campionato e perchè?

Tutti perché so che vuol dire fare questo lavoro. Diciamo che chi vince ha ragione.

L’episodio della sedia alzata in cielo ad Amsterdam è diventato famoso. Che cosa ha rappresentato per lei?

E’ stato un gesto maleducato, un segno di protesta. Sembrava un fallo da rigore ed era il mio modo di dire “ci siamo anche noi, vi prendiamo a sediate!”. E’ legato anche a un ricordo d’infanzia. I miei genitori avevano un’osteria vicino al fiume Adda e spesso e volentieri le serate finivano in baruffa; bastava poco per accendere la miccia e prendersi appunto a sediate (magari dopo aver giocato alla mora).

Ha una squadra estera per cui simpatizza?

Nessuna. Non ho modo, tra l’altro, di seguire bene il campionato estero ed ho sempre rifiutato di lasciare l’Italia perché sono troppo legato agli affetti famigliari.

Il ricordo più bello che ha come giocatore e/o allenatore?

E’ il pallone stesso il ricordo più bello. E’ stato il mio grande amico. A scuola non andavo con la cartella, ma col pallone sotto il braccio. Dormivo in sua compagnia. E’ stato il compagno di viaggio, che non ho mai tradito.

Ha un sogno nel cassetto? E un motto che la contraddistingue?

Sto vivendo un momento particolare perché purtroppo la malattia che sembrava avessi sconfitto si è ripresentata. E’ un avversario subdolo che non si fa sentire e perciò è difficile stanarlo. Tutte le mie energie sono indirizzate a stare meglio. Confido nei bravi medici che mi seguono. Una frase in cui credo molto e che può essere d’aiuto ai giovani è: “fate fatica se volete ottenere qualcosa, solo così il futuro sarà brillante. Se non fai fatica non ottieni nulla”.

Auguri Emiliano da parte mia, di Stefano Rizzo e di tutta la redazione di Passione del Calcio. Siamo certi riuscirai a vincere anche questa battaglia. Un piccolo pensiero in rima per un grande uomo:

 

Il Mondo ha l’obiettivo della salvezza

Perché dà morale e certezza

E’ “la protezione civile del pallone”

E’ una sedia in aria, è passione

E’ puro istinto, grinta e simpatia

E’ la fatica di chi ce la fa e vuol lasciare una dolce scia…

 

Foto prese da: L’Isola che non c’era e ToroNews

Erika Eramo

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