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Arsenal e Manchester City: tattica e filosofia di gioco delle due squadre

Sono le due compagini di Premier League che stanno dominando il campionato inglese da inizio stagione

La sfida è serrata e nessuna delle squadre è intenzionata a mollare la corsa di un millimetro, imponendo un testa e testa fino alla fine della competizione. Arsenal e Manchester City sono allenate rispettivamente da Mikel Arteta e Pep Guardiola: due coaches in grado di dar vita a modi di giocare opposti tra loro pur essendo, rispettivamente, uno l’allievo dell’altro.

L’Arsenal è rimasto in corsa per la sola Premier League: la squadra londinese è infatti stata eliminata a sorpresa dall’Europa League ed i Gunners possono concentrarsi esclusivamente sulla ricorsa al titolo, anche se nella seconda parte di stagione il club di Arteta si è rivelato meno schiacciasassi rispetto ai primi mesi del campionato. Il modulo prediletto del tecnico spagnolo è il 4-3-3: in avanti il riferimento offensivo è Gabriel Jesus, ex giocatore proprio del Manchester City. Oltre a lui però, il fronte offensivo londinese può contare su Saka, nella stagione che vale la sua consacrazione, e Martinelli: due atleti in grado di unire ottimamente tecnica e velocità. Pupillo di Arteta per quanto riguarda il centrocampo è Odegaard, divenuto metronomo della squadra e capace a dettare i tempi di gioco di tutta la rosa. La sua visione di gioco lo rende l’indiscusso perno del sistema di gioco dei Gunners, che nella loro filosofia in campo non possono prescindere dal dinamismo del centrocampista norvegese. Per quanto riguarda il reparto arretrato, l’uomo di riferimento per il tecnico spagnolo è Zinchenko, terzino in grado più volte di scardinare la corsia di sinistra.

Il Manchester City non è però da meno in quanto a stelle in squadra, anzi: sono proprio i Citizens a guidare la classifica dei club con le rose più costose, superando il miliardo. Nella top10 delle squadre si ritrova anche l’Arsenal ma con un valore complessivo quasi dimezzato rispetto alla squadra di Haaland e compagni. Il modulo prediletto da Guardiola è il 3-2-4-1, che all’occorrenza ha però saputo modificare a seconda delle fasi di gioco: nei momenti di non possesso resta l’impostazione classica mentre nelle fasi di possesso del pallone l’assetto tattico varia. L’obiettivo delle squadre del tecnico catalano resta sempre quello di imporre il proprio gioco passando tramite un possesso palla quasi asfissiante, quantomeno nella maggior parte delle sfide.

Il trio difensivo considerato titolare è quello composto da Dias, Laporte e Akanji, anche se i punti di forza della rosa del City non sono certo nella difesa. Rodri è tra i pupilli del tecnico catalano, insieme a Stones, divenuto mediano con l’arrivo del nuovo allenatore: sono loro i due fari del centrocampo Citizens. Una corposa trequarti è in grado di garantire estro e fantasia alla punta di diamante della squadra, Haaland. L’attaccante norvegese, alla prima stagione in Premier League, sta letteralmente abbattendo ogni record di marcature nel campionato inglese ed è il centravanti perfetto per la rosa del City. Un ruolo che non sempre era stato utilizzando nelle precedenti esperienze di Guardiola, che talvolta preferiva un modulo senza un attaccante puro ma con il falso nueve in grado di svariare liberamente sul fronte d’attacco.

Alle spalle della punta norvegese ci sono quattro assi del calibro di De Bruyne, Gundogan, Bernardo Silva e Grealish: tutti in grado di cambiare il corso delle partite attraverso una sola giocate e veri assi nella manica a disposizione del tecnico catalano. È proprio tra i piedi del belga che occasionalmente ruotano le variazioni tattiche proposte dall’allenatore. Così è successo proprio nello scontro contro l’Arsenal del 26 aprile scorso, match che ha sovvertito le gerarchie in campionato: secondo le quote sulla Premier League è il Manchester City ad essere in vantaggio in vista del successo finale, anche se mancano ancora poche giornate prima di chiudere la stagione. Il tecnico catalano ha lavorato su più moduli senza però venir meno alla filosofia di gioco, sempre rivolta all’attacco. In fase offensiva in genere i Citizens passano dal 3-2-4-1 al 4-2-4 con De Bruyne in grado di inserirsi perfettamente tra le linee: l’atleta belga è così in grado di servire assist ai compagni oppure andare direttamente in porta grazie alle qualità offensive che nessuno ha mai messo in dubbio, nonostante alcune critiche ricevute nell’indossare la maglia del Belgio.

Fonte foto: Ansa.it

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Giornalista e laureato in Scienze della Comunicazione

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