Home Interviste in Esclusiva Marino Magrin: “Pirlo è stato un rivoluzionario”

Marino Magrin: “Pirlo è stato un rivoluzionario”

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L’ex centrocampista della Juventus: “In questo Mondiale il Brasile sarà la squadra da battere”

Noi di passionedelcalcio abbiamo avuto il piacere di incontrare, durante la serata in onore di Gaetano Scirea svoltasi a Roma nel teatro Massimo, l’ex giocatore Marino Magrin.

Successivamente Magrin è intervenuto ai nostri microfoni.

Marino Magrin, tra gli anni ottanta e novanta, ha indossato le maglie dell’Atalanta, della Juventus e del Verona.

Ieri c’è stata la partita dell’addio al calcio di Andrea Pirlo. Lei che è stato un grande centrocampista come giudica la carriera di questo fuoriclasse?

Pirlo ha interpretato il ruolo del mediano in una maniera unica perchè non solo recuperava palloni ma impostava anche l’azione grazie ai suoi piedi educati. Un tempo infatti il mediano aveva il compito di marcare i fantasisti avversari, Pirlo invece era un fantasista davanti alla difesa e perciò agiva da playmaker, da regista, era un faro per i compagni. Nel periodo del Verona mister Bagnoli aveva provato ad inserirmi in quel ruolo, ma comunque avevo caratteristiche diverse rispetto ad Andrea Pirlo.

Come analizza questo settimo scudetto consecutivo della Juve?

E’ stata l’ennesima stagione indimenticabile. Non è un caso abbia centrato per la quarta volta consecutiva la doppietta campionato e Coppa Italia, un record. In Champions gli episodi non girano a favore, ma comunque l’eliminazione contro il Real Madrid per come è avvenuta non ha tolto nulla all’annata bianconera.

A proposito di Real Madrid, pensa che i blancos conquisteranno per la terza volta di seguito la Champions League?

Il Liverpool è una squadra tosta che gioca veloce ed ha qualità importante in avanti. Mister Klopp inoltre è sempre molto preparato. Tiferò però per il Real Madrid perchè sono un amante dei giocatori di qualità e le merengues ne possiedono tanti. Mi piace molto anche il Barça perchè i calciatori blaugrana creano sempre tanto spettacolo. Comunque è difficile pronosticare un vincitore quando si tratta di una finale.

E’ soddisfatto della ‘sua’ Atalanta?

Certo che sì. Per il secondo anno di fila si è qualificata per l’Europa League. E’ stata una grande annata, peccato che le manca un bomber di razza, ma Cristante e Ilicic hanno regalato lo stesso grandi soddisfazioni ai loro tifosi.

Lei ha indossato nella Juve la maglia numero 8. A quale calciatore si è ispirato con addosso quel numero?

La decisione di non darmi la casacca con il numero 10 la prese il Presidente Boniperti. Io in virtù del mio carattere e dei miei valori accettai tranquillamente. Per me era un onore avere sulla schiena il numero 8 che era stato di Tardelli. Anzi, vi racconto un aneddoto, una novità assoluta. Nell’estate dell’82 ci fu una amichevole tra l’Atalanta, in cui giocavo io, e la Juve. Tra i tanti campioni scelsi di farmi una foto, che ancora conservo con cura, proprio con Tardelli.

Quali sono stati i momenti migliori della sua carriera?

Ho giocato in tutte le categorie e perciò arrivare in Serie A per me fu motivo di grande orgoglio. Con l’Atalanta salimmo dalla Serie C alla massima serie. Sono stati anni indimenticabili. Ovviamente sono molto affezionato anche ai gol che ho siglato con la Juve.

Venerdì ha pertecipato a Roma alla serata in onore di Gaetano Scirea. Che ricordi ha di questo immenso campione?

E’ stata una bellissima serata. Gaetano era un amico. Eravamo vicini nello spogliatoio. Possedeva una signorilità che lo contraddistingeva in ogni situazione. Era inoltre molto simpatico. Sapeva entrare con facilità nel cuore della gente. Lui e Beckenbauer sono stati i difensori centrali più forti di sempre. Gaetano ci ha lasciati troppo presto, ma evidentemente nel cielo serviva una persona come lui.

Che Mondiale sarà senza la Nazionale?

Amaro, però adoro il calcio e seguirò lo stesso le partite. Il Brasile è la favorita numero uno. Mi piacciono i calciatori brasiliani perchè quando giocano hanno sempre il sorriso.

Lei ha svolto anche il ruolo di mister nelle giovanili dell’Atalanta e del Milan. Cosa si prova ad allenare i giovani?

Ho allenato tanti ragazzi cercando di trasmettere la mia passione e i valori sportivi. Il pallone è il più bel regalo che possa ricevere un appassionato.

Foto fonte: grandistorie.it

Stefano Rizzo

 

 

 

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