Home News I soldi non fanno la felicità, per il Psg ennesimo flop europeo 

I soldi non fanno la felicità, per il Psg ennesimo flop europeo 

Per i parigini, quella di mercoledì sera contro il Bayern Monaco è stata la quinta eliminazione agli ottavi di Champions League negli ultimi sette anni, i petrodollari dello sceicco non bastano per trionfare in Europa, serve qualcosa in più 

“Perché non avresti potuto battere un club più ricco? Io non ho mai visto un mucchio di soldi segnare un gol”. Così parlava Johan Cruijff ai giornalisti che gli chiedevano di quantificare l’importanza del denaro nel costruire una squadra di calcio. E’ inutile girarci intorno: i soldi contano, anche nello sport, ma è altrettanto vero che da soli non bastano se non sono accompagnati da idee, principi, nonché da una visione comune condivisa da società, allenatore e giocatori. 

Lo sa bene il Paris Saint-Germain, che ha speso centinaia di milioni di euro nell’ultimo decennio assicurandosi calciatori di altissimo livello, senza però riuscire a vincere nulla fuori dalla Francia ed anzi perdendo delle volte anche in patria in maniera piuttosto clamorosa. Mercoledì sera, contro il Bayern Monaco, è arrivata la quinta eliminazione agli ottavi di Champions League negli ultimi sette anni. Solo in due edizioni i parigini sono riusciti ad andare oltre il primo round ad eliminazione diretta: nel 2021, quando sono stati sconfitti dal Manchester City in semifinale, e nel 2020, quando hanno perso in finale a Lisbona sempre contro il Bayern Monaco. Una vera e propria maledizione europea, che dalle parti di Parigi continuano a pensare di poter superare a botte di petrodollari. Eppure, non è così. 

Non bastano fuoriclasse assoluti come Messi Mbappé per vincere la Champions League, non bastano fenomeni come Sergio RamosHakimi Neymar per dominare in Europa come avviene in Francia. I campioni, così come i soldi, li hanno anche gli altri club, ma questi club hanno anche dei principi ed un’identità di gioco chiari. Bayern MonacoManchester City Real Madrid, tanto per citare i top team rimasti in questa edizione della Champions League, hanno un’idea di calcio ben precisa, che coinvolge tutto il collettivo e che parte da un allenatore appoggiato dalla società. Il Psg invece sembra sempre più una rappresentativa dell’All Star Game dell’NBA, una squadra piena zeppa di stelle ma disunita, priva di identità. L’impressione, vedendo giocare i parigini, è proprio quella di un gruppo di solisti senza nessuna intenzione di far parte di un’orchestra. A farne le spese, nel breve periodo, è sempre l’allenatore di turno (spesso delegittimato dalla stessa dirigenza), che si trova a dover gestire uno spogliatoio polveriera pronto ad esplodere alla minima scintilla. 

Ora, per il Paris Saint-Germain rimane solo il campionato, vista anche l’eliminazione in Coppa di Francia rimediata con il Marsiglia. I parigini con molta probabilità vinceranno di nuovo il titolo, ma rimarrà anche quest’anno quel senso di incompiutezza legato ai fallimenti europei. Per ripartire, è quasi certo che la società cambierà allenatore (si parla di Zidane al posto di Galtier). Quello che conta però è che il club francese cambi anzitutto mentalità, affiancando ai soldi un progetto solido che renda il Psg una squadra vera prima che un’ammucchiata di individualità eccezionali. 

Luca Missori 

(Fonte immagine: Virgiliosport.it)

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