Abbiamo intervistato un ex giocatore della Lazio, avvocato, dirigente esperto di giustizia sportiva, sul caso Calciopoli. Ci ha inoltre parlato della Lazio e del recupero di Balotelli
Cosa pensa della Lazio come organico? E’partita bene? Avrebbe scelto Biglia come capitano oppure optato per Candreva o Radu?
L’organico è lo stesso dello scorso anno, più qualche innesto dell’ultima ora. Siccome ha fatto bene nella passata stagione la società avrebbe voluto un’altra partenza. La mancata vittoria della SuperCoppa, l’eliminazione dai preliminari di Champions e una sconfitta maldestra in campionato sono segnali non positivi, a cui si aggiunge una condizione fisica non ottimale di alcuni giocatori. Nonostante questo è comunque a sei punti. La fascia di capitano l’avrebbe dovuta riacquisire di diritto Mauri. Avrei optato comunque per motivi di anzianità per Klose o il per il più amato Candreva.
Il neo biancoceleste Matri all’esordio è subito stato decisivo mentre Balotelli ha sfiorato il gol più volte nel derby. Crede che Mihajilovic riuscirà a recuperarlo compiendo il miracolo?
Non credo visto che si è presentato già con una violazione, anche se non sul campo di calcio. Non è maturo e pronto ad assumersi responsabilità. Molti giocatori possono sfiorare gol in dieci minuti, ma è la continuità che paga.
L’Inter si è portata a quota nove punti. Tre partite sono poche, ma si può affermare che è l’anno dei nerazzurri visto che è un’altra squadra rispetto allo scorso anno? Quali sono stati gli acquisti indovinati secondo lei?
Non si può dire perché al posto dell’Inter poteva starci chiunque. Non sono gli acquisti ma la mentalità che è cambiata radicalmente. Guarin è anche più concentrato.
Si parla invece di crisi nera per la Juve, con un punto in tre partite. Colpa di Allegri e delle sue partenze lente oppure incidono gli addii illustri?
Alla Juve mancano principalmente due uomini: Pirlo, il regista del gioco, e Tevez, l’uomo risolutivo, perchè prima o poi il gol lo tirava fuori.
Chi invece sarà la rivelazione di questo campionato e quale allenatore le piace particolarmente?
Sicuramente il Sassuolo, perché è da anni che sta facendo bene. Fa scelte idonee e con equilibrio. Lo stesso discorso vale per il suo allenatore Di Francesco.
So che lei è stato parte civile nel processo Calciopoli…ci vuole dire tre cose inedite, oltre a quelle già risapute?
Innanzitutto va fatta un’osservazione. Nella sentenza della Cassazione si parlava chiaramente di un mondo del calcio non regolare e corretto. A distanza di anni non è cambiato nulla. L’unico che sembra aver pagato è Moggi, ma in realtà è più forte di prima. La cosa inedita che vale per tre è che il mio amico Arcadio Spinozzi aveva denunciato tante situazioni irregolari: non solo le scommesse, ma anche il riciclaggio di soldi e le evasioni fiscali. Siccome il calcio è una delle forze industriali del paese si tende ad insabbiare tutto ciò che può danneggiarla. Così è stato fatto anche con lui. Questo sport in realtà non può essere riformato se gli uomini che sono coinvolti sono sempre gli stessi.
Lei ha difeso Spinozzi, anche suo ex compagno di squadra, il quale ha scritto proprio un libro contro il sistema calcio, “Le facce del pallone”. Cosa apprezza di lui?
Oltre ad essere stato un bravo calciatore, è molto intelligente, sensibile e coerente. Ha rinunciato al ruolo di allenatore, dimostrando di seguire le sue idee andando contro i suoi stessi interessi.
Lei è stato procuratore capo del Cip (Comitato Italiano Paraolimpico), già Federazione Italiana Sport Disabili, ed è sempre attento alla solidarietà. Siccome anche noi siamo particolarmente attenti a chi soffre e ci leggono molti giovani, come si fa ad inculcare il valore sportivo alle nuove generazioni?
La cultura sportiva è una grave omissione dello Stato. Secondo me dovrebbe essere l’attività principe nelle scuole mentre è relegata in secondo piano. Lo sport è formazione, insegnamento di lealtà, uguaglianza e probità. Inoltre fa capire che solo il più bravo, chi si impegna, ottiene risultati. Dove ci sono gli atleti lì c’è entusiasmo, energia e creatività.
Erika Eramo