Il sito sporteconomy.it intervista Stefano Rizzo
Da tempo addetti ai lavori e non (a partire dal top management delle principali Leghe calcio italiane) stanno provando a ragionare su come rilanciare il mondo del football tricolore, magari rimodulando e rivedendo il format principale: la serie A-Tim. Ne abbiamo parlato con Stefano Rizzo, direttore di Passionedelcalcio.it in una breve intervista.
D: Un campionato troppo schiacciato su Juve e Roma può essere considerato competitivo, soprattutto, nel confronto con l’Europa (se parliamo di Premier league inglese, Bundesliga tedesca e Liga spagnola)?
R: Il calcio in Italia deve trovare equilibrio. Ecco cosa si dovrebbe fare:
Ridiscutere la distribuzione dei diritti Tv: cambiando le regole attuali, perchè c’è troppa forbice tra le big e le altre squadre. Introduzione dei play off scudetto elastici in base ai punteggi. Introduzione della moviola in campo con un limite di casi a partita. Distaccamento del mondo arbitrale dalla F.I.G.C. con entrate economiche degli arbitri derivate dagli sponsor (pubblicità sulle maglie indossate dai giudici di gara). Stadi di proprietà e diverso approccio dei club verso il Merchandising.
D) Ha senso ancora rimanere a 20 club di A, quando l’ultimo club della classifica provvisoria (per esempio il Parma calcio) ha 31 punti di distanza dalla prima in classifica (la Juventus a 40 punti)? Auspica una discesa prima a 18 e poi magari anche a 16, o è troppo rigida come rivoluzione del format serie A?
R: Ritengo che nel campionato di Serie A dovrebbero partecipare 16 o massimo 18 squadre. Ora, a fine stagione, due compagini possono distanziarsi anche di 70 punti circa.