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Gianfranco Bedin: “L’Inter deve avere ambizioni altissime. Non sono sicuro che il Var abbia migliorato il calcio”

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Queste le parole dell’ex centrocampista nerazzurro che in carriera ha vinto complessivamente 5 trofei

Abbiamo intervistato telefonicamente Gianfranco Bedin, ex centrocampista della Grande Inter e della Sampdoria tra gli anni ’60 e ’70. In carriera ha vinto 3 Scudetti, una Coppa Campioni e una Coppa Intercontinentale con i nerazzurri. Ecco le sue parole:

Dove ha vinto lo Scudetto l’Inter?

Sin da subito, ha fatto un percorso da squadra consapevole in cui ha perso una sola partita e ne ha pareggiate poche altre.

Ci sono rimpianti per la sconfitta con l’Atletico Madrid?

Rimpianti non lo so, ma potevamo essere tranquillamente tra le migliori 4. Forse in casa abbiamo sprecato troppo, poteva finire con 2 o 3 gol di scarto. Al ritorno non siamo stati la solita Inter ma va anche detto che l’Atletico Madrid in casa non perde così spesso.

A cosa può ambire l’Inter nella prossima stagione?

Innanzitutto bisogna capire che questo campionato è finito e che, nel prossimo, le squadre affronteranno l’Inter in maniera diversa. Dobbiamo fare un campionato tra le prime della classe. In Europa l’obiettivo è fare meglio di questa stagione, vista la finale dell’anno scorso contro il Manchester City, anche se siamo stati eliminati dall’Atletico e non da una squadra qualunque. L’Inter, vista la rosa, deve avere ambizioni altissime.

Dove è nata la sua passione per il calcio?

In oratorio, grazie alle 10-12 ore di calcio che giocavo scalzo. In seguito ho giocato per una squadra del paese, la Fossalta Calcio (Ve), per poi approdare all’Inter nel ’60 in un vivaio dove c’era molto talento. Io fortunatamente sono riuscito a fare un bel percorso anche se all’inizio era impensabile. Venivo da un calcio povero, in oratorio, e sono arrivato all’Inter. Ho avuto, però, il merito di sapermi adattare in una metropoli come Milano.

Che ricordi ha della Coppa Campioni vinta e della prima stella conquistata?

Grandi emozioni, soprattutto la Coppa Campioni vinta marcando Eusebio di fronte alle 100 mila persone, che all’epoca stavano in piedi, a San Siro. L’avevamo conquistata anche l’anno precedente ma io non giocavo, facevo solo parte della rosa. Dopo quel successo abbiamo trionfato anche nella Coppa Intercontinentale contro l’Independiente. Posso dire di aver gioito anche io del calcio fenomenale della Grande Inter di cui ho un bel ricordo.

C’è un calciatore moderno in cui si rivede?

Difficile rivedersi in qualcuno vista la differenza dei campi e dei palloni. Per la corsa sicuramente ci può stare il paragone con Barella e Mkhitaryan, ma sono più io che assomiglio a loro piuttosto che il contrario.

Le piace la direzione che sta prendendo il calcio?

Forse non ci sono più i vivai che c’erano ai miei tempi, adesso si possono vedere e prendere calciatori da tutto il mondo, è un calcio tecnologico. Ci sono gol annullati per mezzo centimetro o attese di 30 o più secondi per capire una situazione, non so dire se il Var abbia migliorato o meno il calcio moderno. Sicuramente, rispetto al mio di calcio, ha tolto qualcosa. I calciatori di oggi fanno troppe finte, si rotolano per terra facendo sceneggiate, cosa avrebbero dovuto fare i giocatori che marcavo io?

Ci tengo a ringraziare il sig. Bedin per la sua disponibilità e gentilezza.

Fonte foto: Getty Images

Davide Farina

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