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Il calcio ai raggi k Special Cartoons

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Ecco l’andamento delle prime sette della Serie A nel mese di marzo (turni 26-29 di campionato). Quali sono state le luci e ombre delle big? Quali sono, invece, i cartoni animati (è un omaggio al Romics, la fiera del fumetto, che prenderà il via tra due giorni a Roma) più appropriati a rappresentare i club?

Juventus: Uccide definitivamente un campionato già ai titoli di coda, tramortendo gli azzurri per 2-1. Come era il detto? “Vedi Napoli e poi muori”. Sì muoiono gli altri però, tanto che il conte Max esclama: “Ci mancano 5 vittorie e mezza per raggiungere l’obiettivo”, ovvero l’ottavo tricolore consecutivo. Due arrivano subito: contro Udinese (4-1) ed Empoli (1-0). Passo falso a Genova (perde per 2-0, primo flop dopo 26 partite). Fatto proprio il motto “Get ready to comeback” (nel doppio senso di ritorno e rimonta) in Champions il solito CR7 sale in cattedra, rispedendo al mittente gesti da bassifondi (vedi Simeone) ma beccandosi una multa e mandando i bianconeri in brodo di giuggiole con la sua tripletta: “La Juve non aveva mai ribaltato un 2-0 in Europa? Forse mi hanno preso proprio per questo”. Dopo aver zittito i suoi detrattori Allegri ha la testa all’Ajax, ricordando che les enfants terribles olandesi hanno fatto fuori il Real Madrid, vincitore delle ultime tre Champions League (il club spagnolo è ora nel caos tanto da richiamare in panchina l’ex Zidane). CR7 come Daitan 3 che contro il nemico (l’Atletico Madrid, purgato già un’altra volta da tre gol suoi) si esalta. El hombre del partido balla sulle ceneri di Griezmann e compagni in velocità. Daitan, Daitan arriva gia’ il nemico scatta, ma tu ci sei amico Daitan…per noi tu sei davvero forte, per noi tu sei davvero grande, evviva Daitan 3

Napoli: Contro la Juve un errore da codice penale di Malcuit fa saltare i piani di Ancelotti. A farne le spese Meret espulso in primis e poi tutta la squadra, costretta a precipitare a 16 (attualmente a meno 15) lunghezze dalla capolista. In Europa League si impone all’andata contro l’ostico Salisburgo con un secco 3-0, perde il ritorno per 3-1, ma passa ai quarti. Il prossimo avversario è ancora più tosto perché si chiama Arsenal. Con gli inglesi non ci possono essere passi falsi. In campionato pareggia col Sassuolo (1-1) e rifila due poker a Udinese (4-2) e Roma (1-4). A volte umana, a volte spaziale proprio come Goldrake. Guai ad emozionarsi. Lui respira nell’aria cosmica, è un miracolo d’elettronica, ma un cuore umano ha. Ma chi è? Ma chi è? Ufo Robot Ufo Robot

Inter: Tra le assenze pesanti, compreso il malato immaginario Icardi, e le turbative extra-campo, le parole di Spalletti cadono nel vuoto: “All’Eintracht dobbiamo dire: “Vi faccio vedere chi sono io”. Si è visto infatti all’andata (0-0 con Brozovic che fallisce dal dischetto) e soprattutto al ritorno a San Siro (Jovic con un pallonetto al 5’ spazza i sogni di gloria europei). In campionato due vittorie che danno morale -contro Spal (2-0) e Milan (2-3 e controsorpasso in classifica ai danni dei cugini)- e due ko (Cagliari per 2-1 e Lazio per 0-1). Una nota positiva c’è come ha detto lo stesso mister: “Martinez ha gestito molto bene le responsabilità, sta crescendo in maniera imponente ed i compagni si fidano”. Sembra che al peggio, Lautaro a parte, non ci sia mai fine…come in Spongebob. Occhio a chi spinge dietro. Squiddy: “Non abbiamo più un goccio di benzina. E naturalmente, come se non bastasse, siamo finiti nel bel mezzo del nulla cosmico” Spongebob: “Non è tutto, c’è dell’altro. La pizza si sta raffreddando”.

Milan: Dopo cinque vittorie consecutive, le ultime contro Sassuolo (1-0) e Chievo (2-1), i rossoneri cercano la sesta e l’allungo Champions, ma non arriva proprio nella stracittadina. Il MuRo (Musacchio-Romagnoli) difensivo si è sgretolato sotto i colpi nerazzurri (derby perso per 2-3). Non solo: non è tanto la sconfitta a infastidire Ringhio quanto l’episodio increscioso accaduto in panchina tra Kessie e Biglia (una lite furibonda tra i due col primo che non ha preso bene la sostituzione, tenuto a stento da alcuni compagni). Per Rino il rispetto umano viene prima della prestazione in campo. Perde in coda anche contro la Samp per 1-0 (ahi ahi Donnarumma!). Ci vuole un ritorno a regole ferree come ne La spada nella roccia, altrimenti scarseggiano di nuovo i risultati. Maga Magò: “Ora, se non ti dispiace, per prima cosa detterò io le regole” Anacleto: “Regole un corno! Aha! Vuole regole per il piacere di infrangerle!” Maga Magò: “Mi occuperò di te più tardi, brutto barbagianni!”

Lazio: Ecco finalmente sfatato un tabù: arriva la prima vittoria contro una diretta concorrente al quarto posto. Se poi la suddetta concorrente si chiama Roma e la vittoria è rotonda (3-0) e più schiacciante della delusione rimediata nel derby d’andata (3-1), c’è più gusto. Tifosi scatenati scrivono: “Lazio, amami o faccio un Caicedo” (oltre lui a segno Immobile e Cataldi). Poco cinica contro la Fiorentina rimedia un punticino (domina, va in vantaggio ma subisce alla fine la rete di Muriel) con Inzaghi amareggiato e duro coi suoi: “Il pari non serve a niente”. Contro il Parma (battuto per 4-1) e l’Inter (per 1-0) riapre la corsa Champions. Ritrovati Milinkovic Savic e Luis Alberto è tutto più semplice, come in Kung Fu Panda, in cui conta solo il presente. “La tua mente è come quest’acqua, amico mio: quando viene agitata diventa difficile vedere, ma se le permetti di calmarsi la risposta ti appare chiara”.

Il Bomber, Davide e Dea infiniti: Fabio Quagliarella a 36 anni suonati continua a stupire. Ha superato il record personale di 19 gol della scorsa stagione. Contro la Spal realizza una doppietta (la prima rete, in acrobazia, è da applausi). Contro il Liechtenstein in azzurro anche (entrambe su rigore). Diventa così il bomber più anziano ad andare a segno in Nazionale. Giornata di campionato da brividi in memoria di Davide Astori. Il caso ha voluto che a Bergamo si giocava Atalanta-Fiorentina, la sua partita, visto che era bergamasco e capitano viola. Standing ovation e lacrime vere dell’amico Ilicic. Un mito che non muore mai così come l’Atalanta che continua a stupire, a -3 dal quarto posto. Una vera grande provinciale che l’anno scorso conquistò l’Europa League uscendo per un soffio nei preliminari. Onore al tecnico Gasperini, che fa giocare i suoi come in una favola. Se ci credi tutto è possibile come in Toy Story. “Tu sei un giocattolo! Non puoi volare!” (Woody a Buzz Lightyear) “Verso l’infinito e oltre!” (grido di battaglia di Buzz Lightyear)

Roma: Dopo un derby disastroso perso per 0-3 ed esser uscita in malo modo dalla Champions contro il Porto, tra errori propri e polemiche sull’arbitro Cakir e il Var (la trattenuta ingenua di Florenzi su Fernardo vale un rigore mentre lo sgambetto di Marega su Schick no?) i giallorossi, in caduta libera, cercano di correre ai ripari salutando Di Francesco e richiamando in panchina mister Ranieri, nel frattempo esonerato dal Fulham. Come non gli è riuscito il secondo miracolo in Premier League pare non gli riesca neanche in serie A (ricordiamo come Claudio sfiorò il titolo nel 2010). Un traghettatore che non pensava fossero così tumultuose le acque da navigare. L’amore per la maglia non è in discussione, ma se in campo i giocatori non danno l’anima e si sacrificano come richiesto, ma hanno paura, è un bel problema. In campo bambini o uomini veri? Mai battuta del tecnico è stata più appropriata: “Se serve la campanella dell’Inghilterra? Qui ci vuole la campana di San Pietro”. Bisogna pregare insomma e pure in ginocchio, sperando in una chiave di volta. Illude il 2-1 contro l’Empoli viste le sconfitte umilianti contro Spal (2-1) e Napoli (1-4). Servono altri santi a cui votarsi….quando ti senti come Calimero. Non va mai bene niente. “Qui tutti ce l’hanno con me perché io sono piccolo e nero… è un’ingiustizia, però!”

Fonti foto: gazzetta.it, cronachedi.it, calciomercato.com e spaziocalcio.it

Erika Eramo

 

 

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