Abbiamo avuto il privilegio di intervistare la cantante veneta, grande tifosa dell’Hellas Verona, per un punto sui gialloblu e sulla sua carriera
Passione del calcio ha avuto il piacere oltre che l’onore di colloquiare con la star internazionale Donatella Rettore. La cantautrice è stata gentilssima e sincera come sempre. Rettore ha partecipato per cinque volte al Festival di Sanremo, l’ultima occasione si è presentata nel 2022 con il brano ‘Chimica’ insieme a Ditonellapiaga. L’artista ha preso parte in qualità di concorrente anche al programma La fattoria su Mediaset e a Tale e quale show sulla Rai.
Quanto crede nella salvezza dell’Hellas?
Chi è tifoso dell’Hellas sa già in partenza che dovrà soffrire. Bisogna crederci, avere fiducia nella squadra e nel bravissimo allenatore Marco Baroni, il quale è riuscito a mentenere unito il gruppo nonostante diverse partenze di spessore e l’arrivo di nuovi giocatori che non avevano mai giocato in serie A. Non amo il presidente Setti perchè non lo vedo particolarmente coinvolto nel progetto.
I gialloblu ai quali è più affezionata?
Sono tifosa da quando ero bambina, con mio nonno Cirillo Pisani che mi portava allo stadio Bentegodi. Quando non riuscivo a vedere bene la partita mi prendeva sulle sue spalle facendomi ottenere un’ottima panoramica. Noi tifosi budei sappiamo trascinare la squadra gialloblu verso imprese ‘impossibili’. Sono molto legata infatti a tutti i componenti dell’Hellas Verona campione d’Italia nella stagione 1984/85, in particolare all’allenatore Osvaldo Bagnoli e al capitano Roberto Tricella. Il calcio è lo spettacolo più bello del mondo, peccato che la parte economica lo stia rovinando e che ci siano sempre meno giocatori bandiera nelle squadre. Negli anni ottanta un mio brano ‘Italo disco’ divenne la sigla de ‘Il processo del lunedì’ programma condotto da Aldo Biscardi. Sono ancora oggi molto amica dell’ex portiere Walter Zenga, dell’ex attaccante Spillo Altobelli e lo ero anche del compianto Pablito Rossi.
Cosa le è piaciuta di questa Inter che ha stravinto il campionato?
Negli anni ottanta noi gialloblu eravamo anche gemellati con i tifosi nerazzurri. L’Inter ha dominato fin da subito dimostrando giornata dopo giornata di essere senza dubbio la squadra più forte del torneo.
Come nasce il suo stile così all’avanguardia?
Fa parte del mio DNA. Poi musicalmente sono cresciuta all’estero e pertanto ho assimilato una cultura ad ampio raggio. Sono sempre stata me stessa, senza indossare mai nessuna maschera.
A quale di questi tre brani di grandissimo successo è più legata? Splendido splendente del 1979, Kobra del 1980 o Lamette dell’82?
Sono tre mie creature e non riesco a sceglierne una in particolare. Sono molto legata anche al pezzo del 1978 Eroe perchè rappresenta il periodo della svolta.
Ha collaborato ad inzio carriera con il grande Lucio Dalla, un ricordo su di lui?
E’ stato per me una sorta di ‘mamma’. Mi diceva di fare attenzione perchè ero e lo sono ancora molto estroversa. Con il tempo ho capito che avesse ragione. Ho avuto il piacere nel 1978 di conoscere anche Lucio Battisti ad Amburgo, rappresentavamo l’Italia in un contesto musicale molto importante tedesco. I due Lucio erano molto diversi tra di loro ma avevano in comune l’umanità, il grande cuore, la semplicità e la genialità.
Come è stato duettare con Annalisa con il suo brano Lamette a Padova?
E’ stata una esperienza meravigliosa. Annalisa è splendida splendente e meritava di vincere Sanremo per poi partecipare all’Eurovision. Annalisa mi ha chiamata per invitarmi e ha scelto lei il pezzo. Mi fa molto piacere che l’esibizione sia piaciuta. Annalisa può cantare tutto. Ha una voce estesissima e pazzesca! E’ molto determinata e deve ringraziare Dio e i genitori per questo dono che possiede. Inoltre è una persona estremamente gentile ed educata oltre ad essere affascinante.
Fonti foto: AffariItaliani.it: HellasLive.org
Stefano Rizzo