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Alla scoperta di Campania Biancoceleste

   Tempo di lettura 7 minuti

La presidentessa Giovanna Campagna ha spiegato in un’intervista a Passione del Calcio la storia e le iniziative del suo club

La Lazio è una passione che spesso e volentieri va anche oltre i confini dell’urbe Eterna e può prender forma anche in territori solitamente ostili come ad esempio quello campano. Infatti da svariati anni sono tanti gli aquilotti che in Campania, nonostante tutto (la distanza in primis) portano avanti il loro amore verso la prima squadra della Capitale. Tra televisione (molti si organizzano per vedere insieme le partite), social network e sopratutto trasferte allo stadio (per loro anche andare all’Olimpico è una trasferta) Campania Biancoceleste è ormai una realtà ben stabile, che quando può non si tira indietro nell’aiutare il prossimo attraverso iniziative benefiche, perchè in fin dei conti il calcio serve anche (o meglio soprattutto) per questo.

Come nasce la tua passione per la Lazio ?

La mia passione per la Lazio è nata dopo i 10 anni, grazie a Nesta. In quegli anni ero troppo piccola per avvicinarmi al mondo del calcio ma lui mi fece battere il cuore, sia per la bellezza, sia per quello che dava in campo. E grazie a lui mi sono avvicinata alla Lazio e sempre più anche quando è dovuto andar via.


L’idea di creare Campania Biancoceleste é frutto di una tua iniziativa ?

Diciamo di sì: è figlia di un gruppo nato nel lontano 2009, “Laziali della Campania…uniamoci”. Subito dopo la creazione, si unì a me un ragazzo con il quale ho collaborato fino al 2014, poi per via di alcune divergenze abbiamo preso strade diverse. Campania Biancoceleste, gestita da me e Fabio Prezioso, è nata anche grazie alle persone che hanno sempre creduto in noi e ci hanno dato una mano nella realizzazione di tutto ciò che non si limita solo ad una dimensione social.


Avete provato ad instaurare un rapporto con la società?

Certo, la società e molte persone che lavorano per essa, sono molto disponibili verso di noi, ci permettono di essere presenti e di omaggiare qualsiasi giocatore quando sono in trasferta qui a Napoli. Lo scorso anno stavo organizzando una visita a Formello stroncata sul nascere per motivi personali.
La Società non riconosce club ma non per questo non è aperta ai vari club registrati regolarmente o meno.


Come vivete la vostra lazialitá a distanza ?

E’ dura. Lavorando allo Stadio San Paolo vedo tanti tifosi fare il tifo per la propria squadra e spesso ho una stretta al cuore perché questo lavoro non mi permette di incitare sempre la mia Lazio. Grazie a Campania Biancoceleste, certe distanze vengono dimezzate perchè diventiamo una “famiglia”, ci organizziamo in trasferte o serate tra aquilotti, o semplicemente commentando sul gruppo e sfogandoci con chi ha la stessa passione. Chi è nato con l’aquila sul petto come noi, non è ben visto qui in Campania.


Siete presenti allo stadio Olimpico ? E in trasferta ?

Certo, aldilà dell’organizzazione di pullman, ci sono molti ragazzi che si riuniscono e in auto partono per Roma e non solo. Alcuni di essi sono stati presenti in questi anni in numerose trasferte, altri addirittura hanno seguito la Lazio nel ritiro estivo ad Auronzo.


Quando la Lazio arriva a Napoli non manca mai il vostro appoggio. Potresti spiegare come si svolgono queste giornate ?

La mia è accompagnata dall’ansia. Sostenere i nostri ragazzi è una cosa che nasce dal cuore: saperli in una stazione o in uno stadio dove arrivano fischi e critiche non può che spingerci ad essere presenti e dargli quella giusta carica, ma soprattutto fargli capire che, in mezzo a quei napoletani, ci sono tanti cuori biancocelesti.
Ci riuniamo in stazione, occasione anche per rivederci tutti insieme; aspettiamo il loro arrivo per intonare qualche coro e poi c’è chi li raggiunge anche in hotel.
Grazie alla Società, ci viene concesso di omaggiare qualche giocatore e insieme a me e Fabio, diamo la possibilità anche ad un ragazzo del gruppo di essere presente, tramite un sorteggio. Lo stesso procedimento ha permesso un altro ragazzo di avere in omaggio il biglietto per la partita al San Paolo.


Avete delle idee per il futuro volte a rafforzare il vostro senso di aggregazione ?

Oltre all’organizzazione di pullman in collaborazione con i “Laziali del Vesuviano” e di una serata da organizzare tutti insieme entro la fine dell’anno dove siamo aperti a qualsiasi consiglio da intraprendere per il gruppo, sicuramente punteremo a far sì che i tifosi siano come sempre al centro di ogni progetto futuro, così come è stato finora con iniziative che verranno elaborate nel corso dei prossimi mesi.


Perseguite anche fini sociali ?

Campania Biancoceleste cerca di essere molto attiva anche nel sociale. In passato si è occupata di raccogliere fondi da devolvere alla piccola Giorgia, una bimba affetta da una rarissima anomalia cellulare chiamata “Sindrome di Berdon”. Abbiamo chiesto alla società di regalarci un gagliardetto autografato spiegandone il fine e non si è tirata indietro.
Inoltre è stato organizzato un fantacalcio e attraverso le quote di iscrizione cerchiamo di far l’utile ed il dilettevole, divertirci e allo stesso tempo aiutare chi è meno fortunato di noi. Negli anni precedenti abbiamo portato dei giocattoli ai bambini del Santo Bono (Ospedale di Napoli) e contribuito ad acquistare un defibrillatore per “Casa di Tonia”, una casa famiglia.

Per quanto concerne la Lazio attuale, qual é il tuo pensiero e dove pensi che possa arrivare la squadra di Simone Inzaghi ?

Non vorrei salire sul carro dei vincitori solo perché la Lazio non sta perdendo punti in queste ultime partite, ma penso che la compagine biancoceleste sia una squadra abbastanza umile che, se lavorasse e non si distraesse da ciò che accade fuori, potrebbe puntare ad un posto in Europa. Ci sono giocatori affermati e non, che tramite il lavoro di mister Simone Inzaghi possono togliersi non poche soddisfazioni.

Antonio Pilato

Ringrazio Giovanna Campagna per il tempo concessomi per l’intervista

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