Fa Cup, Coppa del Re e soprattutto Coppa di Germania si sono confermate anche quest’anno competizioni all’insegna dell’imprevedibilità e dei colpi di scena, la Coppa Italia invece continua a puntare su una formula che convince poco
Da anni si discute di una riforma della Coppa Italia che renda la competizione non solo più appassionante per gli spettatori, ma anche più equa nei confronti delle squadre meno blasonate. Si prendono a modello le coppe nazionali degli altri paesi, in particolare l’Fa Cup, ma poi ogni considerazione rimane su carta, anche in questa stagione infatti, il confronto tra la Coppa Italia e i tornei omologhi dei principali campionati europei è impietoso sia dal punto di vista dell’imprevedibilità che della suspense. Vediamolo meglio nel dettaglio.
La Fa Cup quest’anno ha riservato in realtà meno colpi di scena rispetto al solito. Nel weekend si sono definite le semifinali, che vedranno da un lato il Manchester United contro il Chelsea e dall’altro il Manchester City contro il Coventry, che milita in seconda divisione e rappresenta la vera sorpresa di questa edizione dopo aver eliminato il più quotato Wolverhampton. In ogni caso, la Fa Cup resta un modello da seguire in virtù del suo regolamento che prevede sorteggi integrali (con le big della Premier League che giocano quasi sin dall’inizio del torneo), partite nei fine settimana, spesso in casa della squadra sfavorita, ed eventuali replay. Questo formato incentiva anche i club delle divisioni inferiori ad essere competitivi, garantendo loro ricchi introiti dalla manifestazione e facendoli competere con i top team su un piano di parità sostanziale.
Per quanto riguarda la Germania, la DFB-Pokal di quest’anno è stata fin qui caratterizzata da un colpo di scena dopo l’altro. Delle quattro squadre rimaste ed approdate alle semifinali infatti, solo una milita in Bundesliga, il Bayer Leverkusen, mentre delle altre tre due giocano nella Serie B tedesca (Kaiserslautern e Fortuna Dusseldorf) ed una addirittura in terza divisione, il Saarbrucken che duellerà con il Kaiserslautern. Uno scenario difficile da immaginare per la nostra Coppa Italia. Il Saarbrucken in particolare si è reso protagonista di una cavalcata fin qui memorabile, avendo eliminato Bayern Monaco, Eintracht Francoforte e Borussia Monchengladbach. Il Leverkusen rimane ovviamente favorito per la vittoria finale, ma le sorprese in questa stagione sono sempre dietro l’angolo.
In Spagna anche, la Coppa del Re ha avuto uno sviluppo totalmente imprevedibile ed inatteso. La finale, che si giocherà il prossimo 6 aprile, vedrà sfidarsi Athletic Bilbao e Mallorca, che in semifinale hanno battuto rispettivamente le più quotate Atletico Madrid e Real Sociedad. Il Barcellona è stato eliminato ai quarti proprio dal Bilbao, mentre il Real Madrid è uscito addirittura agli ottavi di finale, perdendo il derby cittadino coi Colchoneros. In Francia infine, c’è una squadra di Ligue 2, il Valenciennes, a giocarsi la coppa contro il Lione in semifinale, poi l’altra sfida sarà Paris Saint-Germain–Rennes.
In Italia invece, la coppa nazionale vedrà ancora una volta quattro semifinaliste tutte della parte sinistra della classifica di Serie A e con la Juve plurivincitrice possibile finalista. Le eccezioni a questa regola che si sono verificate (raramente) nelle scorse stagioni sono state dovute più al caso che ad un formato che consenta a tutte le squadre, a prescindere dalla categoria di appartenenza, di giocarsela alla pari con le big della prima divisione. La Coppa Italia ormai sembra sempre più un peso, un fastidio che intralcia la stagione dei grandi club e che allo stesso tempo non garantisce un ritorno economico adeguato a quelli più piccoli, per cui il gioco non vale la candela. Ogni anno si discute su come rivoluzionare questa competizione, ma poi si conclude tutto in un nulla di fatto. Eppure dei cambiamenti immediati restano necessari.
Luca Missori
(Fonte immagine: Stern.de)