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Massimo Donati: “Nel Milan è il gruppo che fa la differenza. La Nazionale deve ritrovare gli stimoli giusti”

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Abbiamo chiacchierato con l’attuale allenatore di calcio ed ex centrocampista (tra le altre) di Atalanta, Milan, Torino, Sampdoria, Palermo, Verona e Celtic (con cui ha vinto un campionato scozzese nel 2008), facendogli qualche domanda sulle sue ex squadre e non solo. Ecco cosa ci ha raccontato tra curiosità, ricordi ed attualità

Siamo tutti rammaricati per la Nazionale, con la qualificazione al Mondiale in Qatar ancora in bilico. Cosa non ha funzionato nelle ultime partite? Più l’approccio mentale o quello tecnico-tattico?

Entrambe le cose. Dopo una grande vittoria come quella dell’Europeo è normale venga inconsapevolmente meno la fame di dimostrare il proprio valore in campo. Bisogna ritrovare gli stimoli e la cattiveria giusta, ripartendo dalle qualità della squadra. Dal punto di vista tattico serve una prima punta quando gli esterni non riescono a saltare l’uomo.

Chi sono i giocatori fondamentali del Milan? Tra Napoli ed Inter qual è l’ antagonista più pericolosa per i rossoneri?

E’ il gruppo a fare la differenza. Sono tutti coesi e fondamentali. Pioli ha aggiunto la determinazione nel raggiungere l’obiettivo amalgamando ancora di più il collettivo. Tra le inseguitrici io direi il Napoli perché rispetto agli ultimi anni sta dimostrando una maggiore continuità nei risultati.

I punti forti dell’Atalanta?

Sono 5-6 anni di fila che gioca ad alti livelli. E’ da prendere come modello. Come dice Pep Guardiola “giocare contro l’Atalanta è come andare dal dentista” (ndr, ride).

I meriti di mister Tudor per questo grande approccio col Verona?

Sono meriti soprattutto che riguardano l’approccio mentale. Basti pensare a giocatori come Kalinic e Simeone, che erano un po’ sottotono, completamente rivitalizzati dopo il suo arrivo. Ha saputo trovare le chiavi giuste per farsi ascoltare.

Che rapporto avevi con Bortolo Mutti e Gian Piero Gasperini? A chi o cosa ti sei ispirato per diventare allenatore?

Mutti per me è come un padre, perché mi portava ovunque si potesse. La stima che aveva per me era assolutamente reciproca. E’ una persona pura e anche rara da trovare in questo mondo. Non a caso ancora ci sentiamo. Da Gasperini invece ho preso spunto dal punto di vista tecnico.

Una curiosità personale. In Bologna-Messina il 7 novembre 2004 al tuo posto entra in campo Simone Eramo (ndr, il fratello della sottoscritta) per il suo esordio in serie A. Che ricordi hai di lui?

Mi ricordo bene di lui perché era un bravo ragazzo, molto educato, che si allenava con costanza.

Stasera il tuo grande amico Duccio Curione, nostro nuovo collaboratore, parlerà di calcio in qualità d’insegnante di educazione fisica nel programma “Il Collegio” su Rai2. Che tipo di persona è?

Duccio è un ragazzo che ha conoscenze e si applica molto. Oltre ad essere una bravissima persona non aspetta che gli capitino le cose ma si crea le opportunità, morde veramente alla vita. Lo stimo per questo.

Quali sono le principali differenze tra il campionato italiano e quello scozzese?

In Scozia si pensa meno alla tattica, ai moduli, alle polemiche. E’ solo sport. E’ un approccio sicuramente più genuino e distensivo.

Il ricordo più emozionante vissuto come calciatore? Quello invece come allenatore?

Da mister l’emozione più grande è stata quando, dopo varie esperienza in seconda, ho allenato in prima la Sambenedettese. Come giocatore le vittorie con la maglia del Milan ma soprattutto l’aver disputato la Champions League col Celtic. Non dimentico le partite contro il Barcellona o quel gol segnato al 92’ allo Shakhtar Donetsk (ndr, era il 28 novembre 2007 e quella rete permise ai suoi di passare agli ottavi vincendo per 2-1).

Da tre anni sei opinionista e commentatore per DAZN. Il tuo futuro è solo nel calcio o spazierai altrove?

La mia vita è il calcio, quindi continuerò in questo mondo, ma ho anche altri interessi come l’arte. Amo molto lo scultore giapponese contemporaneo Shozo Shimamoto mentre in Italia tra i giovani emergenti si distingue Matteo Negri.

Fonti foto: youtvrs, magliarossonera, calcioatalanta, milanlive e napolimagazine

Erika Eramo

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