Home Editoriali Il calcio ai raggi K

Il calcio ai raggi K

   Tempo di lettura 7 minuti

Editoriale di Erika Eramo

Il Presidente della FIGC Tavecchio dopo l’esordio dell’Italia a Euro2016 ha detto: “Diciannove milioni in tv? Nonostante le critiche, il calcio resta l’unico fattore di coesione sociale”. Alla luce di questa osservazione il vero malato di pallone durante le grandi manifestazioni internazionali si trova di fronte ad un paradosso: più vede le partite e più non ne ha mai abbastanza. Usando una metafora culinaria “l’appetito vien mangiando”. E’ molto probabile, infatti, che dopo essersi informato sul ballo delle debuttanti e ad aver assistito ai primi top e flop delle big abbia ancora voglia di campionato, quello italiano in primis, e senta immancabile un vuoto.

L’editoriale, sostituito egregiamente nei mesi di marzo, aprile, maggio da quello del mio esimio collega Bucchioni, torna per sopperire a questo vuoto. Questa volta è a quattro mani. Sarò affiancata dall’altrettanto egregio dott. Rizzo. Facciamo un salto indietro nel tempo come fa Alice attraverso lo specchio. Come è stato il finale di stagione per le nostre squadre? Anche in virtù del loro inizio è stato esaltante o deludente? Vediamolo insieme e non preoccupatevi…il 21 agosto arriva presto:

Juventus 9: La Vecchia Signora si rifà il trucco e torna adolescente al primo amore, quello dei suoi tifosi impazziti. Se come diceva Boniperti “vincere è l’unica cosa che conta” aggiungo che farlo scalando gli impervi pendii delle critiche e surfando l’onda dell’inaspettato ha un sapore tutto speciale: Supercoppa italiana, Scudetto (quinto di fila) e Coppa Italia (seconda di fila). Nessuna squadra aveva mai vinto per due anni di seguito sia lo Scudetto che la Coppa Italia. In campionato effettua una rimonta epica culminata con il tricolore: dopo la gara persa contro il Sassuolo dell’andata fino alla sfida di ritorno sempre contro la compagine emiliana, le ha vinte quasi tutte, pareggiando solo a Bologna. Inoltre Buffon stabilisce il record di imbattibilità in Serie A. In Europa i bianconeri devono invece ritrovare quel successo che manca ormai da anni. Asso Piglia (quasi) Tutto

Napoli  7,5: Si stacca dalla vetta quando il suo bomber Higuain a Udine perde le staffe e si fa espellere. Il giudice sportivo gli infligge quattro turni di squalifica che poi verranno ridotti a tre. L’uomo simbolo, il più amato dopo Maradona, comunque torna in campo per le ultime giornate e riesce lo stesso ad arrivare a quota 36 reti, stabilendo il nuovo record di gol siglati in una sola stagione in Serie A. I partenopei, pur perdendo contro la Roma, all’Olimpico conquistano il secondo posto che vale l’accesso diretto in Champions League. Se la testa fosse stata all’altezza del grande cuore sarebbe stata una lotta a due fino alla fine e invece no, niente adrenalina coi fari spenti. Avrà pure ragione Mondonico che Higuain sia Napoli-dipendente,ma sembra essere più il Napoli… Higuain-dipendente

Roma 7,5: Con Spalletti colleziona diverse vittorie e sfiora la Champions diretta (questa estate disputerà il turno preliminare). L’eroe del finale di stagione è Francesco Totti che grazie alle sue reti fa agguantare il terzo posto. Il patron Pallotta decide allora di far firmare il contratto per la prossima stagione al capitano giallorosso. Il numero 10 si merita questa soddisfazione perché ha dimostrato sul campo che può ancora essere decisivo con 4 gol e 2 assist nelle ultime 7 gare. E’solo puntando sugli uomini giusti che, come dice Johnny Depp in Blow, “il vento del destino ti porta in alto a danzare con le stelle”. E quale stella se non il venerando capitano? I giallorossi sono così…Tutti per uno ed uno per Totti. Apprendista moschettiere (della regina Juve?)

Inter 5,5: Dopo un inizio folgorante termina l’annata con una discontinuità disarmante. Il trucchetto dell’1-0 è stato scoperto e non si inventa più nulla. Gli uomini di Mancini tornano in Europa League raggiungendo l’obiettivo minimo stagionale. A giugno il pacchetto di maggioranza della società nerazzurra passa al gruppo di Jindong. Alla fine è uscita la vera essenza, individualità di spicco che stentano a esser squadra. Più che squadra un righello per prendere le misure degli avversari perdendo le proprie. Forse adesso, cambiando lingua, potrà essere una Grande Muraglia….In cerca d’identità (come si dice in cinese?)

Milan 5: Brocchi fa peggio di Mihajlovic, conquistando la miseria di 8 punti sui 18 a disposizione contro Sampdoria, Carpi, Hellas Verona, Frosinone, Bologna e Roma, quasi tutte squadre sulla carta abbordabili. Nella finale di Coppa Italia meriterebbe di più, ma la fortuna aiuta solo gli audaci e ai supplementari il bianconero Morata realizza la rete decisiva. Un altro anno senza Europa per i rossoneri. Errare è umano, cambiare per continuare a perseverare nell’errore è diabolico. Un diavolo ce lo immaginiamo più intelligente però e invece è senza né testa né coda…quest’ultima nascosta tra le gambe dalla vergogna. Scoperchiato

Lazio 5: Mai protagonista, solo comparsa. Simone Inzaghi è subentrato a Pioli sulla panchina biancoceleste senza però effettuare quel cambio di marcia che serviva. In Europa League poteva andare ancora avanti e la sfida persa in casa per tre a zero contro il modesto Sparta Praga rappresenta il rimpianto più grande. Parafrasando il titolo di una celebre canzone di Masini ci è sembrata una “Cenerentola DISinnamorata” di sé che cade nell’oblio di un anonimato, addolcita dal bacio del principe Klose, che segna la rete numero 64 (raggiungendo Pandev in cima alla classifica giocatori stranieri più prolifici) nella sua ultima partita in biancoceleste. Ora si ridesterà anche? Addormentata

Fiorentina 4,5: Che girone di ritorno pessimo e che mentalità perdente! La squadra si smarrisce e solo a tratti crea bel gioco (nelle sfide interne contro il Napoli e la Juventus). L’ultima partita contro la Lazio può essere interpretata come una scossa elettrica, una sorta di “prove generali” per la prossima stagione. Grazie proprio alla Juve che vince la Coppa Italia i gigliati accedono direttamente ai gironi di Europa League. Tiziano Ferro cantava “il regalo mio più grande”. Sì all’inizio era proprio così ma poi, passata dal firmamento delle stelle viola alle stalle sbiadite, è stata “La delusione mia più grande”. Depressa e deprimente

Erika Eramo e Stefano Rizzo

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.