Le prime due uscite in campionato mostrano una squadra che pare non aver risolto gli antichi problemi, anzi sembra che non ci sia ancora differenza tra lo scorso e l’attuale torneo
Per i tifosi juventini la misura è quasi colma. Sebbene i tre gol rifilati al Sassuolo nella prima in serie A avessero illuso i sostenitori bianconeri, la prova di lunedì a Marassi con la Sampdoria ha gettato nello sconforto tutto il mondo Juve. Adesso è arrivato il momento di capire di chi sia la responsabilità di questa involuzione che dura ormai da più di una stagione. L’Allegri bis iniziato l’anno scorso, visto come un ritorno ai successi, si è rivelato fino ad ora un flop clamoroso. Attenzione, guai a giustificare lo scialbo 0-0 con i blucerchiati con le assenze. Una formazione come la Juventus non può imputare all’infermeria la non vittoria con una squadra sì nettamente inferiore ma probabilmente con uno spirito e un impianto di gioco più efficace.
La società è al lavoro per concludere la campagna acquisti. In dirittura d’arrivo c’è l’attaccante che dovrà coprire le spalle a Vlahovic e sostituirlo in caso di bisogno, Depay o Milik i nomi. Il mercato bianconero, così come la dirigenza, sembra entrato però in confusione. La necessità di tornare a vincere immediatamente ha offuscato la mente. Quindi l’idea di costruire un cosiddetto instant team ha fatto perdere un po’ la bussola. Sono arrivati tra gli altri Di Maria, Pogba, Kostic, Bremer e ancora qualcuno arriverà. Gli acquisti non hanno un filo logico se non quello di essere superiori agli altri ma che non guardano al futuro. Anzi, i giovani, tanto elogiati, presenti in rosa continuano ad essere proposti per il prestito. Come abbiamo visto in altri contesti, però, con le figurine non si vince. Ci vogliono un’idea di gioco e dei giocatori forti ma funzionali, al di là del nome.
La sensazione è che se la rotta non dovesse cambiare già sabato con la Roma le indagini sul “colpevole” di questa situazione potrebbero dirigersi verso la panchina occupata da Massimiliano Allegri. Il tecnico toscano non è riuscito a dare nulla in questo suo secondo regno juventino. Il gioco è piatto e lento e gli unici sprazzi di vitalità sembrano darli i giovani che però non vede come potenziali titolari. Lui, abituato a gestire top players, non riesce a dare al suo undici quel cambio di passo che servirebbe per svoltare. Alcuni lo accusano di non essersi aggiornato dopo gli anni di pausa, lui continua a rispondere col sarcasmo attraverso le sue massime. Una situazione che sta irritando non poco il tifo juventino.
Le responsabilità della situazione attuale dunque di chi sono? Forse per la prima volta il focus non dovrebbe concentrarsi troppo sui giocatori ma probabilmente su una società e un allenatore che si sono incagliati su una filosofia di squadra sbagliata. Senza offesa per la Juventus e il suo motto ma ormai sembra che nel calcio, al giorno d’oggi, vincere non sia propriamente l’unica cosa che conta.
Glauco Dusso