Cosa è successo nel panorama calcistico italiano e internazionale nei mesi di maggio e giugno? L’ultimo editoriale della stagione è un omaggio al film uscito recentemente su Elton John. Il Mondiale femminile, l’Europeo Under 21, l’addio di De Rossi come calciatore e Totti come dirigente. Questo e molto altro…
L’Italia s’è desta e balla la Makarena. Cosa fa una Nazione drogata di calcio in astinenza da Mondiale? Tramuta la passione per gli azzurri in quella per le azzurre, che mancavano da 20 anni a questo appuntamento. Lo share premia le ragazze di Milena Bertolini che inaspettatamente arrivano ai quarti, ma lì, dopo un primo tempo tenuto molto bene, devono arrendersi allo strapotere aereo delle olandesi, campionesse europee in carica. Come dice il nostro portiere Laura Giuliani “il tempo e l’evoluzione mentale si porteranno via i pregiudizi”, che in Italia sono davvero troppi. La strada è tracciata, l’obiettivo dell’attenzione mediatica è stato raggiunto, ma ci vorrà ancora un po’ prima che si raggiunga il professionismo. Il Mondiale, come ha detto il ct, ha semplicemente velocizzato un cambio culturale. Il razzo donna è partito…nel frattempo accontentiamoci di quello uomo. Rocket Man (L’uomo razzo). And I think it’s gonna be a long, long time – till touch down brings me round again to find (E penso che passerà molto, molto tempo – prima che l’atterraggio mi porterà in giro a trovare di nuovo).
Chi di spada ferisce di spada perisce. Se La Nazionale maggiore al momento la sfanga (contro Grecia e Bosnia) e si ritrova a punteggio pieno nel cammino verso Euro2020 non succede altrettanto per l’Under 20 battuta in semifinale dall’Ucraina (beffa al 91’ per l’acrobazia di Scamacca annullata dal Var) e soprattutto per l’Under 21. Era una ghiotta occasione quella di poter vincere nel primo Europeo giocato in casa, anche perché avevamo un Chiesa in grande spolvero e tanti giovani di pregevole fattura. Come due anni fa l’Italia vince contro chi poi alza il trofeo (prima la Germania, ora la Spagna). La stessa Rojita si prende una bella rivincita, battendo i tedeschi. Il passo falso contro la Polonia ci è costato caro e Di Biagio abdica dopo tre Europei. Si prenderà le sue soddisfazioni anche Messi in terra brasiliana? Dopo aver perso tre finali di Copa America, di cui le ultime due ai rigori, sarebbe anche giusto. Stanotte la possibilità per lui di battere i brasiliani, in semifinale, a colpi di futbol bailado. Circle of Life (Il Cerchio della vita). In the circle of life – it’s the wheel of fortune – it’s the leap of faith (Nel cerchio della vita – c’è la ruota della fortuna – c’è il mutamento improvviso di fede).
I 5 top club e la corsa a 4 per la prova del 9. Non era mai successo che in tutti e 5 i campionati top d’Europa le stesse squadre rivincessero il campionato per il secondo anno consecutivo. Un record. Chi sarà invece, al di là dei club, il protagonista assoluto della stagione? Per chi alla fine suonerà la marcia trionfale? Messi e CR7 riusciranno a superarsi dopo l’anno di interregno targato Modric? Il portoghese ha vinto la Nations League non per grandi meriti personali (come successe ad Euro 2016 per la verità, almeno per quel che concerne la finale). Leo ha finalmente la possibilità di vincere qualcosa con l’albiceleste, ovvero la Copa America, anche perché la Scarpa d’Oro potrebbe non bastare. Oppure la scena sarà appannaggio del nuovo che avanza? I più papabili Salah e van Dijk. A fine 2019 la resa dei conti. Your Song (La tua canzone). I hope you don’t mind – I hope you don’t mind that I put down in words – how wonderful life is while you’re in the world (Spero non ti dispiaccia – spero non ti dispiaccia se esprimo a parole – quanto bella sia la vita finché tu sei al mondo).
Il cuore oltre l’ostacolo. Erano definiti perdenti…di lusso, Klopp e Sarri. Due democratici del gioco in tuta, termine che deriva dal francese tout-de-meme, ovvero “tutti uguali”. Non vince il singolo ma il collettivo. Il primo ha agguantato la Champions League in una finalissima tutta inglese contro l’outsider Tottenham (che a sua volta ha fatto fuori la sorpresa Ajax). Dopo la mission impossible di rimontare nella semifinale di ritorno tre gol al Barcellona il suo Liverpool, orfano tra l’altro di Salah e Firmino, conquista l’ambito trofeo, solo sfiorato lo scorso anno contro il Real Madrid. La capacità motivazionale di Jurgen ha fatto il giro del mondo. Il secondo vince il primo e unico trofeo da allenatore portando il Chelsea sul tetto dell’Europa League. Non solo. L’ex comandante partenopeo, viene ingaggiato dall’eterna nemica Juventus che lo sceglie, dopo il ben più suggestivo miraggio Guardiola, come suo nuovo allenatore. Con un onore così si torna bambini dalla gioia per giocare il Sarriball. I’m still standing (Sono ancora in piedi). Don’t you know I’m still standing better than I ever did – looking like a true survivor, feeling like a little kid – I’m still standing yeah yeah yeah (Non sai che sto ancora in piedi meglio di quanto non abbia mai fatto – sembrando un vero sopravvissuto, sentendomi come un bambino piccolo…sono ancora in piedi sì sì sì).
Giri di valzer amari. “Non ci sono le condizioni per accettare oggi la Roma. Voglio un progetto vincente” questa la doccia gelata targata Antonio Conte sulle speranze giallorosse. Da lì a poco firma con l’Inter (per il secondo anno qualificatasi per il rotto della cuffia in Champions insieme ad una meravigliosa Atalanta oltre a Juve e Napoli) suscitando non poche perplessità dettate dal suo passato orgogliosamente bianconero. La Vecchia Signora stessa, dopo aver fatto pregustare il sogno Pep Guardiola, getta molti tifosi nello sconforto, infrangendolo nella maniera più brutale: Maurizio Sarri, il “giochista” per dare una svolta dopo il “risultatista” Allegri. A Napoli apriti cielo…è stato visto come un tradimento stile Giudain. Il Milan sceglie il nome di provincia, Giampaolo, con un ritorno importante, quello di Boban (dopo l’addio signorile di Gattuso) e la Roma atterra sull’ipotesi esotica, “Zorro” Fonseca (dopo essere passata per i no di Sarri e Gasperini). Cambio societario invece in casa viola con Commisso-Pradè al posto dei Della Valle, con la conferma in panchina di Montella, pur avendo fatto molto male in finale di stagione (2 soli pareggi in 8 partite). Chi vivrà vedrà…noi siamo curiosi. Sacrifice (Sacrificio). Some things look better, baby – just passing through – and it’s no sacrifice – just a simple word (Alcune cose sembrano migliori baby – semplicemente attraversandole – questo non é un sacrificio – solo una semplice parola).
Epiloghi più gialli che rossi. Un’altra bandiera ammainata in casa Roma. De Rossi dà l’addio. Dal pari col Genoa a Marassi la capitale lupacchiotta è andata lentamente e inesorabilmente in depressione. Il primo responsabile per i tifosi? Pallotta a causa dei 10 anni di mancate vittorie e promesse non mantenute. “Mille illusioni e un rifiuto netto la sintesi del tuo progetto” recitava uno striscione con il chiaro riferimento alla vicenda Conte oppure il commento social sull’elemento del fulmine che caratterizza la nuova divisa per la stagione 2019-20: “i fulmini ci interessano solo se colpiscono Pallotta”. Oltre a lui nel mirino Baldini. Entrambi tacciati di antiromanismo. Dopo il caos della mail che ha coinvolto Daniele e l’amico Francesco ecco arrivare l’ennesimo terremoto: Totti lascia anche come dirigente, provocando una crepa insanabile, ma difendendo l’amico De Rossi. Loro sì sono sempre stati dalla stessa parte. Candle in the wind (Candela nel vento). Loveliness we’ve lost – these empty days without your smile… – your candle’s burned out long before – your legend ever will – (Abbiamo perso la bellezza – i giorni sono vuoti senza il tuo sorriso… – la tua candela è bruciata molto tempo prima – la tua leggenda mai).
Perchè io valgo. La Lazio accede all’Europa League grazie alla vittoria in Coppa Italia (proprio contro l’Atalanta che l’aveva battuta in campionato dieci giorni prima). Dopo qualche voce, infondata, sulla possibile dipartita di Inzaghi e la conferma di Lotito “per me non è mai stato in discussione”, ora Claudio si gode il trionfo. E’ inviso alla piazza ma i numeri sono dalla sua parte. Quinto trofeo per lui (tre Coppe Italia e due Supercoppe Italiane). L’odio lo renderà più forte almeno da sembrare invincibile nelle partite clou? Something about the way you look tonight (Qualcosa in come appari stasera). And I can’t explain – but it’s something about the way you look tonight – takes my breath away – it’s that feeling I get about you, deep inside (E non riesco a spiegarlo – ma c’è qualcosa in come appari stasera – che mi toglie il respiro – è quella sensazione che mi trasmetti, dal profondo).
Fonti foto: l’arenadelcalcio, napolitoday e facebook
N.B. Il disegno sull’addio di De Rossi è di Romolo Buldrini che ringraziamo. Un’immagine è un esplicito omaggio all’illustratore argentino Mordillo, recentemente scomparso.
Erika Eramo
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