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Bournemouth-Crystal Palace si ferma per rispetto del Ramadan

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E’ accaduto che a cavallo del 3′ di gioco, al tramonto, Dango Ouattara attaccante dei padroni di casa, si sia reidratato a bordo campo in pieno rispetto del Ramadan

Tutto molto bello, molto rispettoso delle regole del Ramadan, molto spettacolare, molto coinvolgente con tanto di applausi dal pubblico, tutto molto votato alla sportività grazie al fatto che i calciatori di entrambe le formazioni si sono fermati in attesa che il burkinabè si rifocillasse e potesse tornare a giocare. Tutti i giornali online hanno riportato la notizia con titoli positivi, si è parlato addirittura di “lezione di rispetto”, chiaramente si è nell’era del politically correct e tutto deve essere enfatizzato positivamente e assolutamente, in alcun modo, messo in discussione. Noi vogliamo invece andare contro corrente e analizzare il perché ci si stia votando all’ipocrisia anziché alla soluzione per ogni eventuale situazione “anomala” o comunque che possa portare a cambiamenti di programma o anche alla rivisitazione delle regole, seppur solo episodiche. Sì, perché nel calcio e nello sport in generale, così come nella vita, ci si diverte, “si gioca”, si suda, si guadagna, ma ci sono anche delle regole che a volte determinano il risultato e vengono enfatizzate, altre volte invece accantonate a convenienza e questo, dal nostro punto di vista è altamente diseducativo e fuorviante, si allontana ogni certezza perché si rende tutto malleabile e modellabile alla bisogna! Il mondo deve cambiare, la mentalità deve cambiare, tutto giusto, tutto corretto, tutto molto bello perché si lascia intendere che questo è il progresso, ma dove deve portare il progresso? Questa immensa voglia di mostrarsi tutti pro “inclusione” sta portando ad un rimescolamento di quelle che erano e sono delle certezze delle quali c’è comunque molto bisogno. L’inclusione non va mostrata, va FATTA e senza bisogno di ostentare comportamenti ipocriti!

In questo articolo non si vuole commentare, né tantomeno criticare il gesto (o, per meglio dire, la necessità) di Dango di alimentarsi al termine del Ramadan, non vogliamo farne una discussione religiosa ed infatti evitiamo di fare confronti su quanto la Premier League rispetti, ad esempio, il cristianesimo e le sue regole, ma vogliamo disquisire sulla sua spettacolarizzazione e far riflettere se fosse o meno necessaria!

Dango Ouattara con la nazionale Burkina Faso

Se un calciatore musulmano ha delle regole e le rispetta non fa altro che “giustamente” seguire gli insegnamenti ed il suo credo, ma il mondo del calcio smuove miliardi di anime e coscienze e non dovrebbe essere influenzato da fattori politici o religiosi o comunque di massa. Se la Premier League è così tanto rispettosa dei bisogni dei propri calciatori, allora perché non si organizza in modo da permettere loro di seguire tali bisogni in maniera consona? La Premier avrebbe potuto posticipare l’inizio della partita di 15, 10 o anche solo 5 minuti e non sarebbe stato necessario alcuna sosta forzata e tantomeno vedere Dango con l’affanno perché si stava affrettando nell’ingerire quanto necessario. Il mio personalissimo punto di vista è che si sta perdendo il senso delle cose, si vuole ipocritamente far vedere un rispetto che invece non c’è, che non è reale. Il vero rispetto doveva essere portato a Dango facendolo nutrire in maniera degna e riservata e non spettacolarizzando la cosa come un evento. Le scelte possibili erano sicuramente molte, ma non sono state considerate o, quantomeno, non sono state messe in atto.

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Fonti foto: fanpage.it; juvengerscom.wordpress.com

Luigi A. Cerbara

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