Home Curiosità “Un anno senza Totti”: è lui il genio descritto da Monicelli

“Un anno senza Totti”: è lui il genio descritto da Monicelli

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Nel giorno del 42esimo compleanno dell’ex capitano propongo le mie considerazioni sul libro, edito dalla Iacobelli, scritto da Francesco Repice e Franco Brizi, due innamorati der Pupone

“La folla aspetta il suo eroe; quello che ‘c’ha fatto camminà pè 25 anni a testa arta’. Francesco Totti sa che il palcoscenico sarà, ancora una volta, tutto suo: seduto sull’ultimo gradino che porta al corridoio del sottopassaggio, il campione pensa a ciò che sarà da lì a pochi minuti. Una fine, un nuovo inizio, tutto, forse troppo, concentrato in un cammino lento un’eternità, lungo quattrocento metri, ma mai come stavolta breve e fugace come il tempo che vorremmo si fermasse come a dire che no, che è tutto uno scherzo, un brutto sogno…”

Così il giornalista Rai Francesco Repice, protagonista di emozionanti radiocronache, e lo storico della musica Franco Brizi, che ha raccolto tanti articoli sulla carriera sportiva dell’ex capitano, entrambi tifosissimi romanisti, descrivono quel momento sospeso prima dell’aprèslude, del congedo di un campione, pronto ad una nuova vita, nel libro “Un anno senza Totti”. Una fine-inizio che ricalca enciclicamente la vita, perchè amare Totti è amare la vita, con le sue gioie e dolori, fino a farti ridisegnare, paradossalmente, il concetto di sconfitta: “Perdere non è così importante se in squadra hai Francesco Totti”. Il suo essere diverso, geniale dentro (le girate di prima senza guardare per mettere la palla sui piedi del compagno davanti la porta) e fuori il campo (le sue battute-frustate vincenti, guascone e mai banali) ha sempre destato scalpore. Mario Monicelli in Amici miei aveva dato la definizione del genio, tracciando l’identikit del nostro campione: “Fantasia, decisione, intuizione e velocità di esecuzione”. Lui è così in ogni aspetto ed è per questo che fa cadere le barriere del tifo: “Francesco Totti è un patrimonio universale del calcio. Da proteggere, ammirare, applaudire”.

Nel libro non si ripercorre tanto la carriera del campione che conosciamo a memoria, quanto viene pennellata, attraverso i dieci momenti più significativi, la sensibilità propria delle persone che vanno oltre, la cui emozione genuina emoziona i tifosi…come in quei tre minuti finali di Roma-Torino del 20 aprile 2016 che ha portato alle lacrime tanti appassionati. A un anno dall’addio, che stava iniziando a suonare in testa come un “bang bang”. Il poeta tedesco Gottfried Benn, parlando della struggente dolcezza della fine scriveva:

“Devi saperti immergere…
non desistere, andartene non puoi
quando è mancata all’ora la sua luce…
…durare, aspettare, concedersi,
oscurarsi, invecchiare, aprèslude.”

Francesco Totti è stato la luce, spenta la quale, Roma si è trovata improvvisamente senza se stessa, tanto è stata l’immedesimazione col suo capitano. Non si può fuggire però all’oscurità. Per questo dopo “un anno senza Totti” si possono tirare le somme di come ci siamo concessi, nudi e disarmati, ad una mancanza che non abbiamo mai accettato fino in fondo, almeno non emotivamente. “Speravo de morì prima”, uno striscione che ho letto il giorno del suo addio, la dice lunga su questo forte sentimento verso chi “riesce, proprio in virtù della sua classe infinita, a piegare anche i rigori del tempo, che siano essi diluvi universali o date di nascita”.

Fonti foto: corriereromano, laroma24, calcioblog e larepubblica.it

Erika Eramo

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