Home News Dia, Samardzic, Berardi & C. : quando lasciarsi era la scelta migliore

Dia, Samardzic, Berardi & C. : quando lasciarsi era la scelta migliore

Fonte transfermarkt.it
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I tira e molla non sono mai piaciuti a nessuno, se un giocatore ha anche solo il dubbio sul restare in una squadra è meglio farlo partire, quando non accade è sempre un rischio

Il calciomercato lascia strascichi anche quando chiude. Si tratta di quelle situazioni in cui un calciatore tentenna sul rimanere o no nella propria squadra. Già che si è aperta una crepa sappiamo bene come andrà a finire. Se non riuscirà a cambiare aria il più delle volte andrà male. Lo stiamo provando sulla nostra pelle in serie A.

Negli ultimi anni abbiamo avuto esempi illustri. Il primo nome che viene in mente è quello di Milan Skriniar, promesso sposo del PSG ma che l’Inter trattenne rinunciando a una cifra cospicua e, di fatto, all’acquisto di Bremer. Risultato: stagione pessima del centrale slovacco e partenza un anno dopo a parametro zero. Tornando anche più indietro possiamo prendere anche il caso Belotti. Il presidente Cairo rinunciò a una grande offerta per lui negli anni in cui segnava a raffica. Rimasto a Torino iniziò il declino, con sempre meno reti messe nel sacco e malumori che portarono a una cessione con molto meno guadagno.

Quest’anno la storia si è ripetuta non una ma ben tre volte. I tre casi di questo genere sono quelli di Dia, Samardzic e Berardi.

Il senegalese della Salernitana, dopo una grande scorsa annata condita da 16 reti, in estate era stato ammaliato dalle sirene della Premier League. L’atteggiamento del giocatore non è stato gradito dalla dirigenza campana, la quale non accettando l’offerta inglese ha trattenuto Dia. Il risultato è stato l’esclusione per alcune partite dell’attaccante salvo poi reintegrarlo. Il rendimento ovviamente è stato sotto la media, solamente 4 gol in 16 presenze fino ad ora. Adesso l’ultimo e probabile definitivo capitolo, il rifiuto di entrare a Udine e la conseguente messa fuori rosa. Quasi certamente a fine stagione ci sarà l’addio.

Lazar Samardzic ad agosto era praticamente dell’Inter. Visite fatte, saluto ai nuovi tifosi e alloggio prenotato. Poi il ribaltone. Il padre manager del ragazzo ha ritrattato le condizioni già accettate in precedenza da altri intermediari. Società nerazzurra e Udinese irritate ma morale della favola il centrocampista torna e rimane a Udine. Più bassi che alti nell’attuale torneo ma a gennaio ecco la nuova proposta. Ci prova il Napoli, anche lì tutto fatto ma in fotocopia ecco i problemi di ingaggio. Un’altra trattativa flop e Udinese che sembra ormai una prigione dorata. Calano ancora di più le prestazioni, le panchine primeggiano sulle gare da titolare. Il talento serbo sarà ancora destinato a grandi palcoscenici? Lo sapremo quest’estate. Una cosa è certa, le precedenti vicende non sono un buon biglietto da visita.

Concludiamo con il più sfortunato ma anche il più chiacchierato negli anni. Domenico Berardi sembra ogni stagione in procinto di lasciare la sua comfort zone, quel Sassuolo che lo ha reso grande. Alla fine, però, resta sempre dov’è, anche nelle ultime sessioni pareva fosse arrivato il momento di cambiare. La Juventus era molto interessata e vicina a lui, ma alla fine, come ogni anno, il nulla di fatto. Lui china il capo e prosegue sulla sua strada. Buon inizio con i neroverdi, gol pesanti a Juve e Inter. Qualche infortunio rallenta sia lui che il Sassuolo. La squadra precipita in zona retrocessione. Domenica il doloroso epilogo. Al rientro in campo Berardi prova a scattare ma il tendine d’Achille cede e si rompe. Il fato gioca un brutto scherzo all’esterno che dovrà saltare l’Europeo così come la prima parte della prossima stagione.

Il Sassuolo ora rischia la B e senza il suo capitano sarà ancora più difficile. L’ennesima permanenza non è stata fortunata, la sfortuna ha deciso per la strada più dura, ora risalire sarà davvero faticoso.

Glauco Dusso

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