L’ex stopper dell’Inter: “Ho fiducia nel Real Madrid e in Zidane ma comunque per i nerazzurri non sarà semplice battere lo Shakhtar Donetsk”
Per analizzare la situazione in casa Inter, in vista dei prossimi impegni cruciali, e non solo abbiamo chiamato al telefono Aristide Guarneri lo stopper gentiluomo ai tempi della Grande Inter negli anni ’60. Guarneri con la Beneamata ha conquistato tra i vari successi, 3 scudetti e 2 Coppe dei Campioni, con la maglia della Nazionale invece si è laureato campione d’Europa nel ’68. Ha militato anche nel Bologna e nel Napoli.
Cosa si aspetta dalla sfida di stasera, tra due sue ex squadre, Inter-Bologna?
L’Inter ci arriva su con il morale, di fronte avrà un avversario tosto come il suo allenatore Mihajlovic. I dirigenti nerazzurri per avere una grande squadra a gennaio dovranno acquistare un difensore e un rifinitore cedendo Eriksen perchè non ha reso.
Restando in casa Inter è fiducioso per la Champions?
Non credo al biscotto tra Real Madrid e Borussia M’Gladbach, mi fido del club spagnolo e di Zidane. Magari ci sarà tensione da ambedue le squadre ma non possono dare per scontato che l’Inter vinca perchè se lo Shakhtar non dovesse perdere manderebbe fuori il Real. Per i nerazzurri infatti non sarà affatto una gara semplice, gli ucraini sono galvanizzati dal doppio successo contro il Real Madrid.
Ci dica la rivale più temibile per l’Inter nella corsa scudetto?
Il Milan mi convince per il gioco, l’entusiasmo, ma occhio sempre alla Juve in quanto Cristiano Ronaldo fa sempre la differenza.
Il Napoli potrà avere una spinta in più? Vincere per onorare al meglio la memoria di Maradona.
Mister Gattuso può contare su diversi ottimi giocatori ma nel complesso ha qualcosa in meno rispetto alle grandi del nord. Comunque questa emergenza legata al coronavirus può recitare un ruolo importante: il calendario è diventato ancora più fitto e da un giorno all’altro dei campioni possono essere fermati dal virus.
Il difensore più forte in circolazione?
L’olandese de Vrij dell’Inter in serie A, è un giocatore completo. Oggi i difensori giocano meglio il pallone rispetto ai miei tempi, partecipano di più alla manovra, avanzano anche fino all’area di rigore ma sono più leggeri nelle marcature. Il ruolo del portiere anche è cambiato molto, alcuni utilizzano i piedi per impostare l’azione, diventano dei liberi aggiunti, e sono pure bravi, ma quando si tratta di parare magari hanno delle lacune importanti.
Il calciatore invece che l’ha fatta più ‘impazzire’ in campo?
Pelè, era imprevedibile, gli stavo attaccato, all’epoca si giocava ad uomo, ma sapevo che poteva sfuggirmi in mille modi.
I momenti suoi più belli vissuti nella Grande Inter?
I primi successi: lo scudetto del ’63 e la Coppa dei Campioni nell’anno successivo battendo in finale il Grande Real Madrid.
Invece i più bei ricordi con la maglia azzurra della Nazionale?
Di reti ne ho realizzate pochissime, ma il gol siglato contro il portiere pallone d’oro del ’63 Jasin nell’amichevole Italia-Urss 1-0 del 1966 è per me indimenticabile. Ovviamente anche l’Europeo vinto nel ’68 nella doppia sfida sofferta contro la Jugoslavia, che all’epoca era una Nazionale unita e piena di talenti. La fiaccolata dopo il triplice fischio allo stadio Olimpico di Roma mi fece venire la pelle d’oca.
Fonti foto: LaProvinciaCr.it; Corriere.it; PassioneInter.com; Ecrater.com
Stefano Rizzo