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Il Calcio ai raggi K

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Editoriale di Erika Eramo

Come si sono comportate le sette squadre più in vista del nostro Campionato in base alle aspettative? La mia personale classifica con i voti per il mese di ottobre 2015 (7°-11° turno di campionato) e le note a margine

Fiorentina 8: Trascinata da un sontuoso Borja Valero, stende l’Atalanta grazie al gioco fluido e al pressing alto, passeggia a Verona e surclassa il Frosinone. Ha tanti pregi, tra cui quello di aggredire il centrocampo avversario. Tutta rosa e fiori? Niente affatto. Perde di misura i due big match con Napoli e Roma: il primo a causa della spina nel fianco Higuain che sfrutta un errore in difesa, il secondo per mano dell’ex odiato Salah e del fulmineo Gervinho, abile in contropiede. In Europa è ultima nel girone dopo aver perso in casa con il Lech Poznan, fanalino di coda in Polonia. Tre gare importanti perse, eppure guarda ancora tutte dall’alto in basso perché la credibilità è intatta. Superiore.

Napoli 8: Con un fantastico Insigne ed un Higuain da urlo umilia letteralmente il Milan calando il poker, fa lo sgambetto alla Fiorentina, imbrigliandola come nessun’altra in campionato, sbanca il Bentegodi battendo il Chievo, seppur di misura, vince contro il Palermo 2-0. Si sbarazza in Europa del Midtjylland con un perentorio 4-1. What else? Unica nota “negativa” la partita a reti inviolate col Genoa. Ora è lecito sognare e puntare in alto. Non è forse per i bookmakers la favorita, insieme alla Roma, per lo Scudetto? Con Lorenzo il Magnifico e il Pipita, che richiamano alla mente Maradona-Careca e Lavezzi-Cavani, tutto è possibile. Incontenibile.

Roma 8: Gervinho, come l’Araba Fenice, risorge e riporta Garcia al centro del villaggio e la Roma fuori dalla crisi grazie al poker contro il Palermo. Continua la marcia trionfale con l’Empoli, dove segna anche De Rossi alla sua 500esima partita in maglia giallorossa. Il principino Pjanic e le sue MIRAbilanti punizioni regalano tante emozioni, ma non la vittoria contro il Bayer Leverkusen: pareggia malamente a causa di una difesa non impeccabile. A corto di centrali difensivi la Roma rimpiange principalmente Benatia, desiderato e twittato di continuo dai tifosi. Vince, gestendo bene tatticamente la partita contro la Fiorentina, sbaraglia l’Udinese ma perde, pur giocando meglio, in casa Inter. Roboante.

Inter 7: Costretta a fermarsi sia a Genova contro una Sampdoria solida e compassata, che in casa contro una Juventus quadrata. Gioca alla pari alla Scala del calcio bloccando le incursioni dei tre tenori Marchisio, Pogba e Khedira. Icardi, in astinenza da gol, è l’ombra di se stesso. Ancora un pareggio a Palermo per poi tornare a vincere come sa fare meglio, ovvero per 1-0, contro il Bologna e la Roma. La miglior difesa riesce così a contenere il miglior attacco del campionato, quello giallorosso. Due vittorie striminzite, tre pareggi, un trofeo Berlusconi vinto, un gioco non bello ma efficace, che le permette di avere gli stessi punti della Fiorentina. Davvero? Cecchina.

Milan 6,5: Sembrava il De Profundis con i quattro schiaffi presi dal Napoli. Squadra in tilt, che non regge all’impatto mentale di una partita ormai in salita. I tifosi avranno pensato ai 90 milioni spesi male in estate e giù i cori contro la società. Pareggia a Torino con i granata, vince poi all’ultimo respiro contro un ottimo Sassuolo, di misura contro il Chievo e rifilandone ben tre alla Lazio. Berlusconi nella biografia scritta da Alan Friedman “My way” ha detto: “Me ne andrò solo quando avrò vinto un’altra volta”. Parole cariche di buone speranze. Meno pindarico Mihajlovic che dice “Noi siamo una cosa a metà”. In attesa del definitivo rilancio societario, nel limbo rossonero, il giudizio è…Sospeso.

Lazio 6: Vince il primo derby inedito col Frosinone ma arriva l’ennesimo ko da sindrome di trasferta (e torti arbitrali) col Sassuolo. Protagonista Keita Balde, la Maravilla, che s’inventa un diagonale letale che scardina la difesa ciociara e un assist per Pipe Anderson. Rifiata con tre gol rifilati al Torino, mentre lo sgambetto dell’ex Reja manda in soffitta i buoni propositi di Parolo: “Non mollare mai, correre su ogni pallone e giocare l’uno per l’altro”. Torna la maledizione degli infortunati, tra cui Lucas Biglia, al suo quarto stop in un anno. Senza di lui la Lazio è addirittura costretta a rinunciare al preferito 4-3-3. Travolge per 3-1 il Rosenborg ma arriva la prima sconfitta casalinga contro il Milan. Incompiuta.

Juventus 6: Khedira, con un assist e un gol contro il Bologna, dà il primo calcio alla crisi. Marchisio riprende le chiavi del centrocampo e Pogba rientra per la notte bianca del derby d’Italia, giocandola sottotono e non all’altezza ancora della maglia numero 10. Contro l’Inter non recupera in classifica ma ritrova solidità e gioco, affrontando a testa alta l’Atalanta, battuta per 2-0. La testa è di nuovo bassa in casa del Sassuolo: basta un gol per ripiombare nel baratro e rimettere tutto in discussione. Buffon azzarda un “indegni”. Con il Borussia M’Gladbach finisce 0-0. Vince il derby della Mole all’ultimo minuto. La fortuna aiuta gli audaci, ora serve grinta e continuità per incanalarla. Impostata.

Chi scende: Due gaffes clamorose fuori e dentro il campo. Il presidente del Carpi Stefano Bonacini non ha le idee chiare, richiamando sulla panchina Castori, esonerato solo un mese fa. I giocatori cosa penseranno del doppio repentino cambio di guardia? Ad uno scherzetto post Halloween? Il giovanissimo Correa invece calcia alla Fantozzi e riesce a sbagliare un gol a porta vuota proprio sotto gli occhi di Paolo Villaggio, tifosissimo della Sampdoria. La nuvola nera incombe minacciosa in casa di entrambe.

Chi sale: Due perle italo-straniere. Se non fa notizia la qualificazione dell’Italia ad Euro2016, dopo aver battuto Azerbaijan e Norvegia, è da segnalare la storica impresa di Gianni De Biasi che porta l’Albania direttamente all’Europeo in Francia senza passare per i play-off. In Atalanta-Carpi Alejandro Gomez, detto el Papu, trova il gol da calcio d’angolo alla Massimo Palanca, O Rey di Catanzaro: traiettoria alta di interno totale, a rientrare verso il palo lungo. La bellezza di due imprese rare.

Il dispiacere: L’esonero di Delio Rossi. Al suo posto, sulla panchina del Bologna, l’altrettanto bravo Roberto Donadoni. Un in bocca al lupo a entrambi.

Il Plusvalore: Una nota a margine merita Mourinho, che nel momento più basso della sua storia da allenatore s’inventa la spettacolarizzazione della sconfitta: “E’ senza dubbio il peggior periodo della mia carriera, ma è anche un’esperienza fantastica”. Proprio lui, lo Special One, per cui contava solo vincere, ora ama la sconfitta. Che questo lo renderà forse ancora più invincibile di prima? Al momento sembra di no, eppure nel dubbio il Chelsea lo riconferma. Semplicemente: Inimitabile.

Erika Eramo

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