Ecco gli aspetti davvero importanti per un tecnico top
Quando si cerca di delineare le caratteristiche ideali di un allenatore, troppo spesso ci si sofferma esclusivamente sulle sue qualità tecniche, evidenziando ovviamente i suoi titoli in bacheca. Sappiamo tutti che in una squadra di calcio, oltre ad un allenatore, c’è uno staff, c’è il gruppo calciatori, c’è una società, insomma un insieme di persone che non solo devono coesistere, ma soprattutto devono lavorare e collaborare per inseguire dei successi. La parte psicologica di un lavoro, di una professione, viene troppo spesso sottovalutata. Questo è ciò che succede anche quando si parla di un allenatore e l’inizio dell’attuale stagione, forse, può essere utile per comprendere davvero a fondo la reale incidenza che può avere sui risultati di una squadra. La gestione di un gruppo di uomini, di professionisti è tutt’altro che facile e le sfumature, anche psicologiche, possono fare la differenza. Quindi possiamo affermare che un allenatore debba essere aggiornato non solo a livello tecnico e tattico, ma anche umano e dirigenziale.
Quante volte abbiamo sentito parlare della quadratura del cerchio? Quanti di noi si sono davvero soffermati sul valutare cosa debba esserci nel cerchio per farlo quadrare? Si dà ampia considerazione alle qualità tecniche dei giocatori, dello staff, tutte cose importanti ovviamente, ma sono solo delle parti del cerchio. Per far sì che il cerchio si chiuda bisogna considerare molti altri aspetti che portano poi al risultato. Abbiamo sicuramente sentito parlare di “ambiente” e quante volte se ne è dibattuto anche tra tifosi, ebbene sotto la generica voce ambiente c’è anche l’importantissimo aspetto psicologico. Come detto, un club di calcio va gestito e la metodologia di guida è divenuta sempre più importante. Le società inglesi hanno rivisitato la figura della guida tecnica già molti anni fa, il “manager”, l’allenatore inglese, ha molti più poteri ed ovviamente molte più responsabilità, ma sicuramente una guida forte ed univoca può essere un buon metodo per creare delle linee certe evitando un accavallarsi di incarichi e responsabilità che invece possono essere destabilizzanti.

Un altro esempio per sottolineare quanto l’influenza mentale possa cambiare le carte in tavola è nella storia del calcio che è piena zeppa di calciatori cosiddetti fenomeni, acquistati anche per cifre importanti, ma che poi non hanno reso nella loro squadra. Conseguentemente poi svenduti, scambiati ed esplosi nella nuova società. Sicuramente il cambio di coach, compagni, città, ambiente, non ha accresciuto le loro qualità tecniche, ma quelle mentali sicuramente sì. Proseguendo con ulteriori e più recenti esempi, abbiamo davanti agli occhi la situazione di due squadre blasonate e con organici tecnicamente davvero ricchi che però deludono, come l’Inter dello scorso anno data per potenziale vincente del campionato per poi inciampare nei momenti “delicati” della stagione, oppure la Juventus degli ultimi anni, la più ricca e non solo tecnicamente che però ha perso la retta via e, come contraltare, il Milan sempre della scorsa stagione, dato assolutamente per più debole, che invece ha raggiunto il grande traguardo. Senza voler tediare nessuno, veniamo ad oggi, alle situazioni delicate di Allegri e Simone Inzaghi, non si può pensare che due allenatori esperti e anche vincenti si siano tecnicamente involuti cosi prepotentemente e rapidamente. Quindi possiamo mettere in discussione le loro qualità tecniche? Se la risposta è “no”, si può allora dire che il problema è ambientale e psicologico? Se la risposta è “sì”, allora è un po’ più chiaro quanto sia importante?
Fonti foto: iotifointer.it; projectinvictus.it
Luigi A. Cerbara
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