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Pep Guardiola e Josè Mourinho, due filosofie calcistiche agli antipodi, ancora una volta saranno protagonisti in campo internazionale

Nel calcio vincere non è l’unica cosa che conta ma è molto importante e per arrivare al successo finale si possono percorrere più tracciati. Lo sanno bene i mister Pep Guardiola e Josè Mourinho i quali saranno nuovamente impegnati nelle finali europee con concetti relativi allo sport diametralmente opposti. Le idee di calcio di Guardiola sono il prosieguo del calcio totale anni ’70 olandese che ha avuto il suo massimo splendore con il tecnico Rinus Michels e Johan Cruijff, prima da giocatore e poi da allenatore. Le squadre allenate da Pep ovvero il Barça, dal 2008 al 2012 con 2 Champions vinte, il Bayern Monaco dal 2013 al 2016 e il Manchester City dal 2016 a oggi si sono distinte per un calcio basato sulla bellezza. Possesso palla, recupero immediato del pallone, difensori che attaccano e attaccanti che difendono sono solo alcuni dei prinicipi cardine. Pep è alla ricerca continua di nuovi accorgimenti tattici legati alle caratteristiche dei suoi giocatori. Uno studioso del calcio con una intelligenza spiccata, un regista in campo e uno stratega in panchina. Gioisce per i trionfi, 11 campionati vinti su 14 disputati come mister, ma sa anche fare i complimenti al vincitore, è capace di specchiarsi nella vittoria altrui per trarne beneficio. Si chiama arte della sconfitta, quella che conoscono solo le grandi persone. Potrebbe diventare il primo mister a conquistare per 2 volte il Triplete, sarebbe un record assoluto, infatti dopo la Premier vinta in rimonta sull’Arsenal, il City sfiderà lo United nel primo derby di Manchester in una finale di coppa d’Inghilterra e poi l’Inter in Champions, cerando il riscatto dopo la finale Champions del ’21 persa contro il Chelsea, in panchina nel City sedeva sempre Pep.

Sono tanti in Italia gli allenatori che si sono messi e si mettono in luce per sportività e bel gioco su tutti evidenziamo, senza fare torti a nessuno, Claudio Ranieri, un signore di eleganza, capace di vincere un campionato inglese con il Leicester, e Zdenek Zeman fautore del gioco offensivo, spumeggiante, divertente, con qualche pecca di troppo però nella fase difensiva.

Di contro troviamo Mourinho e i suoi simili cioè gli allenatori nel complesso antisportivi, piagnoni e polemici. La tattica di Mou è abbastanza ormai evidente, catenaccio e contropiede in campo e continua ricerca di un nemico, anche immaginario con polemiche create ad arte verso terzi, per scagliarsi contro qualcuno, unendo il gruppo e i tifosi, in questo modo inoltre distoglie l’attenzione dalle prestazioni scadenti dei propri calciatori, dal gioco poco allettante. Un capopopolo. Un maestro in tutto questo. Spesso zero sportività. Nonostante ciò i risultati sono dalla sua parte e stasera con la Roma si presta a vivere la sesta finale europea, 5 vittorie su 5, 2 Champions con Porto e Inter, 2 Coppe Uefa/Europa League con Porto e Manchester United e Conference con la Roma.

Nell’epoca dei social quasi tutto è amplificato, sicuramente anche una volta ci saranno stati allenatori più inclini alle lamentele e alle polemiche, ma non c’era la ridondanza mediatica attuale appunto e il tutto sfumava maggiormente. Ora i mister piangina con le loro dichiarazioni antisportive hanno un eco esasperato e i vari Antonio Conte, Gian Piero Gasperini, Simone Inzaghi, Walter Mazzarri e Maurizio Sarri si sono ampiamente distinti per i loro sotterfugi, si aggrappano a qualsiasi scusa dopo una sconfitta.

Alla maggior parte dei tifosi logicamente interessa però di più la coppa alzata dalla propria squadra del cuore rispetto all’atteggiamento fazioso dell’allenatore del club di cui si è sostenitori.

In Champions trionferà Guardiola o Simone Inzaghi? In Europa League Mourinho continuerà la striscia positiva di vittorie in finale?

Tra poche ore e pochi giorni avremo le risposte a queste quesiti.

Fonte foto: CompleteSports.com

Stefano Rizzo

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Giornalista e laureato in Scienze della Comunicazione

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