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Intervista doppia a Guido De Angelis e Alberto Mandolesi

I due giornalisti saranno i protagonisti dell’evento L’Aperitivo nel Pallone
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I due giornalisti saranno i protagonisti dell’evento L’Aperitivo nel pallone ideato da Gol di Tacco

 

Passionedelcalcio.it ha realizzato l’intervista doppia al giornalista biancoceleste, Guido De Angelis, e al giornalista giallorosso, Alberto Mandolesi, che saranno gli ospiti d’onore de L’Aperitivo nel pallone giovedì 12 febbraio a partire dalle ore 20.30 presso il locale Angeli Rock, in via Ostiense 193 b/c.

L’Aperitivo nel pallone è un format realizzato dalla Testata Giornalistica Gol di Tacco.

Le giornaliste Erika Eramo, Direttore Responsabile di Gol di Tacco, e Giusy Genovese, Direttore Editoriale di Gol di Tacco, condurranno la serata.

La Roma per vincere contro questa Juventus lo Scudetto su quali fattori può sperare?

G.D.A. I giallorossi non possono più permettersi passi falsi e devono sperare che la Juve perda per strada dei punti. Ci sono ancora tante partite a disposizione. Può succedere di tutto.

A.M. Matematicamente la speranza c’è. Di fatto invece sarà difficilissimo per la Roma raggiungere il tricolore. I giallorossi devono vincere tutte le gare e sperare che la Juventus vada in crisi, altrimenti non servirà alla Roma neanche vincere lo scontro diretto.

Con la sconfitta contro il Genoa la Lazio dice addio ai sogni Champions? 

G.D.A. Sì. Purtroppo i tanti infortuni e i diversi errori arbitrali contro hanno pesato sul rendimento della Lazio. In particolare nelle ultime 5/6 gare i biancocelesti sono stati penalizzati da arbitraggi scandalosi. Il Presidente Lotito in Federazione non conta nulla … anzi …

A.M. La Lazio dista dal terzo posto ben otto punti, troppi. Per i biancocelesti queste due sconfitte di fila, rimediate contro il Cesena e contro il Genoa (alla sua prima affermazione nel 2015) sono state pesantissime.

In Coppa Italia che sfida sarà Lazio-Napoli? Se in caso i biancocelesti dovessero arrivare in finale sfideranno la Fiorentina o la Juventus nello Stadio Olimpico?

G.D.A. Il Napoli sarà un osso duro, ma nell’ambito di due sfide la Lazio non è inferiore. Mi auguro che nella partita di ritorno i biancocelesti saranno al completo. Spero che si possa evitare di far venire i tifosi del Napoli a Roma, anche se tutto ciò mi rammarica molto.

In finale spero di incontrare la Fiorentina … perché la Juve è sempre la Juve …

A.M. Lazio-Napoli sarà una sfida aperta. Ritengo che il Napoli abbia il 51% di possibilità di giungere in finale, dove salvo colpi di scena troverà la Juve. La Fiorentina sta crescendo molto, ma con i bianconeri dovrà compiere un’impresa o sperare che la squadra di Allegri abbia la testa alla Champions.

Questa Roma ha i mezzi e la mentalità per arrivare in fondo in Europa League?

G.D.A. Sì, perché l’Europa League è alla portata della Roma. Ricordo con dispiacere quando due anni fa la Lazio di Petkovic era stata eliminata dal Fenerbahce nei quarti. In quella sfida l’arbitraggio era stato completamente a favore della squadra turca.

A.M. I mezzi la Roma li ha per puntare alla coppa. I giallorossi però sono stati falcidiati dagli infortuni e perciò non sarà facile per Garcia contare su diversi giocatori in forma.

La gioia più grande che ti ha regalato la tua squadra del cuore?

G.D.A. Lo Scudetto del ’74, la Coppa delle Coppe del ’99 vinta a Birmingham, lo Scudetto del 2000 e la Coppa Italia vinta battendo in finale la Roma.

A.M. Lo Scudetto dell’83. Lo sento ‘mio’. Noi giornalisti viaggiavamo con la squadra e si dormiva tutti nello stesso albergo. Il mister giallorosso Liedholm, che era scaramantico e appassionato di astrologia, mi aveva preso in simpatia perché eravamo dello stesso segno zodiacale della Bilancia.

Il giocatore a cui sei più legato in assoluto?

G.D.A. Giorgio Chinaglia. Era un amico fraterno. Ho avuto il privilegio di viverlo sul campo e fuori. Ero inebriato da questo campione simbolo della Lazio. Nonostante tutte le vicissitudini ‘Long John’ resta in assoluto il giocatore più amato dai tifosi della Lazio.

Ricordo con grande piacere quando gli ho organizzato la festa a sorpresa per i suoi 50 anni.

A.M. Agostino Di Bartolomei. Fra di noi era nata un’amicizia vera basata sulla stima e l’affetto.

Un ricordo che ti lega al tuo collega?

G.D.A. Il periodo della radio in cui collaboravamo insieme su Dimensione Suono negli anni ottanta. Si scherzava mantenendo sempre il giusto equilibrio. Successivamente in qualità di Editore avevo scelto Alberto sia per la radio che per il giornale.

Ora invece Lazialità For Ever dopo 30 anni ha una nuova veste. E’ un giornale bimestrale completissimo che descrive in maniera dettagliata tutto ciò che ruota intorno al mondo biancoceleste.

A.M. Il derby terminato 3-3 diretto dall’arbitro Farina. Al gol della Roma che aveva ridotto le distanza sono saltato addosso a Guido e lui, solo per l’affetto che ha nei miei confronti, ha reagito con grande classe.

Una soddisfazione che ti sei tolto con il tuo collega?

G.D.A. In un villaggio avevamo organizzato un torneo amatoriale di calcio e Alberto mi prendeva tutti i miei giocatori più forti. Ma quando c’è stata la sfida Lazio-Roma, che abbiamo perso 3-1, mi sono tolto una grandissima soddisfazione: ho realizzato un gol sotto l’incrocio dei pali con Alberto, che pur di non farmi segnare, era andato a proteggere il palo e il portiere…

A.M. Il derby Lazio-Roma terminato 1-5 … che soddisfazione.

Da tifoso cosa ‘invidi’ al tuo collega?

G.D.A. Gli arbitraggi degli ultimi derby…il potere…e la stampa…

A.M. La combinazione concomitante di risultati. Mi riferisco ovviamente alla Scudetto vinto dalla Lazio nel 2000, quando il Perugia, che era senza obiettivi e veniva da diverse sconfitte consecutive era riuscito a battere la Juve e consegnare lo Scudetto ai biancocelesti.

L’Aperitivo nel pallone è un format ideato da Gol di Tacco, Testata Giornalistica incentrata sull’eleganza ed il fair play. In quale modo i sani valori dello sport possono essere trasmessi ai giovani in maniera più costante?

G.D.A. Intanto cominciamo noi addetti ai lavori ad assumerci le nostre responsabilità. Quando prendiamo un microfono o scriviamo per qualche giornale dobbiamo avvicinarci sempre alla verità ed essere onesti intellettualmente. Dobbiamo dare un buon esempio. Ora purtroppo su internet c’è poco controllo e ci sono molti leoni da testiera che aizzano le folle…

A.M. Ho seguito mio figlio nel calcio giovanile e ho assistito a scene pazzesche. La società è malata. Si predica bene, poi però la pratica di ciò che di buono le persone avrebbero dovuto apprendere non si mette quasi mai in atto.

Voi giovedì sarete i protagonisti de L’Aperitivo nel pallone. Bisogna assolutamente partecipare perché…

G.D.A. Perché io e Alberto racconteremo diversi aneddoti professionali e non solo…

Sarà una sorta di Teatro in cui sul palco si saranno la Lazio e la Roma e voi che verrete avrete la possibilità di interagire con noi.

A.M. Perché io e Guido, ahinoi, abbiamo una carta d’identità in cui gli anni pesano…e vogliamo essere ‘portatori sani di calcio’. Mi fa effetto sapere che molti giovani di oggi, anche se non hanno vissuto la mia epoca, sanno molte cose su come vivevamo noi il calcio.

Stefano Rizzo

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