Dopo il pareggio con la Macedonia del Nord, il portiere del Paris Saint-Germain è tornato sul banco degli imputati, in molti ora chiedono che venga scalzato dall’emergente estremo difensore del Tottenham
La riconoscenza non esiste, è una dura legge del calcio. Se a ciò uniamo la memoria da pesce rosso di molti tifosi non è raro che uno stesso giocatore passi dall’essere idolatrato all’essere ferocemente criticato in poco tempo. In ordine cronologico, l’ultimo esempio di questa tendenza è Gianluigi Donnarumma, non più tardi di due anni fa acclamato (giustamente) come l’uomo che con le sue parate ci ha portato alla conquista dell’Europeo, ed oggi invece individuato come uno dei principali problemi della nazionale italiana, tanto da invocarne addirittura la panchina.
Facciamo un passo indietro, proprio all’estate del 2021. Gigio è nel bel mezzo della burrascosa trattativa che lo porterà dal Milan al Psg. In campo con l’Italia il suo rendimento è eccellente, ma già quando inizia la nuova stagione in Francia sorgono i primi problemi. Le aspettative dopo l’Europeo vinto da protagonista sono molto alte e vengono amplificate dalla sontuosa campagna acquisti con cui i parigini mettono le mani su Messi, Hakimi, Sergio Ramos e Wijnaldum (oltre a lui). Non solo, c’è anche la concorrenza di un portiere di grande livello come Keylor Navas da battere.
Donnarumma gioca alternandosi con l’estremo difensore costaricano, poi piano piano guadagna spazio, ma ad inizio marzo sbaglia clamorosamente un disimpegno coi piedi nell’ottavo di finale di Champions League in cui il Psg viene eliminato in rimonta dal Real Madrid. Due settimane dopo, lo sciagurato spareggio mondiale tra Italia e Macedonia del Nord: gli Azzurri creano ma non segnano, Trajkovski invece non sbaglia e da fuori area a pochi minuti dal termine trova il diagonale che sbatte per la seconda volta consecutiva la nazionale italiana fuori dal mondiale. È una debacle di squadra, ma non mancano le accuse a Donnarumma per essere stato poco reattivo sul tiro dell’ex centravanti del Palermo.
Dalla Macedonia alla Macedonia, quasi un anno e mezzo dopo, la storia si è ripetuta. Questa volta a causa della rete di Enis Bardhi, arrivata su punizione a dieci minuti dal termine dopo che l’Italia era passata in vantaggio con Immobile. Un pareggio pesante, che rende più tortuosa per gli Azzurri la strada verso Euro 2024. Sabato sera l’errore di Donnarumma è stato più netto, ha preso gol a causa di un posizionamento di partenza errato al momento del tiro del centrocampista macedone. Questa volta le critiche si sono spinte fino al punto di metterne in dubbio la titolarità a beneficio di Guglielmo Vicario, uno dei portieri più promettenti d’Europa, passato quest’estate dall’Empoli al Tottenham.
Quello tra portiere affermato in calo e portiere emergente in ascesa è un rompicapo ostico per qualsiasi allenatore, a maggior ragione per il commissario tecnico di una nazionale. Da un lato ci sono equilibri di spogliatoio che è complicato cambiare, oltre alla gestione psicologica del giocatore, dall’altro c’è l’importanza di una scelta netta da fare in quello che è probabilmente il ruolo più delicato di una squadra. Spalletti probabilmente sta già pensando a come risolvere questo dilemma, a partire dalla sfida di domani sera contro l’Ucraina. Per il momento, la titolarità di Donnarumma non sembra a rischio e visto il suo rendimento complessivo negli anni in azzurro questo credito a suo favore è meritato. La vera domanda è se e quando si esaurirà.
Luca Missori
(Fonte immagine: Sport.virgilio.it)