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Mario Pennacchia: “Francia-Croazia sarà decisa da un colpo di genio. Occhio a Mbappè e Modric”

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Abbiamo intervistato l’autorevole giornalista e scrittore, che ha collaborato col Corriere dello Sport e la Gazzetta dello Sport e scritto numerosi libri in ambito sportivo, chiedendogli un’opinione su questo Mondiale e sulla storia del calcio italiano. Ci ha fatto anche i nomi del calciatore più forte di sempre e del più decisivo per la Lazio

Un suo pronostico sulla finale di domenica?

Non è di facile previsione perchè concorrono tanti fattori: psicologici, fisici…Tecnicamente Francia e Croazia si equivalgono. Credo che la partita sarà decisa da un colpo di genio di uno dei tanti fuoriclasse in campo.

Che spunti ha preso da questo Mondiale?

Il livello generale è inferiore rispetto a quello a cui siamo stati abituati in passato. Prova ne è che i grandi come Messi, Cristiano Ronaldo e Neymar sono usciti quasi subito. Le note positive sono state le figure di Mbappè e Modric, che hanno illuminato la manifestazione.

Sia nel ’58 che nel 2018 l’Italia non si è qualificata. Che differenze tra oggi e 60 anni fa?

Nel ’58 c’era un certo Pelè. Quest’anno l’Under 20 che si è messo in luce è appunto Mbappè. Anche allora rimanemmo a guardare ma la qualità tecnica era completamente diversa. Sessanti anni fa ci fu la crisi della federazione, così come nel ’66 (a cui risale infatti la famosa disfatta con la Corea). La storia, come si è visto recentemente, si è ripetuta.

Tornando alla finale di Russia 2018. Francia e Croazia meritano di essere arrivate fin qui? Quali squadre le sono piaciute?

Sì lo hanno meritato. Mi sono piaciute molto anche il Belgio e il Senegal.

Il calciatore più forte di sempre?

Pelè senza dubbi.

Nella storia del calcio italiano quale è stata la migliore Juve, il miglior Milan…?

Non si può dire. Come si fa a scegliere tra il Milan di Nordahl e Liedholm o quello di Van Basten? Stessa cosa: la Juve del ’50 con Parola e Muccinelli era incredibile, così come quella degli anni ’80 con Platini. Vale anche per le altre big il ragionamento.

Il giocatore della Lazio più forte e quello a cui è più legato?

Un solo nome: Silvio Piola.

La Nazionale italiana più bella?

Quella del ’38, perchè scoprii il calcio. La partita contro la Francia fu la prima che seguii alla radio.

Lo ha ancora conservato il quadernetto in cui segnava tutte le formazioni delle squadre?

Sì ma ho smesso di aggiornarlo quando sono andato in pensione.

Cosa le piace del giornalismo di oggi e di un tempo?

Preferisco non rispondere sui tempi di oggi. Dico solo che ho avuto la fortuna di far parte della vecchia generazione e di avere avuto sei maestri d’eccezione: Bruno Roghi (il primo in assoluto), Antonio Ghirelli, Gianni Brera, Gualtiero Zanetti, Gino Palumbo e Candido Cannavò.

Fonti foto: Laziopress e gazzetta

Erika Eramo

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