In questa pausa di campionato dettata dagli impegni della Nazionale abbiamo effettuato il punto della situazione con un grande attaccante degli anni sessanta
Abbiamo avuto il piacere di contattare telefonicamente l’ex attaccante degli anni ’60 Alberto Orlando.
Orlando ha militato nella Roma, con la quale ha alzato al cielo nel ’61 la Coppa dell Fiere, e nella Fiorentina, squadra in cui si è laureato capocannoniere in A con 17 gol alla pari di Sandro Mazzola dell’Inter. Inoltre Orlando ha giocato anche nel Torino e nel Napoli.
Il Napoli può raggiungere il traguardo dei 100 punti in A?
In queste condizioni qualsiasi meta è raggiungibile per il club partenopeo. Devo constatare che il tecnico Spalletti ha saputo compattare il gruppo rendendolo eccezionale. Gira tutto bene. Ogni giocatore che scende in campo è motivatissimo. La squadra sta dando delle soddisfazioni enormi ai propri tifosi. Il Napoli non ha rivali in campionato, è una stagione anomala per le assenze di tutte e tre le grandi del nord nella lotta scudetto ma ciò non incide sui meriti della capolista. Gli azzurri sono indubbiamente troppo più forti rispetto agli avversari, hanno un gran gioco e un duo d’attacco incredibile composto da Osimhen e Kvara. Faccio i complimenti alla dirigenza per questi due colpi sensazionali.
Per la Roma è più fiducioso per la corsa al quarto posto o per l’Europa League?
Ritengo che la Roma faticherà a centrare l’obiettivo della qualificazione alla Champions. Il derby perso è una mazzata per tutto l’ambiente. C’è da dire però che ai miei tempi era più sentito dai giocatori perchè c’erano pochi stranieri. Noi romani sappiamo che il derby va oltre la partita in sè, l’attesa è infinita e una vittoria nella stracittadina dà un senso diverso all’intera stagione. In Europa francamente non vedo avversarie molto temibili a parte il Manchester United, la Juve e forse il Bayer Leverkusen.
Quale italiana in Europa ha più possibilità di alzare un trofeo?
Il Napoli anche se in Champions ci sono avversarie tostissime come il Bayern Monaco, il Manchester City e il Real Madrid.
In Nazionale c’è carestia di attaccanti, lei su chi punterebbe?
Immobile è un gran goleador ma in Nazionale fatica e ha 33 anni. I club italiani devono puntare di più sui nostri giovani. Ai miei tempi se eri bravo debuttavi anche da minorenne, ora le rose sono più lunghe rispetto a quelle dell’epoca in cui giocavo ma c’è sempre poco spazio per i giocatori italiani.
La Fiorentina è in ripresa, cosa sta funzionando?
I viola vivono di alti e bassi, è arrivato qualche gol in più da parte degli attaccanti. Le vittorie ti danno morale, ogni calciatore dopo un successo ha una spinta in più. Ricordo che nell’anno in cui ho indossato la maglia viola, stagione 64/65, l’allenatore Chiappella ebbe fiducia in me come punta, il mio ruolo naturale che però abbandonai nella Roma per giocare come ala destra, lo ripagai vincendo la classifica dei cannonieri. Vi racconto un aneddoto per farvi capire quanto un giocatore dell’epoca era legato alla propria squadra, ero stato per 6 anni nella Roma e mi era dispiaciuto lasciarla. A Firenze in Fiorentina-Roma ero quasi assente in campo, destabilizzato nel vedermi contro i giallorossi. Provavo rabbia nel non vestire la maglia della Roma.
A proposito di Roma, che ricordi ha della Coppa delle Fiere vinta nel ’61?
Una gioia incredibile. Eravamo una grande squadra con Cudicini in porta, capitan Losi in difesa, poi io, Carpanesi, da Costa all’andata e Lojacono nel ritorno nella doppia finale contro il Birmingham a centrocampo e in attacco Piedone Manfredini, Angelillo e Menichelli, allenatore Carniglia. Ho conservata la riproduzione in miniatura di quell’edizione della Coppa delle Fiere. Ho avuto la fortuna nella stagione del mio debutto in A, 1957/58, di giocare con Ghiggia e Nordahl due fuoriclasse come riferimento.
Ci descrive invece quelle giornata da urlo quando nel suo debutto in Nazionale realizzò 4 gol contro la Turchia nel 6-0 finale, con anche la doppietta di Rivera, gara valida per le qualificazioni ad Euro ’64?
Una giornata memorabile. La Nazionale era zeppa di campioni non come ora.
Cosa le piace del calcio di oggi?
Mi annoio quando vedo i giocatori passare il pallone all’indietro sistematicamente per larghi tratti di gara. Mi piacciono i campioni, sono l’essenza del calcio.
Fonti foto: Facebook.com; ASRTalenti.Altervista.org,; Wikipedia.org
Stefano Rizzo