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Kevin De Bruyne: maestro di generosità

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Il calciatore belga, con il suo modo di stare in campo e con il suo altruismo fuori dal campo, è un esempio da evidenziare, esaltare e persino esportare se possibile

Sabato 8 aprile, al 45′ di Southampton- Manchester City, con una pennellata di interno destro, Kevin ha servito un delizioso pallone tradotto in rete da Erling Haaland e, quel passaggio, gli ha consentito di raggiungere quota 100 assist in premier League (99 con il ManCity ed uno con il Chelsea). De Bruyne è il quinto assistman a raggiungere tale quota nel campionato inglese, ma è il più veloce a farlo dato che ci è arrivato in 237 partite (aveva raggiunto la quota di 50 assist dopo 123 partite, sempre come il più veloce n.d.r.). Gli altri “centenari” sono: Ryan Giggs (162 assist), Cesc Fabregas (secondo più veloce in 293 partite e con 111 assist totali), Wayne Rooney (103 assist) e Frank Lampard (102 assist). Abbiamo messo in risalto questo importantissimo dato per evidenziare ulteriormente la generosità di un calciatore dall’alto spessore tecnico, certo, ma anche umano e caratteriale. Attraverso i suoi assist ha reso felici coloro che hanno finalizzato in rete i suoi passaggi, ha reso felice il pubblico che ha assistito (assist-ito) alla realizzazione di un goal, ha reso quindi felici gli altri e, “donando”, siamo sicuri, rende felice anche se stesso. Questa è l’essenza della generosità: il dare agli altri. Quando Kevin riceve il pallone i suoi occhi e la sua mente sono già alla ricerca del passaggio successivo, non gioca quindi per se stesso, ma per la squadra, come ogni calciatore dovrebbe fare, ovviamente.

Dello spessore dell’uomo ne avevamo parlato già per un episodio di qualche tempo fa, in occasione del riconoscimento come migliore in campo, in una partita dove non lo era stato e lo ammise lui stesso (Leggi qui), dando sfoggio di umiltà, ma anche di coerenza. Conosciamo Kevin anche come un uomo altruista nella vita di tutti i giorni, attento ai bisogni degli altri e soprattutto dei più bisognosi, ha infatti una fondazione che dà aiuto ai giovani in difficoltà. Il belga porta avanti anche la campagna a sostegno delle persone affette dalla sindrome di Down ed effettua donazioni per la ricerca. Una generosità a tutto tondo!

Kevin De Bruyne sin da piccolissimo era visto come un futuro fuoriclasse con le conseguenti pressioni del caso, ma nonostante tutto, come abbiamo evidenziato, è rimasto umile, serio, concentrato sul lavoro e altruista. In questo calcio moderno, dove il business si è sostituito allo “sport”, dove il vincere a tutti i costi si è sostituito al concetto di lealtà sportiva, il sano vecchio sport era, e dovrebbe tornare ad essere, educativo, oltre che sinonimo di rispetto, lealtà, altruismo. Ginger Pelé, come viene soprannominato Kevin De Bruyne per il colore dei suoi capelli e l’accostamento all’ex stella brasiliana, dovrebbe essere portato come esempio per i giovani che si approcciano allo sport, per mostrare loro che si può essere fuoriclasse in campo, ma anche grandi uomini nella vita senza la necessità di divismo.

Fonti foto: mancity.com; tuttomercatoweb.com

Luigi A. Cerbara

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