L’ex attaccante campione del mondo Paolo Rossi se ne è andato a 64 anni per un tumore ai polmoni
Cosa resterà degli anni ’80 è il titolo di un brano celebre scritto e interpretato da Raf al Festival di SanRemo nel 1989. A livello calcistico in Italia i due più grandi eventi di quel decennio avvengono nel 1982 e nel 1984. Pablito Rossi nell’82 in Spagna trascina a suon di gol la Nazionale azzurra sul tetto del mondo e due anni più tardi il fuoriclasse assoluto Diego Armando Maradona si presenta da giocatore del Napoli al calcio italiano nello stadio San Paolo. A distanza di pochi giorni il mondo del pallone ha perso due icone: Diego e Pablito. Adesso cosa resta? Resteranno per sempre le immagini video dei loro gol ma soprattutto le gioie che i due fuoriclasse hanno saputo regalare a milioni di tifosi.
Pablito, questo soprannome gli venne attribuito durante il Mondiale del ’78 in quanto l’attaccante si mise in luce con la maglia azzurra segnando tre reti, era una punta d’area di rigore, un rapace, che si sapeva muovere con intelligenza negli spazi senza palla, il suo essere rapido rubava tempo agli avversari.
Nella stagione 76/77 nel Vicenza in B con 21 reti vince la classifica cannonieri e l’anno seguente in A si ripete sempre con i colori biancorossi addosso, vittoria nella classifica dei bomber con 24 reti. In quell’anno il Vicenza conquista uno storico secondo posto alle spalle della Juve (nella stagione successiva il bottino di reti di Pablito si ferma a 15 sempre con la casacca del Vicenza, mentre il Perugia senza sconfitte si classifica dietro al Milan campione). Proprio il Perugia nel ’79 acquista Paolo Rossi dal Lanerossi Vicenza grazie anche alla prima sponsorizzazione sulle maglie di una squadra di A. Settimo posto e 13 centri. Poi il buio dello scandalo calcioscommesse con due anni di squalifica per Paolo. Alla fine del tunnel arriva la Juventus. In bianconero trionfa sia in Italia, 2 scudetti e 1 Coppa Italia, che all’estero, Coppa dei Campioni, Coppa delle Coppe e SuperCoppa europea. Le ultime due esperienze con il Milan e Verona sono poco felici ed è costretto a chiudere a soli 31 anni la sua carriera per problemi alle ginocchia.
In Nazionale stupisce tutti nel Mondiale del ’78 in Argentina andando a segno per tre volte. Quattro anni più tardi il ct Bearzot crede in lui nonostante due anni di squalifica legati al calcioscommesse. Nel Mondiale in Spagna Pablito si scatena riscattando una Nazione intera dagli anni di piombo a livello sociale e politico e dallo scandalo totonero che aveva attanagliato il nostro campionato. Tripletta al Brasile stellare, doppietta in semifinale alla Polonia e gol nella finalissima contro la Germania. Campione del mondo del 1982 e primo nel Pallone d’oro dello stesso anno.
Dalle sabbie mobili al mito!
Da noi è intervenuto sia per il sito clicca qui che per la rivista clicca clicca qui
Questa è la sua frase che ha lasciato per noi:
Il saluto di Erika Eramo:
Per tutti è Pablito, il ragazzo del Mundial ’82 e Pallone d’oro. Per me rimarrà soprattutto uno dei giocatori con cui si era instaurata fin dalla prima intervista una simpatia immediata. Quattro anni fa Paolo inconsapevolmente mi fece un complimento che per me ha sempre avuto il valore di un mantra lavorativo. Era la fotografia di quello che avevo vissuto e che nessuno -neanche chi mi conosce- aveva descritto così bene e in maniera sintetica: “Tu in testa e gli altri dietro che ti succhiono le ruote…”. Dotato di una fervida e ficcante intelligenza non solo sui campi di calcio ebbi l’occasione poi di intervistarlo ancora altre volte e furono sempre scambi interessanti. Mi riempiva di orgoglio essere da lui stimata. Mi perdonerete perciò se oggi tutti i miei canali social saranno dedicati esclusivamente a lui. Grazie di tutto Pablito ho intenzione di rimanere in testa ancora più di prima per renderti degnamente omaggio e dimostrarti che quella stima non era mal riposta. Erika Eramo
Un caro saluto a te Pablito Rossi. GRAZIE a nome di tutta la Nazione!
Noi tutti di Passione del calcio ci stringiamo forte al dolore dei familiari.
Fonti foto: Leggo.it; IlGazzettino.it; FanPage.it; Bwin.it; Calcissimo.com
Stefano Rizzo