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Teo Teocoli: “Un’infanzia povera che mi ha temprato ed ha alimentato la mia fantasia, una molla indispensabile che mi ha portato al grande successo”

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Amante dello sport che segue a 360 gradi, uno spirito libero, ma anche un artista vero con una mente brillante sempre vogliosa di creare, con l’intento di far ridere e far star bene gli altri. Immagina sempre nuovi personaggi, ma ad oggi ama il teatro e con la sua compagnia ha raggiunto i 25 anni di spettacoli

Abbiamo avuto l’enorme piacere di poter intervistare telefonicamente il grandissimo Teo Teocoli, un’interessante e simpatica chiacchierata, quasi come due amici, piuttosto che come due professionisti e di questo gli sono molto grato. Il brillantissimo Teo è famoso per i suoi innumerevoli personaggi tramite i quali realizzava alla perfezione le parodie di uomini dello spettacolo o dello sport o anche di semplici personaggi inventati, ma che hanno sempre riscosso enorme successo anche grazie alla sua eccezionale bravura, tra gli altri ricordiamo i più noti: Felice Caccamo, Peo Pericoli, Gianduia Vettorello. Muove comunque i suoi primi passi come cantante e per un breve periodo è la voce dei “Quelli” (la futura Premiata Forneria Marconi). Nella sua discografia ci sono diversi singoli a partire dalla seconda metà degli anni ’60. Il primo successo televisivo arriva su Antennatre Lombardia nel duo con Massimo Boldi, nella trasmissione Non lo sapessi ma lo so (1982). Successivamente, in quella che allora era la Fininvest, prende parte a trasmissioni come Drive In (dal 1986 al 1988), Una rotonda sul mare, Emilio (’89) dove propone il personaggio di Peo Pericoli. E’ Co-conduttore di trasmissioni come Mai dire goal (dal ’92 al ’95) e Scherzi a parte (dal ’92 al ’95 e 2002/2003) oltre ad un breve periodo a Striscia la notizia. Nel 1997 passa in RAI dove conduce il varietà Faccia tosta; nel 1998/’99 e ’99/2000 è ospite fisso a Quelli che il calcio, dove porta parodie esilaranti come quelle di Cesare Maldini e Peppino Prisco. Nel 1999 riceve il Premio Regia Televisiva per il miglior personaggio maschile dell’anno. Nel 2000 conduce il 50º Festival di San Remo. Ancora in RAI è ospite fisso alla Domenica Sportiva dal 2006 al 2010. Nel 2014 ha inoltre partecipato, in qualità di concorrente, a Ballando con le stelle in RAI. Innumerevoli anche le sue partecipazioni in film di successo come Grandi Magazzini, Missione eroica – I pompieri 2, Abbronzatissimi e tanti altri.

Teo Teocoli impersona Cesare Maldini

Chi è Antonio Teocoli oggi?

Oggi Antonio Teocoli, detto Teo, è il ragazzo di sempre, anche se sono vicino agli 80, vivo come ho vissuto tutta la vita, cioè basandomi molto sul mio spirito libero, anche sulla mia ignoranza di tantissime cose, ma con una fantasia enorme, maturata avendo passato un’infanzia molto povera.

Lei è nato a Taranto, ma ha vissuto i suoi primi anni a Reggio Calabria e poi la sua famiglia si è trasferita a Milano.

I miei genitori si sono spostati a Milano per lavoro, ma io ero rimasto a Reggio Calabria con mia nonna, il periodo più bello della mia vita! Dopo 2 o 3 anni raggiunsi i miei a Milano, ma faceva freddo e mi ammalavo, così si decise di rimandarmi a Reggio e con la freccia del sud (nome di fantasia ndr) che all’epoca impiegava 5 giorni per arrivare (risate a profusione), raggiunsi nuovamente mia nonna.

Sappiamo dei suoi trascorsi di salute non sempre positivi, ma sui quali lei ha sempre tenuto un grande riserbo. Possiamo dire che la riservatezza è anche un po’ una prerogativa dei comici? Sempre allegri fuori per far divertire gli altri, ma con un animo tutto sommato sensibile forse più della media?

Sì, forse perché lo star bene di un comico vuol dire divertimento, gioia, compagnia, vuol dire tante cose a differenza dello star bene di altre persone. Un comico è abitualmente visto come un fenomeno di vita, di suggestione, di cose ridicole e se sta male la cosa viene probabilmente un po’ esaltata, ma io questo non l’ho provato. Ho però, purtroppo, provato e provo la sofferenza per l’assenza di tanti amici, soprattutto quelli del Derby che se ne sono andati quasi tutti, Jannacci, Toffolo, Andreasi, Villaggio, Lauzi e tanti altri. Al mio arrivo al Derby avevo solo 20 anni e loro erano più grandi, quindi è la vita. Comunque io sto bene di salute, ma certo dovrei smettere di fumare, con l’enfisema, non pesantissimo ma che c’è, dovrei smettere e ci sto mettendo tutto il mio impegno.

Ci ricorda i suoi inizi di carriera, magari anche con qualche aneddoto?

Era una vita fatta di poco e pretendevamo anche poco. Milano era grande come oggi, ma ci si arrangiava. Ad esempio c’era e c’è ancora un negozio che si chiama “Milanfisa” che ci faceva credito e lì compravamo gli strumenti pagandoli un po’ alla volta.

Professionalmente, se potesse tornare indietro, cambierebbe qualcosa?

Ho perso delle occasioni clamorose, ma non le rimpiango. Qualche giorno fa hanno premiato Caterina Caselli (Premio Film ImpresaPremio speciale Ferrovie dello Stato ndr) ed ho ripensato ad un lontano passato. In un palazzo a Piazza Cavour a Milano, all’ultimo piano, c’è una sala d’incisione e lì ci siamo ritrovati, tanti anni fa, Mariano Detto, Miki Del Prete ed io ed ho cantato “Nessuno mi può giudicare“, in maniera perfetta a detta di tutti i presenti. Prove su prove, tutte perfette, ma poi, “purtroppo”, è arrivato Adriano Celentano che mi diceva che quella era una brutta canzone, altrimenti l’avrebbe fatta lui e finì che non la cantai. Sappiamo tutti poi l’enorme successo che ha avuto. Pensa che Celentano diceva anche che Lucio Dalla non avrebbe venduto nemmeno un disco (risate). Ogni tanto sentenziava su cose incredibili e spesso si faceva finta di niente, ma lui era fatto così.

Celentano Vs Celentano – Teo Teocoli nelle vesti del suo amico Celentano si confronta con il vero Adriano

Ho avuto il grande piacere di incontrare ed intervistare il suo amico Massimo Boldi (Leggi qui) un mito della comicità italiana.

Agli inizi lui faceva il batterista in un gruppo di quattro elementi e mi propose di farne parte e così nacque la nostra amicizia. Abbiamo lavorato insieme per 10 anni ed incontrato il successo facendo un duo su Antennatre Lombardia e da allora le nostre carriere sono state piene di grandi soddisfazioni.

Teo, lei ha preso parte a diverse trasmissioni sportive, solo per lavoro o anche perché spinto dalla sua passione per il calcio?

E’ stata un po’ un’intuizione. Le riporto un esempio per spiegarle. Ero amico, tra gli altri, di Cesare Maldini e il Commendator Zampetti (Guido Nicheli) due persone completamente diverse, con Cesare molto serio e Guido che faceva ridere anche senza volerlo. Un giorno eravamo insieme durante una partita di calcio all’Idroscalo, la palla vola lontano e Cesare con la sua tipica corsa da ex calciatore va a recuperarla impiegando però un bel po’ di tempo, quindi io da lontano gli grido: “Tira questa palla” imitando però la sua voce, talmente bene da stupire tutti, compreso lo stesso Cesare che aveva praticamente sentito la sua voce. Quindi da lì nacque la parodia di Cesare Maldini in contemporanea con la trasmissione Quelli che il calcio dove leggevo la formazione della Nazionale italiana con la voce e le sembianze di Cesare.

Come è nata la sua passione per il Milan e quando?

Quella è una passione nata nel dopoguerra, pensi che nel dopoguerra c’erano due domande per identificare da che parte eri e cioè “Coppi o Bartali?” e “Milan o Inter?”. Io risposi Milan ed è un amore forte che ancora resiste.

Ha qualche ricordo particolare o aneddoto sui calciatori o dirigenti rossoneri? Siano essi del presente o del passato.

C’è stato un periodo in cui mi occupavo anche dell’ordine pubblico a San Siro, non in maniera ufficiale ovviamente. Ricordo il giorno che vincemmo lo scudetto, il decimo, c’era il secondo anello inagibile, ma era occupato da 20.000 persone, arrivò anche il mio amico Gianni Rivera che cercò di parlare con quella parte di pubblico chiedendo di scendere dal secondo anello, poi altri dirigenti e da quella parte iniziò un coro con “fatevi i … vostri, fatevi i … vostri! (Milan-Bologna 0-0 del 6 maggio 1979). Sono stato molto amico di tanti ex calciatori, come ad esempio Pierino Prati che, a dispetto del suo soprannome “la peste“, era un ragazzo molto timido e mi dispiace tanto che la sua scomparsa sia passata inosservata. Le racconto una chicca simpatica su Diego Abatantuono. Sugli spalti di San Siro, nella fila di posti con me c’erano tanti amici e artisti famosi, mentre Diego che stava diventando sempre più grande e famoso artisticamente, era una decina di file sotto di noi. Quando segnava il Milan Diego si alzava urlando di gioia e sventolando la bandiera del Milan per poi alzare lo sguardo verso di noi che invece, per sbeffeggiarlo, guardavamo dall’altra parte.

Cosa pensa delle ultime stagioni con Stefano Pioli alla guida tecnica e del suo allontanamento?

‘Padre’ Pioli era perfetto, nel parlare, nello scegliere, poi quando faceva gli esperimenti perdeva alla grande. Lo scudetto lo abbiamo vinto ringraziando l’Inter.

Chi vorrebbe alla guida del Milan del futuro?

Noi abbiamo bisogno, o più probabilmente è un mio desiderio, di un giovane con gli attributi, con la presenza, con la parlantina giusta. Si potrebbe quindi puntare su tecnici come De Zerbi.

Progetti per il futuro?

Al momento mi interessa in maniera molto relativa andare in tv, preferisco continuare a fare teatro con la compagnia con la quale mi esibisco da 25 lunghi anni. Se ci fosse la possibilità, mi piacerebbe fare la parodia di Don Lurio, magari riaprendo il mitico Derby, il tempio della comicità degli anni ’60/’70/’80 e dove sono nati tanti dei più grandi artisti di quella generazione.

Fonti foto: libero.it; ilsecoloxix.it; repubblica.it

Luigi A. Cerbara         

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