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Lutto nel calcio: addio Vuja Boskov

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L’ex tecnico serbo avrebbe compiuto 83 anni il prossimo 13 maggio

L’ex allenatore serbo, Vujadin Boskov, si è spento a 82 anni dopo una lunga malattia. Boskov rimarrà nella leggenda per aver vinto lo Scudetto da tecnico nella Sampdoria nella stagione 1990-91.

Tra i suoi più grandi trionfi da mister spiccano anche una Liga con il Real nell’80 e una Coppa delle Coppe con la Samp nel ’90. Boskov ha perso due finali di Coppa dei Campioni: con il Real nell’81 e con la Samp nel ’92.

In Italia ha allenato anche Ascoli, Roma, Napoli e Perugia.

Oltre ai successi, Vujadin Boskov sarà ricordato per le sue frasi celebri e i commenti mai banali nel dopogara, impreziositi dal suo italiano caratteristico: come quello dedicato a Benny Carbone, fantasista del suo Napoli nel 1994-95 –  “Benny Carbone con le sue finte disorienta avversari ma pure compagni”; oppure quando accoglieva Ruud Gullit alla Sampdoria nel 1993: “Gullit è come cervo che esce di foresta”. Poi il commento al ritorno dell’olandese al Milan la stagione successiva: “Gullit è come cervo ritornato in foresta”. Memorabile il giudizio sull’uruguaiano Perdomo del Genoa, suo avversario in molti derby della Lanterna. “Se io slego il mio cane, lui gioca meglio di Perdomo”. E ancora: “Io non dire che Perdomo giocare come mio cane. Io dire che lui potere giocare a calcio solo in parco di mia villa con mio cane”.

Ecco alcune frasi più famose del grande tecnico serbo:

L’allenatore deve essere al tempo stesso maestro, amico e poliziotto.

Se uomo preferisce fidanzata a finale di Champions forse vero amore ma non vero uomo.

Se vinciamo siamo vincitori se perdiamo siamo perditori.

Io penso che per segnare bisogna tirare in porta. Poi loro sono loro, noi siamo noi.

Dopo pioggia viene sole.

No serve essere 15 in squadra se tutti in propria area.

Non ho bisogno di fare la dieta. Ogni volta che entro a Marassi perdo tre chili.

Io penso che tua testa buona solo per tenere cappello!

Un grande giocatore vede autostrade dove altri solo sentieri.

Rigore è quando arbitro fischia.

Palla a noi, giochiamo noi, palla a loro, giocano loro.

Meglio perdere una partita 6-0 che sei partite 1-0.

Addio Vuja!

Stefano Rizzo

 

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