“Copia romana d’eroe greco, allineato in sale pompeiane accanto a dèi propizi”: così inizia una bellissima poesia di Fernando Acitelli su una delle leggende del calcio italiano nel mondo, Luigi Riva, detto Gigi, che oggi compie 73 anni
Un’infanzia sfortunata al nord (perse il padre a nove anni e venne spedito in collegio religioso con regole molto rigide) che lui riuscì presto a trasformare, con perseveranza e dedizione, in una carriera costellata di successi e riconoscimenti. Non a caso è uno dei giocatori considerati all’unanimità tra i migliori di tutti i tempi. Soprannominato per la potenza e velocità “Rombo di Tuono” da Gianni Brera, occupa la 74° posizione nella classifica dei migliori calciatori del XX secolo stilata dalla rivista World Soccer. Campione italiano nel 1970 con la maglia del Cagliari, 3 volte capocannoniere in serie A, campione europeo nel 1968 e vice-campione del mondo nel 1970 con la Nazionale Italiana di cui detiene il record di marcature con 35 gol (nelle 42 gare ufficiali con la straordinaria media realizzativa di 0,83). L’esordio con la Maglia Azzurra avvenne il 27 giugno 1965, a 20 anni, in occasione dell’amichevole Ungheria-Italia (2-1) disputata a Budapest mentre l’ultima partita in azzurro la giocò nel mondiale in Germania il 19 giugno 1974 (Italia-Argentina:1-1).
Il 21 gennaio 2012 Riva ha superato Meazza anche nel record di permanenza solitaria da bomber azzurro (38 anni, 3 mesi, 23 giorni). Mancino naturale, tanto che il suo allenatore Manlio Scopigno amava dire col sorriso: “A Gigi Riva il piede destro serve solo a salire sul tram”; giocava col numero 11 partendo da ala sinistra ed accentrandosi. Lo scrittore Giulio Angionie, ricordando la sua fama mondiale, racconta come non molti anni fa, in un paese esotico e lontano, registrandosi in un albergo, il concierge non riusciva a decifrare sul passaporto la parola Cagliari, finché non fa il collegamento: “Ah, Cagliari, Gigi Riva!”. Nel tempo è diventato non solo un esempio di attaccamento alla maglia e di passione, nonostante i gravi infortuni subiti, ma anche una guida per i giovani: non a caso ha ricoperto per quattordici anni il ruolo di Team Manager della Nazionale Italiana. Rimarrà sempre l’ala sinistra più famosa d’Italia a cui è stata data in dono “la saetta e la forza nei vortici di sfida”, prima che sul campo di calcio, nella vita di tutti i giorni.
N.B. Le foto sono prese da Corriere della Sera e Biografieonline
Erika Eramo