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Daniel Bertoni: “Mi dispiace non aver vinto lo scudetto in Italia, ho avuto 4 possibilità”

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L’ex ala argentina campione del mondo nel 1978 è contento per il successo dell’Albiceleste in Copa America e fa i complimenti agli azzurri neo campioni d’Europa

Per la prima volta passionedelcalcio intervista un ex calciatore straniero campione del mondo e che ha segnato nella finalissima vinta, direttamente da Buenos Aires siamo entrati in contatto con Daniel Bertoni.

Bertoni con la squadra argentina Independiente ha conquistato negli anni ’70 un campionato, 3 Cope Libertadores e 1 Coppa Intercontinentale trionfando in partita secca all’Olimpico di Roma contro la Juventus (in quell’occassione in veste di finalista in Coppa Campioni per sostituire l’Ajax campione d’Europa bocciato per problemi finanziari). Ha giocato poi per il Siviglia e negli anni ’80 Bertoni, soprannominato Puntero, ha militato con la Fiorentina, il Napoli e l’Udinese. Con la Nazionale argentina si è laureato campione del mondo nel ’78 realizzando il definitivo 3-1 contro l’Olanda nei supplementari della finalissima.

Ci descrive la vittoria dell’Argentina in Copa America? Non succedeva dal 1993.

Sono contento e soprattutto sono soddisfatto per molti giocatori di questa generazione, Messi, Aguero, Di Maria su tutti, che sono riusciti a vincere con la Nazionale dopo diverse finali perse. Sia Messi che Neymar non hanno disputato una grande finale ma non era facile perchè tutte e due le selezioni pensavano solo a distruggere il gioco. Si stava sempre a terra, i minuti effettivi saranno stati pochissimi. Troppa tensione e troppa emozione. Gli argentini sono stati superiori nella grinta. Mi aspettavo che chi segnava per primo avrebbe poi vinto e così è stato. Sinceramente negli ultimi anni l’Argentina e il Brasile sono calate e in questo momento non sarebbero all’altezza di conquistare un Mondiale. Messi doveva vincere perchè se lo meritava.

A proposito di Messi, può ottenere un altro pallone d’oro e per lei resterà al Barça?

No, ci sono giocatori che in questo 2021 meritano di più di lui di arrivare primi nella classifica del pallone d’oro. L’accordo tra Messi e il Barça sembra vicino ma fino a quando non arriva l’ufficialità tutto può succedere.

Lei ha giocato con Diego Armando Maradona sia nell’Argentina che nel Napoli, che rapporto c’era tra di voi?

E’ stato tra i migliori di sempre, il più forte della sua epoca, come lo sono ora Messi e Cristiano Ronaldo. Ci rimase male per l’esclusione al Mondiale del ’78 disputato in Argentina in quanto ritenuto dal ct Menotti evidentemente troppo giovane. Per lui fu un pugno allo stomaco e si lasciò andare a un pianto disperato. Faceva parte della pre lista. Quando vidi dopo il Mondiale Diego gli dissi che nell’edizione iridata del ’74 capitò anche a me di essere escluso, ma quattro anni più tardi diventai campione del mondo. Come è successo a me succederà anche a te e così è stato. Anzi Maradona oltre a vincere il Mondiale del 1986 realizzò in quel torneo la rete del secolo! Mi invitava sempre ai suoi compleanni.

Luque, Kempes e Bertoni festeggiano la vittoria del Mondiale

Cosa ha provato quando ha siglato la rete del 3-1 contro l’Olanda nella finale Mondiale del 1978?

Ho capito subito che sarei entrato nella storia. Sono tra i pochi ad aver vinto e segnato in una finale Mondiale. Qui in Argentina tutti si ricordano che nella finale del ’78 a Buenos Aires sono andati a segno Kempes, doppietta, e Bertoni.

Come guidica il trionfo dell’Italia ad Euro 2020?

L’Italia è stata brava a battere l’Inghilterra in una finale tirata. La Francia era la più forte ma il ct Deschamps ha sbagliato tenendo Rabiot terzino sul 3-1 contro la Svizzera e venendo poi rimontato.

Rimpiange di più la mancata vittoria dello scudetto del 1982 con la Fiorentina perso contro la Juve per via di alcune decisioni arbitrali discutibili o per essere andato via dal Napoli nel 1986 l’anno prima del tricolore vinto dalla squadra partenopea?

Rimpiango di non aver vinto neanche uno scudetto!

Nel 1982 le decisioni arbitrali furono molto strane, io non feci assolutamente fallo al portiere del Cagliari (annullato gol di Graziani) perciò la Fiorentina doveva andare sullo zero a uno (finì 0-0). Lo slogan a Firenze fu ‘meglio secondi che ladri’ riferito alla Juve, io lo trasformai in ‘meglio ladri che secondi’, avevo troppa rabbia! Poi durante l’estate mi volle il presidente della Roma Dino Viola ma la Fiorentina non mi lasciò andare perchè puntava forte su di me. Io amo ancora oggi la Fiorentina e perciò rimasi con piacere, ma la Roma vinse lo scudetto in quella stagione. Nell’estate del 1984 dissi di no alla corte del Verona perchè volevo andare al Napoli per giocare con Maradona. Il Verona vinse il tricolore nel 1985. Siamo a tre possibilità svanite di essere campione d’Italia. Arrivò anche la quarta: era l’estate del 1986 e c’erano dei contrasti tra me e l’allenatore del Napoli Ottavio Bianchi e il dirigente dei club partenopeo Italo Allodi e mi spedirono all’Udinese. Il Napoli nel 1987 si laureò campione d’Italia.

Bertoni e Maradona nel Napoli

Fonti foto: InfiernoRojo.com; Wikipedia.org

Stefano Rizzo

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