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Terza Parte – Speciale 50 anni di Roberto Baggio: gli auguri di autorevoli giornalisti

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Nel giorno del compleanno del Divin Codino riportiamo gli auguri di chi le sue gesta le ha seguite dall’altra parte: non sul campo ma ai microfoni

Italo Cucci: “In molti spendono belle parole per i tuoi 50 anni. Io ho voluto ricordare la tua parte dolorosa perché hai attraversato nella tua vita un immenso campo minato. Dal quel 5 maggio famoso (si parlò di fine carriera) hai avuto diversi traumi a cui si sono aggiunte le varie ostilità da parte degli allenatori: Sacchi, Lippi e Ulivieri. Zoff ti tolse dalla Nazionale per lasciare il posto a Totti e Trapattoni ti rifiutò all’Europeo in Portogallo. Montarono una commedia, quella partita amichevole con la Spagna, per farti prendere gli applausi purché ti fossi tolto di mezzo. Hai tramutato i dolori e le offese in una dimensione spirituale planetaria. I paesi asiatici ti adorano per le qualità morali. Una raccomandazione: un uomo come te non può non avere un incarico da parte del Ministero del’Istruzione. Dovresti lavorare con i giovani per educarli attraverso il tuo esempio”

Gianfranco De Laurentis: “Un bravissimo giocatore difficilissimo da definire. Sei sempre stato diverso da tutti nel modo di affrontare lo sport. Hai pagato il peso iniziale di infortuni gravissimi e ti è mancata una vera connotazione di tifo (forse solo Firenze ti aveva adottato). Anche in Nazionale, a cui hai dato tantissimo, non sei stato capito fino in fondo. Non sei omologo al calcio: questo tuo modo di essere, non so se giusto o sbagliato, ma è sicuramente altro rispetto a tutto il resto”

Fabrizio Maffei: “Uno dei più grandi calciatori della storia, non solo italiana. Pur avendo vinto poco rispetto al tuo potenziale hai sempre fatto gol decisivi. Hai una statura morale al di fuori della norma. Ti sei sempre contraddistinto per garbo e disponibilità. Geloso della tua privacy, le poche volte che ti concedevi per le interviste dicevi sempre cose intelligenti. La tua è un’immagine pura e cristallina. Il tuo nome è garanzia di stile, classe e fair play”

Mario Mattioli: “Parlare di te incute sempre un po’ di timore reverenziale per quanto hai saputo regalare al calcio internazionale e per la coerente discrezione che ha sempre accompagnato il tuo cammino anche al di fuori del Campo di Calcio. Ricordo ancora quando sei stato incaricato dalla Federcalcio italiana di rilanciare il Centro tecnico di Coverciano all’indomani del flop al mondiale sudafricano. Non durò molto perché incomprensioni generate dalla poca chiarezza nelle competenze, senza linee di demarcazione precise con gli incarichi di Rivera, di Sacchi e di Albertini ma soprattutto senza che tu stesso fossi investito della necessaria autorità e “potere” per procedere al rinnovamento di una struttura in decadimento. Risultato: dimissioni irrevocabili.

Tuttavia quello che voglio mettere in evidenza è il tuo grande animo.

Lascio stare le tue iniziative a scopo benefico che alimentavi in gran segreto: sarebbe semplice e si sconfinerebbe nella fin troppo scontata retorica. Voglio mettere in evidenza invece anche il tuo rispetto per i piccoli sentimenti reciproci di amicizia alimentati da anni di frequentazioni comuni dei Campi di calcio: tu atleta ed io giornalista televisivo; tu alle prese con il pallone, io alle prese con il commento delle tue partite a 90° minuto. Nei tanti anni si è instaurato un rapporto di amicizia anche con mia moglie diventata negli anni collezionista delle varie maglie indossate da Roberto. Nel Campionato 1997/98 avevi giocato nel Bologna dove eri approdato dopo il biennio in chiaroscuro milanista. La classifica del Bologna era a ridosso della zona che regala le competizioni europee trascinato proprio dalle tue grandi partite e gol che alla fine saranno ben 22 in 30 partite.

Il 19 aprile 1998 al Comunale Dall’Ara arriva proprio il Milan in procinto di disputare la finale di Coppa Italia. Nel giro di Campo che faccio sempre prima dell’inizio ti saluto come al solito ricordandoti che mia moglie – appunto – non ha ancora la tua maglia del Bologna. La partita non ha praticamente storia: finisce 3 a 0 per la Squadra rossoblu con tua doppietta e gol di Fontolan. Il tuo primo gol lo segni proprio sotto il gremitissimo settore milanista: pallonetto sui difensori e tocco morbido a superare Sebastiano Rossi. Dall’Ara in festa con fragorosi applausi anche dal settore milanista che si prolungarono a lungo anche dopo la ripresa del gioco. Fu letteralmente un trionfo impreziosito dalla doppietta.

Con lo Stadio in festa non mi fu facile quel giorno raggiungere il pullman regia della Rai per preparare il pezzo per 90°. Già da un quarto d’ora al termine si era scatenato su Bologna un violento temporale al quale tutti eravamo impreparati. Tra l’altro era necessario sempre rispondere ai tifosi che chiedevano una mia battuta sulla partita e arrivai di corsa e mezzo fradicio al Pullman Rai dovendomi anche sbrigare. Ero in pieno montaggio quando arriva il Capo Tecnico della Esterna Rai che con un po’ di titubanza mi interrompe (credo di avergli indirizzato anche una colorita imprecazione): – Mario c’è uno che ti cerca fuori dal pullman; gli ho detto che stai lavorando ma questo insiste e non se ne va, sta pure sotto la pioggia. -Digli di tornare dopo che ho finito – rispondo – Il Capo tecnico va e ritorna dopo poco: – Mario questo continua a rompere, va a vedere che vuole altrimenti non ce lo togliamo più dalle scatole!! – Mi alzo anche un po’ innervosito e apro la porta: fuori sotto la pioggia con sciarpa fino al naso e cappellino di lana calato fino agli occhi c’eri tu con un sacchetto in mano: dentro c’era la maglia indossata in partita.

– Mario è la maglia per tua moglie, adesso scappo, alla prossima!-

Un abbraccio frettoloso e via.

Questo sei tu. Questo è Roberto Baggio”

Bruno Pizzul: “Sei un ragazzo che ha lasciato una traccia profonda nell’immaginario collettivo per il tuo modo gioioso d’interpretare il gioco. Volevi far divertire. Hai fatto cose straordinarie, tanto più apprezzabili perchè tutta la tua carriera è stata tempestata da infortuni. Nonostante ciò hai sempre dato l’impressione di divertirti. Rappresenti il calcio eroico prima dell’essere contaminato da aspetti extra-tecnici; ora è più business che piacere del gioco. In molti dicono che hai dato il meglio di te in squadre piccole perché in quelle grandi la tua grande popolarità dava fastidio (anche se i tuoi compagni non avevano moti di ribellione). Sei un ragazzo dolcissimo, molto attaccato alla famiglia, sorridente e adorabile. Ti auguro il meglio in occasione dei tuoi 50 anni”

Ivan Zazzaroni: “Per me non è mai cambiato nulla nei tuoi riguardi. Sono solo passato dall’emozione all’amicizia. Il ricordo più bello è nel post gara dopo la Nigeria ad Usa ‘94. Eravamo solo io, te e Paolo Condò. Il bello di te è che non trasmetti emozioni nel bene e nel male. Per te aver vinto quella partita così significativa era come aver vinto Vicenza-Giorgione…poi magari dentro di te avevi un’esplosone di gioia, ma non traspariva all’esterno. Tu riesci a semplificare tutto. Mi avevi confidato che tua madre aveva predetto che avresti deciso la partita. Così per fortuna andò”

Foto prese da Google

Erika Eramo

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