Abbiamo intervistato l’ex centrocampista del Napoli, Francesco Romano, amatissimo dai partenopei e dal Pibe de Oro in persona. Gli abbiamo chiesto delle italiane in Champions League e della lotta al vertice nel nostro campionato. Non sono mancati i ricordi, anche su mister Mondonico. Ci ha rivelato a chi si è ispirato come giocatore…
Romano con il Napoli vinse uno Scudetto, una Coppa Italia e una Coppa Uefa, ha indossato anche le maglie del Milan e del Torino negli anni ottanta.
In Champions League l’ha stupita di più la rimonta della Roma o la quasi rimonta della Juve? I giallorossi dovranno temere di più Liverpool, Bayern Monaco o Real Madrid?
Quello che mi ha fatto più piacere è che il calcio italiano ha dato una bella risposta al calcio spagnolo. Se lei chiede a più persone chi la spunterà ognuno dirà una squadra diversa, partendo dal Real Madrid, che è ostica. A mia sensazione dico Liverpool, che ha una condizione psicofisica pazzesca. Ricordiamo che ha vinto due volte contro il Manchester City.
Il Napoli può crederci ancora di più dopo la batosta psicologica dei bianconeri in Europa oppure il fatto che ora si concentreranno solo sul campionato è un problema in più?
I partenopei sanno benissimo che il modo in cui la Juve è uscita, dopo una partita esemplare ed un risultato di 1-3 al Bernabeu, galvanizzerà ancora di più gli juventini. Non a caso Allegri ha detto: “Ci sta una giornata di rabbia, poi pensiamo alla Sampdoria”. Onore al Napoli che vincendo all’ultimo in rimonta ha di fatto tenuto vivo il sogno scudetto. La lotta tra le due si risolverà nello scontro diretto del 22 aprile.
Sul derby quanto incideranno gli impegni di questa settimana nelle Coppe Europee?
La Roma ha due giorni di riposo in più. Sarà un derby che vale tantissimo e di certo non c’è tempo di pensare al fattore stanchezza. Sarà equilibrato ed avvincente perché i giallorossi vengono da una rimonta mentre i biancocelesti sono in un momento sfavillante, nonostante la sconfitta di ieri.
Lei dalla serie B passò alla A e vinse subito uno scudetto col Napoli. Si aspettava un impatto del genere?
Così forte no. Ero già stato in serie A da ragazzo al Milan. Dopo ci sono tornato col Napoli. Non è facile vincere sia Coppa Italia che lo scudetto al primo colpo.
La partita scudetto più importante?
Il Napoli-Juve del girone di ritorno, in cui vincemmo 2-1 con un mio gol decisivo. Lì eliminammo dai giochi la Juve di Platini.
Quella più bella, in cui ha giocato meglio?
La gara di ritorno di Coppa dei Campioni Napoli-Real Madrid che pareggiammo 1-1, ma meritavamo di vincerla. Siccome al Bernabeu all’andata avevamo perso fummo eliminati. Quella fu la mia migliore prestazione con la maglia del Napoli.
A livello psicologico quanto ha inciso sul suo rendimento sapere che Maradona stravedeva per lei?
C’è grande amicizia, ancora oggi. La stima si leggeva in campo, anche nel modo di giocare. Ha creduto nel mio acquisto ed anche se non avevo bisogno della sua benedizione scattò subito un colpo di fulmine tra noi, anche ed in virtù della cavalcata scudetto. C’erano altri centrocampisti più forti di me all’epoca come Junior, Barbas ma presero me perché ero più funzionale al gioco del Napoli. A volte è questione di funzionalità e non di bravura.
Un aneddoto su di lui?
L’episodio fu l’abbraccio, lungo una stagione, al San Paolo il giorno dello scudetto. Lui dichiarò: “Il merito è principalmente di Ciccio Romano”. Anche se non lo aveva detto mai così esplicitamente io sentivo il suo affetto, che ovviamente ricambio.
Un ricordo su mister Mondonico?
Ero al suo funerale. Le nostre discussioni tecnico-tattiche del martedì le porto nel cuore. L’obiettivo era arrivare al risultato finale e così ci trovavamo a discutere, accettando l’uno il pensiero dell’altro. Il bello di Emiliano è che ascoltava i giocatori. Tra persone intelligenti ci si capisce.
Andrea Pirlo nel suo ruolo è stato il più forte? Andrà al suo addio al calcio il 21 maggio a San Siro?
Non ci andrò perché avrà da invitare tanta di quella gente (ndr, ride). Assolutamente sì, è stato il più forte. Ai miei tempi quello che meglio interpretava il ruolo era Eraldo Pecci, che mi permise di andare al Napoli. Io mi sono sempre ispirato ad Antognoni invece.
Fonte foto: Napolionline, tuttosport e PersempreNapoli
Erika Eramo