La scorsa settimana è stato presentato a Roma durante il Festival del Cinema il film documentario sulla storia di Gabriel Omar Batistuta
I miei idoli calcistici da bambino e adolescente sono stati Michel Platini, Totò Schillaci, Gabriel Omar Batistuta e Roby Baggio (Leo Messi però ormai è balzato al primo posto nelle mie gerarchie). Negli anni successivi l’ammirazione per Platini e Schillaci si è sciolta come neve al sole, mentre Roby e Bati resteranno per sempre nel mio olimpo calcistico e incontrare Batistuta al Festvial del Cinema a Roma mi ha molto emozionato.
La pellicola di Pablo Benedetti racconta la storia di Batistuta. Un film documentario alquanto toccante. Sarò lo stesso Gabriel ad accompagnare lo spettatore lungo un filo conduttore permeato di ricordi. Uno sguardo intimista e sincero. Alla base ci sono i sacrifici che lo hanno portato a trionfare. L’attaccante argentino con la priopria Nazionale conquista 2 Cope America e 1 Confederations Cup, con la Fiorentina una Coppa Italia e una SuperCoppa italiana e con la Roma uno scudetto. Un messaggio per le nuove generazioni dimostrando come la forza di volontà, la perseveranza e il coraggio possono diventare gli ingredienti fondamentali per realizzare i propri sogni.
Un ruolo fondamentale dentro e fuori dal campo lo ha la moglie Irina.
Gabriel scopre la passione per il calcio a ‘tarda età’ intorno ai 16 anni. A 18 viene acquistato dalla squadra argentina Newell’s Old Boys su intuizione di Jorge Griffa.
Accanto a lui ci sarà sempre Irina. I due si sono conosciuti da giovanssimi. Sposati e con 4 figli hanno affrontato insieme i gravi problemi alle caviglie di cui è afflitto Gabriel. Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna ha evidenziato Gabriel durante la presentazione del suo film.
Fonte foto: IlCinematografo.it
Stefano Rizzo
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