Editoriale di Erika Eramo
Cosa è rimasto del nostro campionato analizzando novembre (12-14 turno)? Chi sono i top e flop? Ecco per me i momenti da incorniciare e quelli da dimenticare…non tralasciando qualche osservazione su Ibrahimovic-Balotelli e sulla tragedia della Chapecoense
Top: Quella di Gasperini è la squadra che sta meglio in serie A: un mix di fisicità impressionante sui 90’ e di gioco molto spesso piacevole. Ribattezzata già la “Leicester d’Italia”, l’Atalanta è reduce da sei vittorie consecutive. I tifosi bergamaschi rievocano i tempi d’oro di Glenn Stromberg, il capitano forse più amato di sempre. Il sindaco Gori ammette: “Questa è una favola. Il segreto? Le giovanili”. C’è infatti un interesse generale verso i suoi pupilli: primo nella lista il 22enne Andrea Conti, terzino destro sul quale ha messo gli occhi mezza serie A (soprattutto la Juve che lo preferirebbe a De Sciglio per il dopo Lichtsteiner e la Roma che punta sul cognome evocativo e le indubbie qualità). La Juve ha messo gli occhi anche sullo straripante ivoriano Kessiè (possibile erede di Pogba?), il centrale Caldara (a segno insieme a Conti nel 3-0 rifilato al Sassuolo) e il centrocampista Gagliardini. Chi vivrà vedrà. Al momento la Dea è lo specchio del suo mito originario: difficile batterla nella corsa, a meno che non ci si inventi uno stratagemma alla Ippomene. Dea alla caccia dei tre punti d’oro o stop per le tre mele dal Giardino delle Esperidi bianconere?
Flop: Di solito con meno sconfitte (solamente tre) si hanno più possibilità di arrivare in fondo. Non è il caso della Fiorentina, che colleziona vittorie e pareggi da inizio campionato in egual misura (5 e 5, con la partita sospesa contro il Genoa). Le sconfitte in Europa League (cade in casa con il Paok Salonicco per 2-3 e deve aspettare l’ultima giornata per conquistare quella qualificazione ai sedicesimi che sembrava certa) e in campionato con l’Inter, unite alle polemiche con Sousa, non aiutano il morale dell’ambiente decisamente basso. La scintilla non scatta e la nota lieta, Bernardeschi, invece di unire divide ancora di più. Il mister dichiara: “Lui merita un club più ambizioso” ed è subito caos. Ora dovrà non perdere l’8 dicembre in Azerbaijan con il Qarabag (basta un pareggio, tanto per cambiare), se non si vuole sprofondare col morale sotto i tacchetti. A seguire anche il Sassuolo, lontano parente di quello visto lo scorso anno. Salvo il pareggio col Napoli perde sia con l’Atalanta con la Sampdoria, scendendo sempre di più in classifica. Perdendo a Bilbao viene matematicamente eliminato con una giornata di anticipo dall’Europa League. Dalle pianure viola alle discese neroverdi senza risalite
La crisi apparente: Il pareggio con il Lione, l’emergenza infortuni e qualche rebus tattico (3-5-2, 4-3-3 o 4-3-1-2 quale l’abito su misura?; per non parlare di Pjanic playmaker, mezzala o trequartista, quale il ruolo più calzante?) ha allarmato i tifosi, tant’è che Max Allegri ha sdrammatizzato così: “I tornei non si vincono giocando a 100 all’ora a novembre; passiamo il turno e poi pensiamo al resto”. Il gioco latita anche se si vince. Patrice Evra, dispiaciuto dei fischi dei tifosi, ammette: “Non sono soddisfatto del nostro rendimento, possiamo fare dieci volte di più”, ma invita, fiducioso nonostante tutto, a giudicare alla fine quando si festeggerà tutti insieme. Allegri-Evra e la strategia dell’ Orazio contro i Curiazi
Semaforo multicolor: Una famosa frase del Gattopardo è: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. E’ esattamente l’anima pazzerella dell’Inter, il cui cammino dimostra che, al cambio di tre allenatori (Mancini-De Boer-Pioli), continua a essere strutturalmente identica a se stessa. Il mese di novembre è probante in questo senso. Pioli ha dimenticato di aggiungere al “normalizzatore no, potenziatore sì”… potenziatore di cosa? La mentalità è il primo muscolo da potenziare
Una corona per due: Il solito Ibrahimovic, tornato in auge più per l’uscita del film sulla sua carriera che per meriti calcistici (sta facendo poco con lo United) ha ammesso: “Come Napoleone in Europa ho conquistato tutti i Paesi dove sono andato”, lasciando intendere di essere pronto per la Major League Soccer negli Stati Uniti. Peccato che lì vadano a svernare i calciatori sulla via del tramonto. Questa va aggiungersi all’altra sparata: “A Parigi avevo suggerito di cambiare la torre Eiffel con la mia statua, ma non l’hanno fatto. Se lo faranno andrò a visitarla”. Attento perché nell’immaginario comune sei già stato sostituito dall’ex maestro di intemperanze Mario Balotelli (gol a raffica col Nizza, ogni 6 minuti si vende una sua maglietta, social impazziti e aumento degli abbonamenti allo stadio del 20%). Ibra detronizzato da Super Mario in Francia? Champions di “modestia” a confronto
Un minuto di silenzio: La morte ancora una volta ci mette lo zampino mandando in avaria totale lo sport. Una squadra in frantumi quella della Chapecoense. Tre i calciatori sopravvissuti (Ruschel, Neto e Follman). Il drammatico incidente aereo di Medellin conta 71 vittime su 77. Incredulità per le ragioni dello schianto (si può morire perché manca il carburante?) e solidarietà da parte del mondo del calcio internazionale. Tanti i club brasiliani come il Santos hanno offerto i loro giocatori per concludere la stagione. Ma quale stagione? Difficile proseguirla con un pezzo di cuore andato via. Superga rivive 67 anni dopo
Erika Eramo