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Diario Euro 2024: quattro CT rimasti, quattro filosofie diverse per raggiungere lo stesso obiettivo

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Domani sera prendono il via le semifinali dell’Europeo, da una parte Spagna contro Francia, dall’altra Olanda contro Inghilterra, quattro nazionali molto diverse a cominciare dai loro commissari tecnici

Ci siamo. Da oggi inizia l’ultima e più cruciale settimana di Euro 2024. Domani e mercoledì le due semifinali, domenica la finalissima. Restano quattro squadre, tre delle quali, FranciaSpagna Inghilterra, era lecito pensare potessero arrivare fino a qui. Poi c’è l’Olanda, che pur senza entusiasmare ed aiutata dal tabellone ha raggiunto con merito la final four e si è candidata al ruolo di outsider di lusso. Le quattro selezioni rimaste hanno ognuna le proprie peculiarità, a cominciare dai ct. Andiamoli a scoprire allora i quattro CT ancora in gara.

Partiamo da Luis de la Fuente. Una vita (calcistica) dedicata all’Athletic Bilbao, sia da giocatore che da allenatore, con una parentesi anche a Siviglia da giocatore e allenatore delle giovanili. Dopo aver guidato la cantera e poi la prima squadra del club basco, nel 2013 è entrato nella Federcalcio spagnola e da lì in poi ha fatto tutta la trafila delle nazionali giovanili delle Furie Rosse. Prima l’Under 19, poi l’Under 18, infine l’Under 21, con cui ha conquistato l’Europeo di categoria nel 2019 e l’argento olimpico nel 2021. Dopo il mondiale in Qatar, è subentrato a Luis Enrique come CT della nazionale maggiore vincendo la Nations League. La sua Spagna a livello di gioco è stata finora la squadra migliore di questo europeo, ma oltre allo stile, solito e inconfondibile, del calcio iberico, la formazione di de la Fuente ha imparato ad essere più verticale e cinica quando serve. Un difetto? Quando cala l’intensità e si abbassa la concentrazione, l’errore difensivo è dietro l’angolo. In questi tornei spesso va fino in fondo non chi crea di più ma chi sbaglia di meno. Servirà attenzione. 

Dall’altra parte, avversario degli spagnoli, ci sarà Didier Deschamps, senza dubbio il CT più esperto e vincente di questo Europeo. Con i transalpini ha già conquistato il mondiale nel 2018 e raggiunto la finale nel 2022, mentre ha deluso ad Euro 2020, venendo eliminato ai rigori dalla Svizzera agli ottavi. Ha perso la finale in casa ad Euro 2016 e conquistato la Nations League nel 2021. La sua Francia è arrivata in semifinale col freno a mano a dir poco tirato: zero gol su azione in cinque partite e solo tre reti di cui due autogol. L’attacco latita, il gioco corale anche, ma la difesa è solidissima e per ora la tattica “primo non prenderle poi vediamo che succede davanti” ha funzionato. Contro la Spagna però servirà sicuramente qualcosa in più, soprattutto in fase offensiva. Sarà una sfida tra due filosofie di gioco diverse, due modi differenti di approcciare le sfide da dentro o fuori. Deschamps potrà far valere la sua esperienza, la sua indubbia capacità di gestione dei grandi campioni e di lettura delle partite. La sua congrega di fenomeni però dovrà riuscire ad “essere squadra” quando il gioco si farà duro e questo non è affatto scontato. Didier vuole vincere Mondiale ed Europeo sia da giocatore che da ct.

Nell’altra semifinale troviamo l’Inghilterra di Gareth Southgate. Il CT britannico è stato messo in discussione spesso in questi ultimi anni e le critiche si sono intensificate proprio durante quest’ultimo europeo. I suoi detrattori non hanno tutti i torti: l’Inghilterra ha faticato, nel girone ed anche dopo, rischiando l’eliminazione con avversari molto più deboli sulla carta. Per il livello della rosa che ha a disposizione, Southgate può fare molto di più, ma come nel caso della Francia, per il momento, la solidità difensiva e i colpi dei singoli di maggior talento sono stati sufficienti al CT degli albionici per andare avanti. A fronte di una evidente confusione tattica e della sterilità in fase offensiva, è proprio quest’ultimo elemento che rende gli inglesi tanto temibili quanto imprevedibili: la qualità e la varietà di calciatori che possono fare la differenza con una singola giocata. Per conquistare però l’Europeo, dopo la finale persa nel 2021, questo non può bastare, già contro l’Olanda servirà più intensità, più cinismo, più brillantezza in entrambe le fasi. Per la svolta decisiva ora o mai più. 

Infine, veniamo all’Olanda di Ronald Koeman. Lui, insieme a suo fratello Erwin che ora gli fa da vice, l’Europeo con gli Orange l’ha già vinto da giocatore nel 1988 e ora sogna di farlo anche da commissario tecnico. La sua nazionale è senza dubbio la meno favorita per la vittoria finale tra le quattro rimaste ed ha faticato parecchio nel girone, classificandosi terza dietro Austria Francia. Grazie anche ad alcuni innesti però, l’Olanda ha cambiato passo dagli ottavi di finale in poi e, grazie anche ad un tabellone agevole, ha superato in scioltezza la Romania per poi rimontare la Turchia quando ormai sembrava quasi certa l’eliminazione. A fronte di evidenti lacune difensive, che vanno sistemate per provare a centrare la finale, Koeman ha avuto il merito di trovare un ordine tattico agli anarchici talenti che ha a disposizione dal centrocampo in su. Un pool di giocatori di qualità che potrebbe fare la differenza in una sfida secca ed equilibrata.

Luca Missori

(Fonte immagine: Kaipkada.it)

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