Abbiamo intervistato l’ex difensore di Napoli, Sampdoria, Lazio, Juve e Atalanta, chiedendogli qualcosa relativa alle squadre in cui ha militato. Attualmente è un avvocato. Una vita in difesa la sua. Dal campo alla toga…ecco cosa ci ha rivelato su Giorgio Chiellini, Marco Giampaolo e molto altro…
Domani sera è in programma Lazio-Milan. Entrambe le squadre fanno fatica a cogliere punti contro le big. Chi la spunterà?
Sarà una partita equilibrata perché Inzaghi sa far giocare bene i suoi ma dall’altra parte abbiamo Romagnoli e Caldara, tra i più interessanti difensori della nuova generazione. Sono leggermente avvantaggiati i biancocelesti per il fattore campo e poi perché possiedono qualcosa in più degli avversari. Inoltre Higuain è out (ndr, per le giornate di squalifica dopo l’espulsione presa nella partita contro la Juve).
Solo il Napoli può reggere il passo della Juve o anche l’Inter potrà inserirsi nella lotta al titolo?
Il post-Sarri non è stato traumatico perché Ancelotti ha saputo mantenere lo scheletro dello scorso anno, cambiando davvero poco. I partenopei possono dire la loro fino all’ultimo, ma la società bianconera rimane il top in Italia e ora lo sta dimostrando anche in Europa. L’Inter ha ottime individualità e quest’anno si è rafforzata grazie agli innesti di Nainggolan, de Vrij, Martinez…ma ancora le manca qualcosa a livello di organico per poter competere per il titolo.
Lei ha debuttato con il Napoli in A raccogliendo però solo quella presenza (era il 16 maggio 1998*). Ha qualche rimpianto?
Era un’epoca fa. Sono contento che mi sia formato nell’ambiente che mi ha visto crescere, ma da napoletano mi dispiace non esserci rimasto più a lungo.
Nella Juve, in prestito dalla Lazio, ha collezionato 5 presenze. Le sue buone prestazioni convinsero i dirigenti bianconeri a trattare con Lotito ma poi sfumò tutto. Come si è trovato nell’ambiente juventino?
Come si dice…è stato breve ma intenso. Sono orgoglioso di aver fatto parte della storia della Juve, seppur per poco tempo, perchè è una società importante con una mentalità vincente da cui apprendere molto.
Il ricordo più bello con la maglia della Lazio?
La partita in Champions contro il Real Madrid, giocata davanti al nostro pubblico (ndr, era il 3 ottobre 2007, finì 2-2 e fu suo l’assist per il primo dei due gol di Pandev).
Domani sera si giocherà Genoa-Sampdoria. Da ex Doria come analizza questo derby di domani?
La Samp ha più possibilità di spuntarla. Innanzitutto è guidata da Marco Giampaolo, un allenatore capace di dare un’identità alla squadra. Poi Defrel mi piace molto e Quagliarella sta confermando le buone qualità che ha.
Come si è trovato nell’Atalanta? Cosa pensa della società?
Molto bene. E’ una società lungimirante che sa investire adeguatamente in tutto, a partire dal settore giovanile.
Lei si è laureato in giurisprudenza ed ha una predilizione per il diritto sportivo. Che messaggio vuole dare ai giovani che ci leggono?
La cosa più importante è studiare e conoscere, seguire ciò per cui si è portati. Quando si ha passione, e la passione muove tutto, si superano gli scogli che la vita ci mette davanti. Ho avuto la fortuna ed il privilegio di poter seguire prima da calciatore e poi da avvocato quelle che erano i miei due amori. Con il diritto sportivo le ho unite.
Ultimamente anche Giorgio Chiellini, capitano della Juve, si è laureato in Business Administration. Quanto è importante che un personaggio così in vista segua un percorso di studi, raggiungendo con successo la laurea?
Moltissimo. Chiellini deve essere un modello di riferimento. Il calcio ha bisogno di una rivoluzione culturale, di idee nuove, di progetti innovativi. Perchè non investire sulle seconde squadre come si fa già in Spagna e in altre Nazioni? Non può esserci solo il business, l’aspetto etico è fondamentale. Uno sport tanto importante dovrebbe essere portavoce di valori, con una giustizia sportiva che sia funzionante.
Cosa pensa di Gabriele Gravina, neo Presidente della FIGC?
E’ un uomo di sport, una persona di spessore che stimo. E’ capace di attuare tutte quelle riforme che servono al nostro calcio. Pensiamo solo che il mondo del pallone rappresenta l’1,6% del Pil Nazionale e che, all’anno, muove una media di 25 miliardi. Ci vuole per forza una persona competente, che sia all’altezza di tutto questo. Lui lo è.
*Ancora oggi è il più giovane esordiente in serie A nella storia del Napoli. Scese in campo a 17 anni e 10 giorni.
Fonti foto: corrieredellosport.it, calciogoal.com e gazzamercato.it
Erika Eramo