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Paolo Rossi: “La Juventus ha il 30% di possibilità di passare contro il Bayern Monaco”

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Abbiamo intervistato Pablito, ex attaccante bianconero (che ha giocato a fine carriera col Milan e con l’Hellas Verona) e uomo simbolo del Mondiale ‘82, in cui si laureò miglior marcatore del torneo con 6 reti. Memorabile fu la vittoria contro il titolato Brasile, una tra le partite più esaltanti del calcio mondiale, nota come la tragedia del Sarrià. Nel suo palmares anche una Coppa dei Campioni con la Juve, 2 Scudetti con i bianconeri e un titolo capocannonieri con il Vicenza

La Juventus, dopo il 2-0 di ieri contro l’Inter, è ormai la grande favorita per lo scudetto?

Sicuramente ha una maggiore esperienza, grande qualità a disposizione grazie alla “panchina lunga” ed è più abituata a vincere. Dobbiamo sospendere il giudizio in attesa di  Fiorentina-Napoli. La reazione dei partenopei, che meritano comunque il posto che hanno in classifica, sarà decisiva. L’aspetto mentale è il fattore determinante.

I bianconeri riusciranno nell’impresa contro il Bayern Monaco?

In Champions il discorso è più scivoloso. Se ci dovessimo basare sul primo tempo visto tra le due compagini allo Juventus Stadium direi di no, se invece la squadra scenderà in campo motivata come nel secondo tempo tutto diventa possibile. Le probabilità di passare sono al 30%.

Cosa pensa della rimonta del Milan nel girone di ritorno? E qual è stata la chiave per la svolta?

Il Milan ha pagato inizialmente, un po’ come è avvenuto alla Juve, il fatto di avere giocatori nuovi e di non trovare un assetto. Ora è semplicemente più quadrato e c’è soprattutto un maggior equilibrio.

Dove può arrivare la nostra Nazionale all’Europeo in Francia?

L’Italia è forte, anche se è difficile prevedere fin dove possa spingersi. Le basi ci sono tutte. I padroni di casa così come i tedeschi possono far bene, ma noi abbiamo in Conte un fortissimo motivatore, che saprà dare lo sprint giusto ai giocatori.

Se fosse il ct su chi punterebbe?

Su attaccanti come Zaza, Immobile e Eder. Verratti poi è il nuovo Pirlo. Non dimentichiamoci  i veterani Buffon, Chiellini, Bonucci e Marchisio.

Per lei l’82 fu d’oro visto che vinse tutto: Mondiale, classifica capocannonieri dello stesso e pallone d’oro. Se dovesse scegliere un solo momento, il ricordo più bello di quell’anno?

Sceglierei la partita contro il Brasile, perché è stata la svolta del Mondiale e della mia carriera. Sembrava veramente una favola. Non c’è un altro giocatore che abbia segnato 3 gol ai verdeoro.

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C’è un premio che non tutti conoscono, La bici del goleador*, istituito da Gianni Savio nel 1978, di cui lei è stato insignito. Cosa rappresenta? Ha praticato anche il ciclismo?

E’ un bel ricordo. Un premio che abbina due sport contrassegnati dallo sforzo. Ciclismo e fatica è il binomio per antonomasia, ma anche nel calcio non si scherza. Vado in bici. Ovviamente ho praticato questa disciplina in maniera amatoriale.

 *Il primo premio fu consegnato proprio a Paolo Rossi. Dopo di lui tra gli altri si ricordano Michel Platini, Marco Van Basten, Diego Armando Maradona, Andrei Shevchenko e David Trezeguet.

Erika Eramo

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