C’erano una volta le sette sorelle, quando il campionato italiano regnava incontrastato nel panorama calcistico europeo, ormai un ventennio fa
Sappiamo tutti degli stravolgimenti che ci sono stati negli ultimi 20 anni e a quanti cambiamenti abbiamo assistito. Una delle sette sorelle era il mitico Parma sul quale ci sarebbe da scrivere un capitolo a parte e anche molto ricco. Oggi vogliamo però analizzare i papà delle sette sorelle del campionato in corso e cioè gli allenatori delle prime sette in classifica.

Partiamo ovviamente dalla vetta, Luciano Spalletti sta facendo letteralmente volare i partenopei e dopo l’esperienza dello scorso anno che, dopo 15 giornate, li vedeva in vetta alla serie A, con un punto di vantaggio sul Milan, adesso sembra voglia debellare la concorrenza a suon di vittorie. Stesso discorso per la Champions, uno Spalletti che si mostra quasi mai contento, mai sazio, probabilmente è ciò che vuole inculcare anche ai suoi giocatori. Ricordiamo la tristezza che traspariva dal suo volto dopo la vittoria (sì, la vittoria) per 4-1 sul Liverpool, un’intervista che ci è sembrata alquanto strana, ma forse anche in quel caso voleva esserci un messaggio alla squadra. Vedremo se e quando festeggerà il buon Luciano.
Al secondo posto ancora, come lo scorso anno di questi tempi, Stefano Pioli, col suo Milan e suo non è un modo di dire. Sappiamo tutti quanto questo allenatore sia riuscito ad entrare nella testa e nel cuore dei calciatori, dell’ambiente e persino dei tifosi rossoneri. Viaggia quest’anno con due punti in meno rispetto alla scorsa stagione, ma possiamo dire che l’altalena è la stessa. La sua squadra si alterna tra molte ottime ed alcune opache prestazioni, sino a lotte furibonde per recuperare il risultato. Negli ultimi 15 minuti è la squadra che segna di più. Se una critica vogliamo quindi dedicare a Stefano è di non essere riuscito a fare un ulteriore salto in avanti rispetto allo scorso campionato e, ci permettiamo di aggiungere, questo fattore pregiudicherà quasi sicuramente l’attuale cammino, quantomeno per il titolo, con un Napoli sin qui stratosferico.
Sull’ultimo gradino di un ipotetico podio troviamo Massimiliano Allegri che guida una Juventus ancora incerottata sia fuori che dentro il campo. Rispetto alla scorsa stagione però, dove ricopriva il settimo posto, ha ben 7 punti in più. Sono 7 anche i goal subiti in 15 partite ed in Europa dei top tornei solo il Barcellona (5) ha fatto sin qui meglio. La difesa sembra essere, ancora una volta, l’arma in più per risalire in classifica. Max Allegri sino a poche settimane fa appariva come, se non peggio, il pungiball di un peso massimo, ne ha incassate cosi tante che pochi si sarebbero rialzati ed invece lui è rimasto sempre impassibile. Ha cercato ovviamente di parare le bordate che gli arrivavano addosso, di trovare spiegazioni, ma non si è mai pianto addosso e non ha mai accusato altri dei fallimenti di inizio stagione. Sappiamo quanto possa bruciare l’eliminazione dalla Champions, addirittura già ai gironi ed oltretutto in maniera tanto umiliante (5 sconfitte in 6 partite), ma questo potrebbe essere davvero un trampolino di lancio incredibile per il campionato, siamo tutti avvisati!

Al quarto posto troviamo Maurizio Sarri con una sorprendente Lazio. Sarri sta facendo giocare la sua squadra in maniera un tantino diversa da quella che è sempre stata la sua filosofia e, probabilmente, ciò significa anche che il tecnico ha intelligentemente adattato le sue idee al suo parco giocatori. Ne abbiamo già parlato la settimana scorsa (leggi qui) e, nonostante la sconfitta nell’ultima giornata contro la rinata Juventus, vogliamo comunque ancora dare qualche chance alla squadra e all’allenatore che potranno fare un ottimo campionato.
Quinta una deludente panchina, almeno sino a questo punto, quella di Simone Inzaghi che con la sua Inter non riesce a decollare. Buona l’ultima prova contro l’Atalanta che ha portato finalmente la squadra a vincere uno scontro diretto. La scorsa stagione era terzo, con 4 punti in più e con 7 goal subiti in meno. L’impressione è che il tecnico non riesca a fare il salto di qualità. Ci prendiamo la responsabilità di dire che probabilmente la sua crescita è frenata e che, di conseguenza, frena la squadra. Si notano sicuramente buone trame e buona volontà ma, in alcune situazioni, la squadra si lascia sommergere e non è in grado di tornare a respirare e questo, presumiamo, sia dovuto anche alla guida tecnica. Simone deve spogliarsi dal suo ruolo di bravo ragazzo e tirare fuori idee nuove. Ci appare sin troppo radicato nei suoi credo e poco avvezzo alla novità. Gli auguriamo una crescita e, magari, anche immediata.
Al sesto posto in classifica Gian Piero Gasperini con un’Atalanta nuova di zecca! Ebbene sì, dopo anni di corse a perdifiato, di calcio champagne, di goleade spettacolari, di recuperi mozzafiato e di emozioni a non finire, in Italia ed in Europa, adesso è l’ora del catenaccio, dell’attesa, delle ripartenze. Probabilmente Gasp ha capito che non si poteva proseguire a lungo su quella strada ed ha pensato bene di cercare i risultati per una via possibile ad una formazione con le pile scariche. E’ stata proprio un’Atalante scarica quella che, la scorsa stagione, dopo un ottimo inizio ha concluso il campionato all’ottavo posto e quindi fuori dalle coppe. Che abbia torto o ragione, il buon Gasp sta comunque ottenendo discreti risultati, anche se è lontano dai fasti del recente passato.
In ultima posizione c’è José Mourinho, lo specialone, cioè lo “Special One”. ‘La Rosa non è all’altezza, Dybala è l’unico che può fare qualcosa di diverso, un giocatore non ha avuto un atteggiamento professionale, non abbiamo soldi da spendere, non possiamo rinforzare la squadra’, insomma ne ha per tutti José, soprattutto quando non vince. La sua Roma ha sfiorato la vetta della classifica durante questo spezzone di campionato ed ora ricopre la settima posizione, ma con 2 punti in più della scorsa stagione. Il gioco latita e, da quanto appunto afferma l’allenatore, la colpa è del parco giocatori a disposizione. Sicuramente qualche infortunio ha influito sui progetti dell’allenatore ma, altrettanto sicuramente, ci si poteva aspettare di più da un tecnico tanto idolatrato dai suoi tifosi e che, comunque, ha vinto davvero tanto nella sua carriera. Chissà che non gli riesca di tornare special in Europa.
Fonti foto: sslaziofans.it; numericalcio.it; calciomercato.com
Luigi A. Cerbara
Milan