Quali squadre di serie A hanno deluso e quali stupito in un ipotetico stop and go in questo mese di aprile (31–35 turno)? In cosa si è reso protagonista Ibrahimovic? Quale il maggior rimpianto della Roma? Con chi se l’è presa Andrea Agnelli?
Stop and Go un po’ per tutti
La chiave di svolta: E’ nell’ex “derby d’Italia” che si trova il bandolo della matassa del mese scorso. La Juve inizia la volata finale con un punticino di margine sul Napoli e affronta gli odiati nerazzurri che, dal canto loro, devono recuperarne uno alla coppia capitolina Roma-Lazio per salire sul carrozzone Champions. Barzagli lo aveva detto: “Contro il Napoli ci è mancato un po’ tutto, ma adesso siamo pronti”. Dopo aver sbaragliato Benevento, Sampdoria, aver sottovaluto il Crotone (accontentandosi di un incolore 1-1 ma è da sottolineare la rovesciata di Simy alla CR7) commette il passo falso contro il Napoli, ma vince 3-2 all’ultimo contro l’Inter. Il Napoli si perde sul più bello. Vince contro Chievo e Udinese, pareggia col Milan (0-0), fa il colpaccio a Torino vincendo contro i bianconeri ma poi succede l’inimmaginabile. I viola, a sorpresa, reduci da tre partite non positive, spengono i sogni di gloria partenopei, rifilando un secco 3-0 alla squadra di Sarri. Potrebbero risultare paradossalmente decisivi proprio nerazzuri e viola, nemici giurati della Juve, per l’assegnazione del settimo scudetto di fila, oltre a Koulibaly, passato dall’essere il novello San Gennaro (per la sua incornata vincente allo Juventus Stadium) al primo colpevole (per l’espulsione) della sconfitta contro la Fiorentina. Basta un nulla per trasformare un punto esclamativo in interrogativo e viceversa. Lo aveva ben detto Allegri che l’aspetto psicologico è tutto: “I processi, le colpe, le ipotesi non contano. Conta solo continuare a lavorare per vincere!”. I caroselli napoletani ancora devono attendere perché di “cori ‘ngrati” da Donnarumma in poi se ne contano parecchi. Alle battute finali nessuna si scansa, ognuna col suo sogno nel cassetto dansa
Un fazzoletto di 4 punti: La Roma perde contro la Fiorentina, non va oltre lo 0-0 nel derby contro la Lazio –tra folate emozionanti e tatticismi- ma poi vince, giocando bene, contro Genoa, Spal e Chievo. In Champions da segnalare il black out ad Anfield dopo la prodigiosa rimonta all’Olimpico contro gli alieni del Barcellona. Dai complimenti del cambio modulo contro Messi e compagni si è passati alle accuse di un assetto tattico non adeguato per una compagine ultraoffensiva sulle fasce come avversaria (il Liverpool). La Lazio vince contro l’Udinese, Fiorentina (in una gara dalle mille emozioni), Sampdoria e Torino nonostante i malumori iniziali per la scelta dell’arbitro Irrati (fu proprio giocando contro i granata all’andata che iniziarono le polemiche a causa dell’arbitraggio di Giacomelli ma Irrati non fu da meno convalidando il famoso gol di mano di Cutrone ai danni dei biancocelesti). L’unico pareggio è nel derby. Gli uomini di Inzaghi, col miglior attacco del campionato a quota 84, confermano quanto di positivo fatto finora. “Non siamo qui per caso”, sottolinea il grintoso Simone che precisa: “Dobbiamo guadagnarci tutto sul campo”. Inspiegabile il crollo contro il Salisburgo in Europa League (4 reti subite in 19 minuti). L’Inter perde contro il Torino, pareggia con l’Atalanta, vince contro Cagliari e Chievo ma viene sconfitto nella partita clou. Non basta il gol di Icardi, particolarmente prolifico contro i bianconeri (8 reti e 2 assist in 12 presenze). Ora deve recuperare 4 punti che la distanziano dalle due romane, favorite per la corsa Champions a detta di Spalletti: “Dobbiamo avere la personalità per goderci questo momento di incertezza”. Interessante sarà l’ultima di campionato che vedrà di fronte proprio il tecnico di Certaldo e il mister di Formello, “l’un contro l’altro armati”. Caput Mundi gran concerto e nerazzurri in stile inseguimento lento e incerto
Schick shock: Finale di stagione in ripresa per Patrick, ma tre gol all’attivo sono troppo poco per giustificare il valore di mercato dato dalla Roma la scorsa estate. 42 i milioni così divisi: 5 il prestito, 9 il riscatto obbligatorio, 8 di bonus ed una rata extralarge da 20 entro tre anni. Da una parte i rimorsi per il deludente ragazzo di Praga, dall’altra parte i rimpianti per Momo Salah, semplicemente inarrestabile. Monchi giustifica così la sua cessione: “Sono stato costretto dai vincoli Uefa”. La stagione clamorosa della superstar di Liverpool è sotto gli occhi di tutti. De Rossi lo elogia: “Un ragazzo buono e rispettoso, a livello dei top. E’ da Pallone d’oro”. Se dovesse vincere Champions e Scarpa d’oro non sarebbe un’utopia. Il Sun lo aveva predetto giocando col suo nome: “Dina-MO Kiev”, Real Madrid fortunoso permettendo (vedi le recriminazioni del Bayern Monaco). Dalle stelle d’Egitto cedute alle stalle ceche, sorde e quasi sempre mute
Agnelli sacrificali o carnefici?: Miracolo sportivo sfiorato dalla Juve contro il Real Madrid, Buffon che si becca un rosso all’ultimo valzer in Champions…ci sono gli elementi per perdere la testa. Andrea Agnelli non si scompone, ma di fatto vorrebbe quella di Collina…di testa: “Abbiamo una serie di Paesi che hanno implementato il Var, un processo che dovrà essere portato avanti anche in Champions League. C’è la tecnologia…perchè non utilizzarla? Avevamo meritato i supplementari. Le squadre italiane sono spesso colpite in maniera scientifica. La vanità del designatore Uefa finisce per colpirci. Giusto sostituirlo ogni tre anni”. Dalla pioggia di Perugia di 18 anni fa non è cambiato nulla… Sogni di gloria bianconeri impantanati sulla Collina… del Bernabeu vagante mina
“Ei fu. Siccome…”: Manzoni così iniziava la poesia del “5 Maggio”, per poi demandare “ai posteri l’ardua sentenza”. Non c’è riconoscenza nel calcio come nella vita…questo possiamo constatare noi posteri. Re Zlatan Ibrahimovic dopo Euro 2016 aveva deciso di dire addio alla Nazionale, salvo cambiare idea negli ultimi mesi. La Federcalcio scandinava però boccia la sua candidatura scrivendo sul proprio profilo Facebook: “Il più grande giocatore svedese di tutti i tempi non giocherà la Coppa del Mondo”. Doccia fredda che arriva dopo le sue ultime prodezze in campo e fuori. “Sì bel gol, ma provi a fare quella rovesciata da 40 metri”, ha commentato al gol di Cristiano Ronaldo contro la Juve, portando alla memoria la sua nell’amichevole Svezia-Inghilterra (4-2) del 14 novembre 2002 dove segnò da circa 30 metri. Di gol spettacolari ne ha fatti parecchi, l’ultimo –da centrocampo– al debutto in MLS con i Los Angeles Galaxy. Lui c’è… in America. Ei fu… in Svezia. Dalle rovesciate ai rovesci è un attimo e non ne esci
Fonte foto: Rivistalaroma e SkySport
Erika Eramo