Approfittando della pausa Nazionale, prima dell’inizio dell’ottavo turno, facciamo un punto veloce sul nostro campionato e sugli eventi più interessanti associandoli ai testi di Bruce Springsteen che ha da poco compiuto 70 anni. Il prossimo appuntamento con l’editoriale è per il 30 novembre
Un fiume in secca la serie A: Il 12 ottobre, esattamente 8 mesi prima della gara di apertura a Roma del primo Europeo itinerante, la Nazionale di Mancini ottiene il pass anticipatamente (contro la Grecia) per poi suonare anche la Nona Sinfonia (contro il Liechtenstein). Considerato l’incubo di due anni fa, con la mancata qualificazione al mondiale russo, meglio giocare d’anticipo per tornar a riveder le azzurre-verdi stelle. A proposito di trofei stellari puntano in alto anche Inter e Napoli, la prima grazie al vincente per eccellenza che vuole sfidare la sua ex squadra mentre la seconda ha nella calma ed esperienza ancelottiana il suo fiore all’occhiello. Ciò nonostante i due scontri diretti che la Juve ha disputato contro nerazzurri (1-2) e partenopei (4-3) hanno favorito, ancora una volta, la Vecchia Signora che si riprende la vetta. E’ sempre lei la squadra da battere, anche se spesso non ha convinto (vedi Firenze e lo scialbo 0-0). I due derby, quello romano e quello della Madonnina, ben spiegano i giochi di forza tra le contendenti al trono. Pareggio tra Lazio e Roma, con trionfo di pali (1-1) e vittoria (0-2) dell’Inter ai danni del Milan. Biacocelesti e giallorossi alternano belle giocate a improvvisi black-out, gli uomini di Conte sembrano un gruppo di ferro con rari cali di attenzione mentre il diavolo non solo non fa i coperti, ma ha dimenticato proprio le pentole a casa. Chissà se l’avvicendamento Giampaolo-Pioli potrà far risalire la china dentro e fuori la Scala del calcio. Le intenzioni sono buone: “Idee, intensità e spregiudicatezza”…vedremo se i fatti seguiranno. Calcio violento (il daspo a un tifoso della Roma per gli insulti razzisti a Juan Jesus) e romantico (i tifosi della Lazio che dedicano la scritta sulla maglia “Se tira Sinisa è goal” all’ex Mihajlovic) che, esclusi questi episodi, non ha regalato particolari brividi. Ora, dopo la sosta, si entra nel vivo delle competizioni e potremo vagliare partita per partita sperando che la serie A torni ad essere un fiume in piena con emozionanti colpi di scena e non una pausa infinita causa Var che infrange la continuità di un sogno. The River: Is a dream a lie if it don’t come true or is it something worse that sends me down to the river – though I know the river is dry – that sends me down to the river tonight – down to the river / Un sogno che non si avvera è una bugia? O è qualcosa di peggio che mi manda giù al fiume – anche se so che il fiume è in secca – che mi manda giù al fiume stanotte – giù al fiume
Un su e giù da numeri 10: E’ uscito al cinema, seppur per pochi giorni, il film “Diego Maradona”. Un titolo non a caso. L’uomo Diego non è mai riuscito ad integrarsi col personaggio Maradona, ad accettare fino in fondo la celebrità piovuta addosso soprattutto con l’arrivo a Napoli, la città che lo seduce e abbandona. Si narra la parabola di un calciatore passato da semidio all’uomo più odiato d’Italia, almeno secondo gli altisonanti titoli di alcuni giornali del tempo (poco dopo il Mondiale di Italia ‘90). Il regista Asif Kapadia racconta: “Ogni trionfo sembra nella sua vita seguito da un esito disastroso, anche se di solito finisce per uscirne vincitore perché è sveglio e scaltro e quando fallisce si rialza, sta male ma continua a combattere”. Non solo un ribelle, non solo un disonesto, non solo un eroe, non solo dio. Le mascalzonate unite alla genialità, come nei due celebri gol all’Inghilterra, spiegano l’amore e il disprezzo viscerali verso di lui. Cadere, cadere, cadere, rialzarsi, rialzarsi, rialzarsi. Continuamente. Sembra un excursus spesso condiviso dai grandi, seppur con le evidenti differenze caratteriali e biografiche. Il Maradona italiano, colui che fece sognare una Nazione intera, è Roberto Baggio. E chi più di lui è il simbolo del non arrendersi mai? I gravi infortuni e le ingiustizie subite (l’ultima la mancata convocazione al Mondiale del 2002 dopo un recupero super che ha fatto sperare milioni di italiani) non hanno mai intaccato una determinazione fuori dal comune. In attesa del film sulla sua vita annunciato da Netflix e Mediaset Roby ha deliziato una platea entusiasta al Festival dello Sport a Trento. Un’ora e mezza di intrattenimento in cui il divin codino ha parlato del suo cambiamento interiore attraverso il buddismo. Il rapporto con la notorietà è stato più semplice di quello di Diego (“ho sempre giocato con l’unico obiettivo di regalare gioia”, “per essere felice avevo solo bisogno di giocare” e “il mio dribbling più bello è aver superato in tunnel l’autocommiserazione”) ma con altri risvolti tormentati. Born to Run: The highway’s jammed with broken heroes on a last chance power drive… – Someday girl I don’t know when we’re gonna get to that place where we really want to go and we’ll walk in the sun / Le autostrade sono piene di eroi distrutti alla guida della loro ultima possibilità – un giorno ragazza, non so quando, arriveremo in quel posto dove davvero vogliamo andare e cammineremo al sole
La grande Ruota del Calcio: Al Romics il noto giornalista Marino Bartoletti ha presentato “La squadra dei sogni – Il cuore sul prato”, un libro per ragazzi in cui le vicissitudini di vita e di scuola si intrecciano su un campo di calcio in un’ emozionante partita tra classi, dopo che è andato a far loro visita Sandro Mazzola, il figlio di Valentino, il giocatore più rappresentativo del dopoguerra, capitano del grande Torino e della Nazionale. Sandro è il simbolo della rinascita attraverso il calcio. Passato dalla ricchezza alla povertà, dalla felicità alla disperazione, dopo la perdita del padre e della sua/nostra squadra dei sogni, dice agli studenti: “Il calcio mi aveva tolto un padre e con lui tutto, apparentemente. Il calcio, piano piano, mi aveva restituito la gioia di vivere e parte della gloria di mio padre! Non mollate mai, ragazzi, anche quando sembra che tutto vi abbia voltato le spalle! Siate sempre padroni del vostro destino!” La Coppa Lori che i protagonisti del libro dovranno conquistare rappresenta una ruota: pedalando la gente si allontana da noi, ma il pedalare rappresenta anche la vita che continua. Bisogna far girare la ruota per migliorarci, in sinergia con gli altri per andare nella stessa direzione, non solo su un campo sportivo. E’ lo stesso monito del libro “Simoni si nasce – Tre vite per il calcio”. Gigi, a cui mandiamo un augurio di pronta guarigione, dopo che andò via da Roma porta sempre al collo un ciondolo regalatogli da Claudio Baglioni e Franco Novaro con su scritto “Per un amico che partendo non se ne va”. Un uomo che ha attraversato il calcio italiano con garbo ed eleganza, lasciando il segno in ognuno dei ruoli che ha ricoperto. Anche nei momenti di rabbia ha saputo mantenere un raro autocontrollo ed equilibrio. E’ il simbolo di chi per essere vincente non ha bisogno di scendere a compromessi. I suoi valori, contenuti in questa biografia, sono un vademecum importante per le generazioni future così come il monito di Mazzola…loro restano, non partono mai perché sono dentro di noi. Thunder Road: These two lanes will take us anywhere – we got one last chance to make it real – to trade in these wings on some wheels climb in back heaven’s waiting on down the tracks – Oh oh, come take my hand riding out – tonight to case the promised land oh oh Thunder Road, oh Thunder Road oh Thunder Road / Questa strada a due corsie ci porterà ovunque vogliamo – abbiamo un’ultima possibilità per avverare i nostri sogni – per scambiare con delle buone ruote le nostre ali salta su, il Paradiso ci aspetta lungo il percorso – dai, prendi la mia mano – stanotte cercheremo di raggiungere la terra promessa Thunder Road, Thunder Road, Thunder Road…
Fonte foto: calcio.fanpage.it
Erika Eramo
[…] Il calcio ai raggi k proviene da Passione del […]