Il centrocampista intervistato da Passione del Calcio, ha parlato della sua carriera e del momento attuale degli uomini di Simone Inzaghi
Cristian Daniel Ledesma, il leader silenzioso che ogni allenatore vorrebbe avere. Geometrie spettacolari, dedizione per il lavoro e spirito di sacrificio hanno caratterizzato la carriera del regista italo-argentino, che ha trascorso cinque stagioni a Lecce e nove alla Lazio, legandosi in maniera indissolubile al club romano. Con l’aquila sul petto ha totalizzato 318 presenze e 14 goal, diventando una delle leggende del firmamento biancoceleste, anche grazie allo storico successo nel derby del 26 maggio 2013. Oggi nonostante sia passato qualche anno, l’amore di Ledesma per la maglia rimane perchè come disse al momento dell’addio “questi colori non me li toglierà nessuno di dosso. A differenza dei contratti, non scadono”.
Partiamo dalla carriera, dopo tanta gavetta al Lecce, il grande salto alla Lazio. I primi mesi però non sono stati semplici. Come li ha vissuti e come è riuscito ad invertire la rotta?
Personalmente non avevo bisogno di sbloccarmi, era la squadra che non riusciva a girare e di conseguenza anche i singoli non erano in grado di esprimersi. I giocatori nuovi erano maggiormente sotto osservazione rispetto agli altri. Per i tifosi sicuramente il goal nel derby è stato l’episodio che ha fatto cambiare il rapporto e superare lo scetticismo verso di me.
Un allenatore fondamentale nella sua carriera è stato Delio Rossi. Qual è stato l’insegnamento più grande che le ha impartito il tecnico romagnolo?
Lui era molto bravo a far crescere i giovani di un tempo, non quelli di adesso (ride), che hanno una mentalità totalmente diversa. Era capace a smontare i “castelli” che i ragazzi si creavano nella testa.
Lei è sempre stato piuttosto pacato, eppure dopo la vittoria della Tim Cup del 26 maggio 2013 contro la Roma si è lasciato andare come non mai. Cosa ha provato e qual è il ricordo più bello che conserva di quella giornata?
Sicuramente la partita, i festeggiamenti insieme alle famiglie, l’arrivo a Ponte Milvio vedendo tanti bambini sulle spalle dei genitori, sono questi i momenti di cui conservo piacevolmente il ricordo. Inoltre è bello pensare che i ragazzini laziali il giorno dopo sarebbero andati a scuola potendosi vantare di aver vinto una finale a Roma contro la Roma.
Cosa le piace di più della Lazio di Simone Inzaghi? Pensa si potrebbe intraprendere con lui un percorso alla Ferguson?
Il suo ottimo lavoro è sotto gli occhi di tutti. È in sintonia con la società è questo gli dà qualcosa in più in termini di tranquillità. Credo che ogni allenatore si auspichi una carriera lunga in club, o comunque nutre “l’illusione” di poterlo fare. Inzaghi ha giocato tanti anni alla Lazio, ha un rapporto speciale con l’ambiente e questo può far si che resti a lungo. Sinceramente da tifoso me lo auguro, perchè significa che c’è un progetto importante alle spalle.
Sabato c’è Milan-Lazio. Può essere lo snodo fondamentale per la Champions League? Come dovranno affrontare il match i biancocelesti?
È uno spartiacque. Chi sbaglia di più rischia di perdere il treno per le coppe europee, non solo per la Champions League visto che ci sono tante squadre in corsa. Qualcuna di queste avendo più spensieratezza potrebbe giocarsi meglio le proprie chance. Tornando alla Lazio, ha tutte le potenzialità per poter far bene a Milano.
L’altro grande obiettivo stagionale dei capitolini è la Coppa Italia. Che importanza dà a questo trofeo? Può essere più apprezzabile rispetto al piazzamento Champions League?
Dipende. La Coppa Italia permetterebbe di mettere un trofeo in bacheca, ma l’accesso in Champions ha un prestigio diverso, anche da un punto di vista economico. Penso sarebbe più importante. Dà un qualcosa in più, che i biancocelesti rispetto agli altri non hanno.
La Lazio spesso e volentieri, anche negli anni in cui lei era in rosa, ha fallito l’approdo all’Europa che conta. Come se lo spiega?
Bisogna valutare le ambizioni di inizio stagione. Si rimarca spesso che la Lazio ha fallito tante volte l’obiettivo Champions, ma ci sono squadre che hanno speso molto di più e non l’hanno centrata. La società non ha mai fatto investimenti folli e ci è sempre andata vicina negli ultimi anni. Si può spiegare in parte con la mancanza di ricambi nei momenti cruciali o a partite andate male come quelle con Spal e Sassuolo. Il calcio è questo, se sbagli non raggiungi determinati traguardi.
Cambiando categoria, in Serie B, il “suo” Lecce è in piena corsa per tornare nel massimo campionato. Come vede la squadra di Liverani e quali pensi possano essere i fattori determinanti per ottenere la promozione diretta?
I giallorossi stanno facendo un campionato straordinario, al di sopra di quelli che erano i progetti iniziali. La promozione non era stata messa in preventivo quest’anno. La Serie B è lunga e difficile, stanno facendo molto bene anche a livello di gioco. Liverani l’ho avuto a Terni, so che tipo di allenatore è. Questa posizione in classifica è il giusto premio per quanto sta facendo.
Cosa pensa del Var e di tutte le polemiche di queste ultime settimane sulle decisioni arbitrali? Cosa si può fare per migliorare questo strumento molto utile?
Bisognerebbe fare un qualcosa che in Italia non si può fare, ovvero non parlare sempre e protrarre le polemiche per 3-4 giorni dopo la partita. È ovvio che chi viene penalizzato lo fa, ma alla fine rimane l’interpretazione di chi rivede le azioni. Bisogna accettarla o alternativamente esprimere la volontà di rimuovere la tecnologia. Alla base di tutto serve maggiore pazienza e capire che le immagini sono riviste da persone che possono anche interpretare male determinate giocate.
Per quanto riguarda il suo presente, attualmente è svincolato. Cosa ha in serbo Ledesma per il futuro? Vuole continuare a giocare o ha altri progetti?
In realtà non lo so, non ho ancora preso una decisione. Continuare a giocare significherebbe trovare un progetto serio e al giorno d’oggi non è facile. Nel frattempo mi godo la famiglia visto che negli anni passati non sono riuscito a farlo come volevo.
Antonio Pilato
Fonte immagine: gazzetta.it
Ringrazio sentitamente Cristian Ledesma per il tempo dedicatomi per quest’intervista.
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